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Cinecittà, obiettivo ricavi a 45 milioni entro il 2026

di Andrea Marini

Polo del cinema. Angelina Jolie, che a inizio luglio ha girato a Cinecittà e nelle vie del centro storico di Roma il suo film da regista «Without blood», prodotto da Fremantle, tratto dal bestseller «Senza sangue» di Alessandro Baricco

3' di lettura

«Cinecittà può diventare il primo hub europeo per i film?». La domanda se l’è posta il 30 giugno scorso l’Economist. L’autorevole settimanale britannico ha dedicato un lungo articolo – parlando addirittura di una possibile «nuova età dell’oro» – al rilancio degli Studios romani (85 anni di storia alle spalle, oltre 3mila film realizzati al suo interno, 90 candidati agli Oscar, con 51 statuette vinte). Se nuova età dell’oro sarà, bisognerà attendere il 2026, quando si completerà l’arco temporale del nuovo piano industriale. Certo le premesse lasciano ben sperare. Il Pnrr ha destinato 260 milioni per Cinecittà dal 2021 al 2026 (195 milioni per il sito esistente, 65 milioni per 8 nuovi studi nell’area di Torre Spaccata; a cui si aggiungeranno altri 60 milioni di finanziamento da reperire sul mercato). Negli studi di via Tuscolana si punta a portare i ricavi commerciali a quota 45 milioni nel 2026, rispetto ai 16,4 milioni registrati nel 2021. Con il piano industriale la capacità produttiva prevede un incremento del 60%. Il tutto corredato da nuove assunzioni che dovrebbero portare tra quattro anni l’organico diretto attuale (340 addetti) a crescere del 10%. Assunzioni che per il 70% saranno di under 35.

Intanto, nei prossimi mesi gireranno a Cinecittà grandi produzioni targate Sony, Fremantle e Amazon. Il 70% delle produzioni attuali sono di carattere internazionale. Già a inizio luglio, per citare solo un caso, Angelina Jolie ha girato a Cinecittà e nelle vie del centro storico di Roma il suo film da regista «Without blood», prodotto da Fremantle (uno dei principali produttori di intrattenimento, film, serie tv e documentari al mondo).

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I lavori negli Studios non sono stati fermati neanche dal rogo del 1° agosto scorso: l’incendio non ha provocato danni a persone, è stato estinto velocemente e i danni contenuti. L’unica struttura coinvolta e andata distrutta è stata la Firenze rinascimentale, ma gran parte delle scene erano in fase di smantellamento.

«Gli Studios daranno un ritorno d’immagine positivo anche a Roma, per la quale possiamo rappresentare un valore aggiunto: abbiamo dimostrato che sul fronte dell’audiovisivo siamo all’avanguardia ed in grado di attrarre le grandi produzioni mondiali», spiega Nicola Maccanico, dal 2021 amministratore delegato di Cinecittà, la società pubblica partecipata dal ministero della Cultura.

Dopo i primi 6 mesi del 2022, la società ha fatto sapere che tutti i parametri sono in linea con il business plan. Quest’ultimo ha tra i punti qualificanti anche la sostenibilità: Cinecittà punta a rendersi “carbon neutral” entro 10 anni.

Il Piano per i terreni di Torre Spaccata, che vede un preliminare di acquisto di Cinecittà firmato con Cdp (che li detiene) è in attesa del closing entro fine anno. Confermato, prevede 15 ettari per l’edificazione di 8 nuovi teatri, e soprattutto l’utilizzo di 16 ettari come backlot, i set per le riprese all’aperto. Il contratto strategico Cinecittà-Fremantle prevede l’affitto continuativo da parte del grande produttore internazionale di 6 teatri di posa di Cinecittà per cinque anni, per film e serie tv, italiani e internazionali. Il piano punta anche su un sistema fiscale nazionale attrattivo, con un tax credit che copre il 40% delle spese sostenute in Italia e che può arrivare al 75% dei costi di produzione totali fino a un massimo di 20 milioni l’anno.

Maccanico - manager con alle spalle una grande esperienza nel settore, avendo lavorato tra l’altro in Sky Italia, Warner Bros e Vision distribution – non è preoccupato dalla crisi di governo: «Tutti i partiti ormai hanno la consapevolezza che il nostro comparto genera posti di lavoro ed è un settore su cui vale la pena investire. Certo, bisogna dare continuità con le istituzioni europee all’attuazione del Pnrr». Anche Regione e Comune, prosegue, «hanno ben chiara l’importanza dell’audiovisivo. Possono continuare a sostenere il settore con crediti d’imposta aggiuntivi, modelli di semplificazione nei permessi e con la riduzione della burocrazia».

Per quanto riguarda un prevedibile effetto saturazione delle piattaforme che vendono serie tv e film via streaming, Maccanico è convinto che «una saturazione ci sarà, ma non adesso. Quando arriverà, siamo convinti che saremo competitivi anche in un mercato consolidato». Discorso diverso per il Covid. «Un po’ di preoccupazione per l’autunno c’è. I nostri protocolli di sicurezza ci hanno permesso di lavorare senza problemi. Ma nuove chiusure dei cinema indebolirebbero tutta l’industria».

Al momento Cinecittà non ha avuto problemi per il caro materiali, dovuto anche alla guerra in Ucraina: «Un impatto sui costi della costruzione dei teatri legati al Pnrr ci sarà. Saremo quindi chiamati a prendere decisioni utili a razionalizzare gli investimenti».

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