La crisi

Cina, Xi: Taiwan sarà riunificata. Taipei: su futuro isola decidono gli abitanti

Il Consiglio di Taipei per gli affari con la Cina replica ai giudizi sulla riunificazione rilanciati dal presidente Xi Jinping: «Solo i 23 milioni di taiwanesi hanno il diritto di decidere su futuro e sviluppo dell'isola»

La Cina vuole la riunificazione con Taiwan

2' di lettura

Solo i 23 milioni di taiwanesi hanno il diritto di decidere “il futuro e lo sviluppo” dell'isola. Il Consiglio di Taipei per gli affari con la Cina, in risposta ai giudizi sulla riunificazione rilanciati oggi dal presidente Xi Jinping, ha replicato che di fronte alle ambizioni del Partito comunista cinese la presidente Tsai ha più volte ribadito che “non cederà né avanzerà”, difendendo con forza sovranità e sicurezza nazionali e continuando ad approfondire la cooperazione con i Paesi amici. Allo stesso tempo, l'isola si “sforzerà di mantenere lo status quo di pace e stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan”, si legge in una nota.

Xi: «Taiwan sarà riunificata»

La replica di Taipei arriva dopo la promessa del presidente cinese Xi Jinping di realizzare la “riunificazione” di Taiwan, senza però fare cenno all'uso della forza. Parlando nella Grande Sala del Popolo di Pechino in occasione dell'anniversario della rivoluzione, Xi ha detto che la Cina ha una “gloriosa tradizione” nell'”opporsi al separatismo” e che il separatismo di Taiwan “è l'ostacolo più grande per raggiungere la riunificazione alla madre patria e il più grave pericolo nascosto per il ringiovanimento nazionale”. “L'obiettivo storico di completare la riunificazione alla madre patria deve essere raggiunto e sarà certamente raggiunto”, ha detto ancora il presidente cinese. Le parole di Xi giungono dopo settimane di forti tensioni tra Pechino e Taipei, con sullo sfondo il confronto più ampio tra Cina e Stati Uniti.

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Taipei a Pechino: «Abbandonare misure provocatorie»

L'invito alle autorità di Pechino è ad abbandonare le misure provocatorie di intrusione e distruzione e a pensare sempre più apertamente alla chiave dell'interazione tra “pace, reciprocità, democrazia e dialogo”. Il sistema di Taiwan è democratico e libero, crea una società prospera e mantiene la pace attraverso lo Stretto di Taiwan. Gli sforzi di stabilità sono stati affermati all'unanimità dalla comunità internazionale, il che dimostra che “la tendenza storica non è dalla parte dell'egemonia autocratica”, dicono da Taipei. Il Consiglio, inoltre, ha anche sottolineato che “il punto cruciale delle attuali relazioni attraverso lo Stretto risiede nella riluttanza di Pechino ad affrontare Taiwan, la Repubblica di Cina, senza rinunciare all'uso della forza contro Taiwan”.

L'altra sponda dello Stretto di Taiwan ha ripetutamente proposto le premesse per sminuire Taiwan, come “un Paese, due sistemi”, “il principio della Unica Cina” e il “Consenso del 1992”, minacciando l'isola con la forza pur di far accettare proposte che “sono state chiaramente respinte dal popolo di Taiwan”. La rigida politica del regime comunista cinese non ha giudicato la situazione attuale, non è riuscita a rispondere allo sviluppo della situazione internazionale e ha completamente ignorato i dubbi e l'opposizione del popolo taiwanese.

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