ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa riforma degli ammortizzatori

Cig, 13 settimane alle micro imprese. Contratti di espansione da 50 addetti

Le ultime bozze del progetto di riforma disegnano un restyling piuttosto ampio di sussidi e strumenti di ricollocazione: Naspi e Dis-coll più robuste, nuove causali per la Cigs, solidarietà potenziata

di Claudio Tucci

Ammortizzatori e pensioni, si scalda partita lavoro

5' di lettura

Dall’estensione degli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori delle imprese di piccole dimensioni alla messa a regime dell’«Iscro», l’indennità prevista per i circa 300mila iscritti alla gestione separata Inps.

Dal rafforzamento di Naspi e Dis-coll all’allargamento del programma «Gol», con il quale si intendono rilanciare le politiche attive, anche ai lavoratori in Cigs per prospettata cessazione e a quelli in Cigs con accordo di ricollocazione, oltre che per i lavoratori autonomi che chiudono la partita Iva.

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E ancora: il contratto di espansione potrebbe applicarsi anche alle imprese con almeno 50 addetti (oggi il limite è di almeno 100 addetti) e si potenzia anche il contratto di solidarietà.

Il cantiere di riforma in cui è impegnato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, è ampio; e le ultime bozze del progetto disegnano un restyling piuttosto consistente di sussidi e strumenti di ricollocazione.

Parliamo ancora di bozze, che saranno oggetto di nuove discussioni con le Regioni il 2 settembre (fronte politiche attive) e con le parti sociali (fronte ammortizzatori e sussidi) forse già la seconda decade di settembre.

In vista poi della legge di Bilancio che dovrà dettagliare l’impegno economico complessivo, che per la revisione degli strumenti di sostegno al reddito oscilla tra i 5 e gli 8 miliardi.

Proviamo a mettere in fila i principali capitoli d’intervento, su cui si riaprirà il confronto.

Cig microimprese, 13 settimane

La prima novità, e anche tra le più onerose, è la copertura degli ammortizzatori sociali sostanzialmente a tutti, e quindi anche ai lavoratori delle imprese di piccole dimensioni (1-5 addetti). L’idea del ministero del Lavoro è riconoscere 13 settimane di sussidio, per i primi anni a totale carico dello Stato.

Costo stimato: oltre un miliardo, visto che in questo periodo di transizione pagherebbe l’Erario, poi le aziende da 1 a 5 addetti inizierebbero a versare gradualmente fino ad arrivare a regime intorno allo 0,5.

Per le realtà da 6 a 15 addetti si ragiona su 26 settimane. Per le aziende sopra i 15 resterebbe tutto com’è. Allo stesso tempo scompare la cig in deroga.

Tutele anche agli apprendisti

Gli ammortizzatori sociali (in costanza di rapporto di lavoro) si estendono in pratica a tutti i lavoratori subordinati, anche con una minima anzianità di lavoro, compresi, quindi, anche apprendisti e lavoratori a domicilio.

Le nuove causali della Cigs

Altra novità di rilievo è che si ampliano le causali della Cigs, che diventano cinque. La riorganizzazione aziendale può essere chiesta anche per realizzare processi di transizione (in questo caso assicurando il trattamento anche ai datori di lavoro con meno di 15 dipendenti).

Le due nuove causali sono: «prospettata cessazione dell'attività» e «liquidazione giudiziale». Si rafforza, poi, con incentivi economici e aumento delle percentuali di riduzione dell’orario di lavoro, il contratto di solidarietà, esteso, anche qui, ai datori sino a 15 addetti (viene abrogato l’assegno di solidarietà).

Il progetto conferma inoltre tutte le prerogative dei Fondi di solidarietà bilaterali, estendendo la copertura anche ai datori da 1 a 5 dipendenti.

Sì al meccanismo premiale

Si studia anche un meccanismo premiale accanto ad eventuali sconti sulle addizionali a fronte del mancato ricorso all’ammortizzatore «per un tempo significativo» (ma al momento non si conoscono altri dettagli).

Naspi e Dis-coll più robuste

Altro punto qualificante (e costoso) del progetto Orlando sono le ipotizzate modifiche a Naspi e Dis-coll (l’indennità per i collaboratori).

Nello specifico, per la Naspi la bozza di riforma prevede l’allentamento dei requisiti d’accesso (scomparirà il riferimento alle 30 giornate effettive nell’ultimo anno) e si posticipa il meccanismo di décalage (che taglia mensilmente del 3% l’importo dal quarto mese) con un trattamento di maggior favore per i lavoratori più anziani (over 50-55).

La Naspi viene anche estesa ad alcune tipologie di operai agricoli a tempo indeterminato. Quanto alla Dis-coll si innalza la durata massima, garantendo un numero di mesi pari ai mesi di contribuzione versata, e si riconosce la contribuzione figurativa.

Cinque percorsi per ricollocare

Si prova a disegnare un link con le politiche attive, attraverso il decollo del programma Gol, Garanzia di occupabilità dei lavoratori, che è finanziato con 4,9 miliardi tra Pnrr e React-Ue.

Potranno beneficiare di Gol i lavoratori in cig. Ma saranno ammessi a Gol anche i beneficiari di Naspi e Dis-coll, del reddito di cittadinanza, i lavoratori fragili o vulnerabili (ad esempio Neet, disabili, donne in condizioni di svantaggio, over55), i disoccupati senza sostegno al reddito, i cosiddetti working poor (che versano in condizione di precarietà).

In base allo status occupazionale, si prevedono quattro percorsi di sostegno alla ricollocazione, più un quinto, distinto dai primi 4, nei casi di crisi aziendali. Si intravede un primo tentativo di differenziare le situazioni, in funzione delle diverse prospettive di tutela. Per coloro che sono più vicini al lavoro e più facilmente occupabili, si prevede un percorso denominato “di reinserimento lavorativo”.

Si tratta infatti di prendere in carico lavoratori per i quali la probabilità di rimanere disoccupati per lungo tempo non è eccessiva e le competenze possedute possono essere spendibili sul mercato. Il secondo percorso è denominato “di aggiornamento” (upskilling), che prevede interventi formativi di breve durata e dal contenuto professionalizzante, vista la minor necessità di adeguamento delle competenze.

Per altri lavoratori - ancora più distanti dal mercato del lavoro - si attiva un percorso, il terzo previsto da Gol, “di riqualificazione” (reskilling), in cui è necessaria una più robusta attività di formazione. Nei casi di bisogni complessi, va attivata la rete dei servizi territoriali, come già avviene per il reddito di cittadinanza (e prima per il Rei).

Per questo quarto gruppo, si attiva quindi un percorso di “lavoro ed inclusione”, dove sarà fondamentale la collaborazione con i servizi del territorio, quelli educativi, sociali, sanitari, di conciliazione. Accanto a questi percorsi, ne nascerà un altro denominato “di ricollocazione collettiva”.

Guarderà situazioni in cui appare opportuno valutare i profili di occupabilità non singolarmente, ma per gruppi di lavoratori. È il caso di situazioni di crisi aziendali che coinvolgono lavoratori ancora formalmente occupati, ma potenzialmente in transizione.

Sì ai fondi interprofessionali

Anche dopo l’intervento sul Sole 24 Ore del dg di Fondimpresa, Elvio Mauri, si apre ai fondi interprofessionali nelle politiche attive. I lavoratori sospesi, con prospettive di rientro al lavoro più certe, tenuto conto che l’azienda ha maggiore consapevolezza delle competenze di cui intende avvalersi (soprattutto per gestire riorganizzazioni e/0 processi di transizione) e con la condivisione del sindacato, si prevede un rafforzamento dei fondi interprofessionali, riconoscendo loro incentivi economici qualora realizzino percorsi formativi proprio in favore dei lavoratori in cassa.

Espansione, almeno 50 addetti

Sempre per gestire le delicate riorganizzazioni aziendali si sta studiando anche un nuovo intervento sul contratto di espansione (prorogato fino al 2026). L’idea è estendere lo strumento anche alle imprese di minore dimensione. Si ragiona di scendere dagli attuali 100 addetti ad almeno 50.

Estensione equo compenso

Novità anche sul fronte autonomi. Oltre alla messa a regime di Iscro e alle proposte di rafforzamento del welfare, si rilancia sull’estensione dell’equo compenso in tutti i bandi e le selezioni indette dalle Pa e per tutte le opere e i servizi professionali connessi alla realizzazione dei progetti collegati all’attuazione del Pnrr, al fine di garantire un giusto reddito ai lavoratori autonomi.

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