Cinema e coronavirus, giù incassi e uscite rinviate: chiesto lo stato di crisi
Incassi falcidiati, uscite rinviate: chiesta la cassa integrazione in deroga. Un tavolo al Mibact valuterà la situazione e le misure necessarie
di N.Co.
3' di lettura
Il mondo del cinema, travolto dall’emergenza coronavirus, fra incassi falcidiati e uscite rinviate, ha chiesto, con una lettera al ministro Franceschini, di proclamare lo stato di crisi del settore. Venerdì 28 febbraio, nel pomeriggio, le associazioni del cinema e dello spettacolo si siederanno al tavolo al ministero dei Beni culturali per valutare i danni e affrontare le criticità causate dall'emergenza coronavirus. na lettera in cui viene richiesta, con la massima urgenza, l'apertura di uno “stato di crisi” con l'obiettivo di adottare quanto prima provvedimenti e misure a sostegno di un settore in questi giorni gravemente penalizzato.
Si chiede la cassa integrazione in deroga
Cinema, luoghi di cultura e spettacolo, chiusi nelle regioni della zona rossa dove sono state disposte misure straordinarie. «Per le imprese e per i lavoratori coinvolti si reputano necessarie e urgenti misure straordinarie, come ad esempio la cassa integrazione in deroga», ha chiesto Mario Lorini, presidente dell’Anec, l’Associazione nazionale esercenti cinema. Anec, insieme alle associazioni dello spettacolo, ha chiesto «che sia dichiarato lo stato di crisi per tutto il territorio nazionale». L’allarme coronavirus ha causato un forte calo di spettatori nel weekend.
Conseguenze economiche significative
Senza alzare i toni, il presidente di Anica Francesco Rutelli, ha sottolineato come le industrie del cinema stanno collaborando con le autorità per contenere e prevenire le problematiche del coronavirus, precisando che «certamente queste misure portano conseguenze economiche significative».
Solo nel week end persi 4,4 milioni rispetto alla settimana precedente
Nel week end il box office ha perso 4,4 milioni di euro, il 44% in meno rispetto alla settimana precedente (e 2,4 milioni sull’analogo fine settimana del 2019). Critico, in particolare, il bilancio di domenica, giornata clou per gli incassi settimanali: -673mila euro rispetto a sabato, quasi 2 milioni persi sulla domenica precedente, 1,6 milioni su un anno fa. Sono stati 850 gli schermi spenti - su un totale di 1830 - nelle sale nelle regioni coinvolte dall'emergenza. In realtà il fantasma del contagio - fatta eccezione per Molise, Puglia e Basilicata - domenica ha fatto scendere gli incassi un po' ovunque: secondo i dati Cinetel, -31% nel Lazio, -20% in Umbria, -12% in Liguria, -29% in Valle d'Aosta.
Nelle aree colpite dal contagio perdita di 10 milioni in una settimana
Secondo una stima Agis su dati Siae, per lo spettacolo dal vivo, la settimana di chiusura - per ora prevista fino al prossimo 1° marzo - dei luoghi di spettacolo nelle Regioni colpite dai casi di contagio provocherà una perdita economica di oltre 10 milioni di euro, diretta causa della cancellazione di 7.400 spettacoli.
La raffica di rinvii
Quella dei rinvii è stata una vera e propria raffica di rinvii. Non ha debuttato, il 27 febbraio, Volevo nascondermi, il film di Giorgio Diritti con Elio Germano nei panni del pittore Ligabue. Non è arrivato in sala Si vive una vola sola, il nuovo film di e con Carlo Verdone. Rinvio a data da desitinarsi anche per i cartoon Lupin III - The First, la versione in computer grafica del personaggio di Monkey Punch, diretta da Takashi Yamazaki, e Arctic - Un'avventura glaciale, che al box office Usa ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 5,7 milioni di dollari . Nessun debutto anche per Dopo il matrimonio, nuovo film scritto e diretto da Bart Freundlich, storia sulla perdita e sulla rinascita, sul passato e sul futuro. E con due protagoniste d’eccezione: il premio Oscar Julianne Moore nei panni di Theresa e Michelle Williams in quelli di Isabel. Nessun debutto anche per Cambio tutto, commedia di Guido Chiesa con Valentina Lodovini e Neri Marcorè, che era data in uscita il 5 marzo.
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