Cibi nocivi alla salute? Sì alle intercettazioni utili al sequestro
Confermato il maxi sequestro preventivo di oltre 1500 tonnellate di concentrato di pomodoro egiziano, con dosi di pesticidi otto volte sopra la media
di Patrizia Maciocchi
I punti chiave
2' di lettura
Sono legittime le intercettazioni disposte per verificare il reato di frode in commercio, relativo a cibi che possono costituire un danno per la salute pubblica. Su queste basi la Cassazione ha confermato il maxi sequestro di 1.587.731 chili di concentrato di pomodoro egiziano, nell’ambito di un procedimento per frode in commercio relativa a sostanze alimentari dannose per l’organismo. Il sequestro, preventivo d’urgenza, era scattato in seguito ad intercettazioni di telefonate nelle quali i titolari di un’azienda parlavano con un mediatore del superamento dei limiti di legge dei pesticidi presenti nel pomodoro.
La misura si imponeva dunque, secondo gli inquirenti, per scongiurare il pericolo «attuale e concreto» che la libera disponibilità del prodotto alimentare, che conteneva pesticidi in dosi che superavano di otto volte i limiti imposti dalle norme nazionali ed europee, potesse aggravare o protrarre le conseguenze dei reati contestati, «vista anche la capacità imprenditoriale della società». Ad avviso degli industriali però il sequestro era illegittimo, perché disposto sulla base di intercettazioni che non potevano essere autorizzate in assenza di gravi indizi di reato.
La tutela della salute pubblica
Di parere diverso la Suprema corte che fa pesare il bene giuridico tutelato, ovvero la salvaguardia della salute pubblica. Le intercettazioni erano state disposte dopo che la polizia giudiziaria della Campania, regione nella quale la passata di pomodoro non manca, aveva accertato, il trasporto “irrituale” di enormi quantità di pomodori lavorati. Da lì l’esigenza del sequestro a tutela della salute dei cittadini e dunque l’utilizzabilità e la legittimità delle intercettazioni, che avevano portato a verificare sia il fumus del reato sia la tangibilità del rischio. Ma la Suprema corte va oltre. E spiega che se anche se gli esiti delle intercettazioni telefoniche fossero stati inutilizzabili, questo «non avrebbe precluso la possibilità di condurre indagini per l’accertamento dei fatti di reato eventualmente emersi dalle stesse». Perché, in assenza di una previsione di legge, non si può applicare il principio di “inutilizzabilità derivata”. Non sarebbe dunque invalida la decisione basata su una prova vietata, ma si potrebbe al massimo considerare nulla per difetto di motivazione. Non è comunque questo il caso.
La pericolosità dei cibi
La vicenda esaminata si inserisce nell’ambito di un “commercio” di pomodori contaminati, importati da paesi extra Ue con il rischio di essere spacciati al 100% come italiani, partite di prodotti messe sul mercato in Europa e non solo. Nell’ultimo rapporto dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, datato 2021 e rilanciato da Coldiretti, i cibi e le bevande stranieri sono sei volte più pericolosi di quelli Made in Italy. Il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari, in cui sono stati trovati residui chimici irregolari, infatti, è stato pari al 5,6% rispetto alla media Ue dell’1,3% e ad appena lo 0,9% dell’Italia.
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