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Cinema, Rutelli: «Scongiurati i tagli ai fondi, serve più stabilità sulle regole»

Il presidente di Anica getta acqua sul fuoco intorno ai tagli ministeriali al cinema

di Andrea Biondi

3' di lettura

«Il dialogo che c’è stato in questo ultimi giorni con il ministero della Cultura ha portato a risultati che ritengo buoni. Quella che si annuncia sarà quindi una riduzione fisiologica nell’ambito di quelle che il Governo ha chiesto di apportare per la manovra di bilancio, a tutti i ministeri». Francesco Rutelli, presidente Anica, getta subito acqua sul fuoco durante i “Dialoghi sul Futuro del Cinema” in occasione della Festa del Cinema di Roma. Le indiscrezioni sempre più dettagliate su un taglio di 100 milioni di risorse solo per il 2024 hanno elevato il livello di allarme fino a portare le associazioni del mondo dell’audiovisivo a scrivere al ministro Gennaro Sangiuliano. «Il risultato delle interlocuzioni – spiega al Sole 24 Ore – è largamente positivo». La riduzione dovrebbe attestarsi in un range compreso fra 30 e 50 milioni. A ogni modo per Rutelli su un elemento in particolare il Governo sarà chiamato a operare per lo sviluppo dell’audiovisivo: «Il mercato ha bisogno di certezza. Il cambiamento delle regole va operato con cautela e con i giusti tempi».

Si riferisce alle modifiche sulle quali il ministero della Cultura è al lavoro riguardo al meccanismo del tax credit?
In generale io riporto il risultato di un colloquio con un manager di un colosso dell’audiovisivo che opera in Italia e in un altro Paese estero. E lì i cambiamenti nei regolamenti e nel quadro normativo non avvengono prima di 12-24 mesi dalla comunicazione.

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Ma lei non crede che sia necessario un intervento sul tax credit? Forse la ragione di tanti film più del successo presso il pubblico è proprio riuscire a portare a casa il contributo.
Senz’altro il meccanismo del tax credit va costantemente aggiornato. Ma sono innegabili i risultati che sono stati raggiunti. Parlo ad esempio dell’investimento nella Penisola da parte della grandi produzioni internazionali (nel 2022, da parte delle produzioni internazionali, l’investimento complessivo si è assestato sui 532 milioni per 42 film mentre fra 2016 e 2021 ha invece superato di poco i 464 milioni complessivamente, ndr). Io dico che invece c’è un aspetto da tenere assolutamente presente.

Quale?
Il mercato dell’audiovisivo e la sua industria possono essere analizzati solo considerando in maniera integrata tutte le componenti. Le piattaforme in streaming rappresentano una parte importantissima del mercato che, quindi, non può essere giudicato esclusivamente sulla base del dato degli incassi e delle presenze nelle sale. Che pure stanno fornendo indicazioni molto positive. Nel 2022 gli spettatori al cinema sono stati 48 milioni. Questo dato nel 2023 è stato superato il 5 settembre. E il dato è molto superiore a quello della frequentazione degli stadi di calcio. Fra i consumi culturali il cinema si trova in vetta.

Certo. Ma a spingere la gente al cinema sono i film internazionali. Il prodotto italiano sembra non avere appeal. Non c’è un film italiano nella top 10 al box office.
Il compito della industry è sicuramente quello di tornare a far innamorare del cinema italiano. Io Capitano di Matteo Garrone sta ottenendo buoni risultati. C’è ancora domani con Paola Cortellesi nel suo esordio alla regia, visto in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, è un film di grande qualità.

Intanto però, il vizio capitale del cinema italiano, e quindi troppi film magari a scapito della qualità, non sembra essere venuto meno.
Su questo punto bisogna fare attenzione. È chiaro che la ricerca della qualità, vista come leva per attirare il pubblico, non deve mai mancare e anzi deve essere incrementata. Ma tutto questo non deve portare ad avere paura di sperimentare e innovare. Non tutti i film possono essere di successo, soprattutto per chi è agli inizi. Ma non bisogna esaurire la vena innovativa, perché sarebbe un’operazione controproducente. Proprio per questo la settimana dei Dialoghi sul Futuro del Cinema realizzati da Anica con la Festa del Cinema di Roma cercherà di mettere insieme tutte le voci della creatività e dell’industria per rendere più forte il prodotto italiano. E comunque anche l’aumento della base associativa in Anica, con l’ingresso delle piattaforme, è un segnale della positiva trasformazione che sta interessando l’industria

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