Borsa, il rimbalzo delle banche trascina Piazza Affari. Ftse Mib +1,3%
Milano maglia rosa all'indomani del martedì nero. Tim corre dopo i segnali di accelerazione di Kkr sul dossier rete. Cresce l'attesa per il dato sull'inflazione Usa di luglio, balzo del gas ai massimi da aprile
di Paolo Paronetto
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3' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le correzioni alla tassa sugli extra profitti, che dimezzano l'impatto previsto sulle banche a circa 2,5 miliardi, hanno dato il via al rimbalzo dei titoli degli istituti di credito a Piazza Affari.
Dopo il martedì nero, Milano è riuscita così a mettere a segno la migliore prestazione tra le Borse europee con un progresso dell'1,31% sul Ftse Mib, mentre le banche quotate sul listino principale recuperavano oltre 4 miliardi in termini di capitalizzazione, comunque meno della metà di quanto bruciato la vigilia. Gli acquisti si sono concentrati su Finecobank, Banco Bpm, Unicredit, Banca Mediolanum, Bper e Intesa Sanpaolo.
Al di fuori del comparto, giornata positiva per Telecom Italia, grazie ai nuovi segnali di accelerazione da parte di Kkr sul dossier della rete. Deboli invece Iveco Group e Amplifon. Sotto la parità anche Generali nel giorno della pubblicazione dei conti semestrali.
Sul fronte macro, cresce l'attesa per la pubblicazione del dato sull'inflazione americana di luglio, in calendario domani, che gli investitori monitoreranno per avere conferme sulla previsto stop al rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed in settembre.
Wall Street chiude negativa. Il Dow Jones perde lo 0,54% a 35.123,95 punti, il Nasdaq cede l’1,17% a 13.722,02 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,70% a 4.467,84 punti.
A Milano corre Tim in vista di accelerazione Kkr su dossier
A Piazza Affari corre Telecom Italia con le indiscrezioni che indicano un'accelerazione di Kkr sul dossier rete. Già martedì 8 agosto il Sole 24 Ore ha scritto che Kkr avrebbe sondato il fondo canadese CPPIB per entrare come partner di minoranza nell`offerta vincolante per NetCo e sarebbe al lavoro per individuare i soggetti italiani che potranno prendere parte all'offerta (che vedrà comunque Kkr in maggioranza con una quota di circa il 60%). La notizia è stata interpretata dal mercato anche come un'accelerazione sui tempi per arrivare all'offerta vincolante entro fine settembre, al più tardi. A segnalare un'accelerazione sul dossier anche le indiscrezioni riportate mercoledì 9 agosto da Repubblica, che riferisce che Kkr, il Tesoro (Mef), F2i e Cdp punterebbero a raggiungere un MoU per NetCo entro il 15 agosto, un accordo non vincolate soggetto a diverse condizioni, come il via libera dell'Antitrust Ue, che concederebbe un'esclusiva a Cdp, F2i e al Mef a rilevare una minoranza di blocco con forti poteri di governance.
Spread in lieve calo a 164 punti
Sull'obbligazionario, chiusura in lieve calo per lo spread tra BTp e Bund in una giornata caratterizzata dall'attesa dei mercati finanziari per i dati sull'inflazione americana di luglio che saranno diffusi nel pomeriggio di domani. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il titolo tedesco di pari durata è indicato a 164 punti base, due in meno rispetto al closing di martedì. Stabile, dopo il netto calo di ieri, il rendimento del BTp decennale benchmark che resta fermo al 4,13%.
Gas +28% a 39,7 euro, preoccupano scioperi in Australia
Prezzi del gas in salita ad Amsterdam dopo mesi di cali: dopo un picco a 43,49 euro al MWh, top da fine aprile 2023, i future sul gas Ttf sono scambiati a 39,7 euro al MWh in rialzo del 27,8%. A spingere gli acquisti, le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Eon Leonhard Birnbaum che, in un'intervista a Bloomberg Tv, ha detto che «la crisi non è ancora finita». Oltre a questo, pesano i rischi di fornitura del Gnl dopo gli annunci di sciopero dei lavoratori di alcune strutture in Australia. I lavoratori degli impianti di Chevron Corp. e Woodside Energy Group Ltd. in Australia hanno votato per uno sciopero che potrebbe avere ripercussioni sulle esportazioni di gas naturale liquefatto dal Paese, rendendo più rigido il mercato globale del carburante. I tempi dello sciopero però non sono stati immediatamente chiariti.
Dollaro e yen deboli, il petrolio torna a salire
Sul mercato valutario, dollaro e yen risentono del calo dell'avversione al rischio dopo l'ingress o della Cina in deflazione, che rende probabili nuovi interventi governativi di stimolo all'economia. L'euro si rafforza così a 1,0981 dollari, da 1,0950 ieri in chiusura, e a 157,72 yen (da 156,85). Il rapporto dollaro/yen è a 143,61 (da 143,28). In rialzo il pezzo del petrolio, sostenuto dai tagli alla produzione di Russia e Arabia Saudita: il Brent ottobre guadagna l'1,15% a 87,16 dollari al barile dopo aver toccato i massimi da aprile, mentre il Wti per settembre sale dell'1,34% a 84,03 dollari.
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