Cina e Generazione Z: identikit dei giovani consumatori tra orgoglio nazionale e idoli online
Sono ricchi (chi di famiglia, chi perché ha fondato imprese online), amano fare acquisti d’impulso e sono alla ricerca di prodotti che esprimano valori come la sostenibilità e la qualità. Ma seguono gli imput degli influencer locali
di Marta Casadei
2' di lettura
Orgoglio nazionalista e idoli online a cui ispirarsi per comprare, d’impulso, prodotti griffati. E una grande fluidità (e poca “fedeltà”) nello scegliere le piattaforme: uno sconto del 10% può far migrare l’acquirente su un altro sito. Le caratteristiche elencate appartengono alla cosiddetta Generazione Z, i nati tra il 1993 e il 2009 che, soprattutto in Cina, per i brand del lusso rappresentano un target dal potenziale elevato. A patto, però, di conoscerli a fondo: sono infatti nativi digitali, nati e cresciuti con una maggiore accessibilità alle informazioni. Che utilizzano per scegliere. Ad tracciare questo identikit è Hylink Digital Solutions, società cinese che si occupa di comunicazione digitale che ha condotto, insieme ad HyFashion e Sina Weibo, un sondaggio sulle intenzioni e le abitudini di consumo della Gen Z nel settore della moda.
L’identikit
Una generazione che, nella Repubblica Popolare, ha già superato i 226 milioni, pari al 16% della popolazione totale e che compra per premiarsi, impulsivamente: secondo lo studio, infatti, il 40% compra un prodotto anche senza una necessità specifica, purché gli piaccia alla vista. «Sono giovani con una capacità di spesa alta - dice Yuan Zou director of Europe, Luxury & Fashion di Hylink - perché, grazie alla politica del figlio unico, hanno ricevuto soldi dalla famiglia. Alcuni, poi, hanno già lanciato i propri business online e con successo».
Il web è senza dubbio il loro sbocco “naturale” anche sul fronte shopping: l’esponente della Gen Z, in media, acquista online 13 volte al mese, con picchi più altri tra le donne e le fasce ad alto reddito. Il 62% afferma che in futuro comprerà di più online. Eppure, per conquistarli, avere un e-commerce non è sufficiente: «La questione non è quale canale sia quello giusto - spiega Zou - perché su questo fronte il loro approccio è molto agnostico. La sfida è trovare il modo di accompagnarli nell’intera shopping experience, passo dopo passo».
Lo shopping come strumento di affermazione
La Gen z cinese, infatti, nello shopping (e nel prodotto) cerca un veicolo di espressione e di affermazione. Fondamentale, dunque, è lo storytelling - «amano molto l’heritage e il made in Italy» - e sono a caccia di brand che rispecchino i loro valori: «Hanno un senso di orgoglio nazionale perché sono cresciuti in un momento in cui la Cina ha accresciuto la propria potenza, ma sono aperti alle sfide e alle novità come la sostenibilità. Del resto hanno sofferto per l’inquinamento e vogliono cambiare le cose». Il ruolo chiave nella spinta all’acquisto, ad ogni modo, sembra appartenere ai Kol, i key opinion leaders, gli influencer cinesi che muovono milioni di follower (e di euro): «I giovani li seguono e vogliono imitarli, per sentirsi più belli e migliorarsi, ma anche perché spesso si sentono soli», chiosa Zou.
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