Dopo Evergrande

Cina, altra crisi nell’immobiliare: Fantasia non rimborsa bond da 206 milioni

Fantasia è un attore di mercato molto più piccolo di Evergrande, ma alimenta le preoccupazioni degli investitori

Cina, crisi energetica tra blackout e tagli della produzione

2' di lettura

Il settore immobiliare in Cina è ancora nella bufera. La società immobiliare cinese Fantasia inadempiente ai suoi obblighi di pagamento del debito, alimenta le preoccupazioni sul settore scosso dalle difficoltà di Evergrande, il colosso sull’orlo della bancarotta.

Fantasia Holdings non è stata in grado di saldare i 205,7 milioni di dollari (177 milioni di euro) dovuti ai suoi creditori lunedì, ha annunciato oggi la società con sede a Shenzhen. Un annuncio che arriva dopo che la società di gestione Country Garden Services Holdings ha indicato che una controllata di Fantasia non aveva rimborsato un prestito di 700 milioni di yuan (93 milioni di euro), prevedendo un possibile default del gruppo immobile.

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Contagio da Evergrande?

I timori di contagio per l’economia cinese si sono intensificati da quando Evergrande, il promotore immobiliare privato più indebitato del Paese, lotta con un debito di circa 260 miliardi di euro e si avvia alla ristrutturazione.

Lunedì Evergrande ha sospeso le sue negoziazioni a Hong Kong in attesa dell’annuncio di una «importante transazione», con i media che hanno parlato di un progetto del gruppo di Hong Kong Hopson Development Holdings per acquistare il 51% del suo ramo di servizi immobiliari per oltre 40 miliardi di dollari di Hong Kong (4,43 miliardi di euro).

Rating declassato

Fantasia è un attore di mercato molto più piccolo di Evergrande, ma alimenta le preoccupazioni degli investitori sui rapporti finanziari aziendali. Standard & Poor’s ha declassato il rating della società a SD (default selettivo). Fitch ha abbassato il rating di Fantasia da B a CCC- e Moody’s da B3 a Ca, altre mosse che evidenziano la possibilità di un default. Inoltre, S&P ha declassato il rating di un altro promotore cinese, Sinic Holdings, ritenendo che la sua “capacità di servizio del debito sia quasi esaurita”. Le autorità cinesi hanno posto sotto stretta sorveglianza il settore immobiliare, avendo i regolatori imposto lo scorso anno “tre linee rosse”, coefficienti prudenziali che mirano a ridurre il loro ricorso al prestito.

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