Cina controcorrente: è sull’orlo della deflazione
A giugno, i prezzi alla produzione cinesi sono scesi al ritmo più rapido degli ultimi sette anni, mentre i prezzi al consumo hanno oscillato sull’orlo della deflazione
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Mentre gran parte del mondo fa i conti con un’inflazione che non demorde, la Cina vede sempre più vicino lo spettro della deflazione. A giugno, i prezzi alla produzione cinesi sono scesi al ritmo più rapido degli ultimi sette anni, mentre i prezzi al consumo hanno oscillato sull’orlo della deflazione.
La ripresa della Cina dopo la pandemia ha rallentato rispetto alla forte ripresa registrata nel primo trimestre e la domanda di prodotti industriali e di consumo si è indebolita, sollevando preoccupazioni sulla salute della seconda economia mondiale.
«Riteniamo che il contesto di deflazione e il forte rallentamento della crescita rafforzino la nostra opinione che la PBOC sia entrata in un ciclo di riduzione dei tassi», hanno dichiarato gli economisti di Barclays in una nota di ricerca.
L’indice dei prezzi alla produzione (PPI) è sceso per il nono mese consecutivo a giugno, con un calo del 5,4% rispetto a un anno prima, come ha annunciato lunedì l’Ufficio nazionale di statistica (NBS), il calo più marcato da dicembre 2015. Questo rispetto al calo del 4,6% del mese precedente e al -5% previsto dagli economisti.
Inflazione al consumo invariata
L’indice dei prezzi al consumo (CPI) è rimasto invariato su base annua, rispetto all’aumento dello 0,2% registrato a maggio, a causa di un calo più rapido dei prezzi della carne di maiale. Questo dato ha deluso le aspettative di un aumento dello 0,2% ed è stato il ritmo più lento dal febbraio 2021.
Secondo gli economisti di Capital Economics l’inflazione cinese potrebbe rialzare la testa nel corso dell’anno, ma sarà un aumento limitato. Capital Economics si aspetta che la deflazione dei prezzi alla produzione si attenui nel secondo semestre, in parte perché la spesa per le infrastrutture dovrebbe far ripartre i listini delle materie prime. Lo studio prevede che Pechino ricorrerà a misure di stimolo fiscale, data la debolezza della domanda di credito e il deprezzamento dello yuan rispetto al dollaro statunitense.
Nomura taglia le stime sui prezzi
Nomura ha tagliato le previsioni per i prezzi al consumo e alla produzione in Cina dopo gli ultimi dati sull’inflazione di giugno e la recente tiepida risposta politica al rallentamento della crescita economica. La banca d’investimento prevede ora che il CPI aumenterà dello 0,3% nel 2023, rispetto alla precedente proiezione di un aumento dello 0,5%. La banca d’affari prevede inoltre che i prezzi al consumo cinesi cadranno in deflazione a luglio, con un calo dello 0,5% su base annua, nonostante un potenziale aumento dell’inflazione dei servizi durante la stagione delle vacanze estive. Nomura prevede ora che il PPI scenda del 3,2% nel 2023, rispetto alla precedente stima di un calo del 2,7%.(singaporeeditors@dowjones.com)
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