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Cineworld crolla a Londra dopo accordo con creditori per maxi ristrutturazione

Il gruppo, che ha negli Usa il suo primo mercato, ha ottenuto il Chapter 11 nello scorso settembre, sotto il peso di 8,8 miliardi di dollari tra debito e altre passività

di Giuliana Licini

(alipko - stock.adobe.com)

2' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Cineworld in caduta alla Borsa di Londra, dopo che la catena di cinema in crisi ha annunciato un pacchetto di ristrutturazione del debito con i maggiori creditori per uscire dal Chapter 11, che va a tutto scapito degli attuali azionisti. Contestualmente il gruppo ha deciso di porre termine al piano di vendita delle attività negli Usa, in Gran Bretagna e Irlanda. Il titolo Cineworld accusa così un calo del 20% a 2,3 pence, dopo avere subìto ribassi fino al 39% nelle prime fasi della seduta, mentre l'indice Ftse 100 sale dello 0,7 per cento.

Debito e passività ammontano a 8,8 miliardi di dollari

Il gruppo, che ha negli Usa il suo primo mercato, ha ottenuto il Chapter 11 nello scorso settembre, sotto il peso di 8,8 miliardi di dollari tra debito e altre passività. In base all’accordo annunciato oggi, i creditori hanno accettato di ridurre il debito di 4,5 miliardi di dollari, ricevendo in cambio capitale del gruppo, di fornire nuovo debito per 1,5 miliardi e di garantire un aumento di capitale da 800 milioni. Secondo il Financial Times, «probabilmente gli attuali azionisti non avranno niente». Come indica la stessa società in un comunicato, «in linea con quanto comunicato il 24 febbraio, alla luce del livello del debito esistente che sarà oggetto del piano, la proposta di ristrutturazione non prevede alcun recupero per gli attuali detentori di capitale azionario della società». L’ «accordo condizionato» è stato raggiunto con i creditori che controllano circa l’83% dei debiti in scadenza nel 2025 e nel 2026 e una linea di credito revolving in scadenza nel 2023. Cineworld ha anche reso noto, che «dopo discussioni con gli stakeholders e in assenza di un’offerta in contanti significativamente al di sopra del valore previsto dalla proposta di ristrutturazione, il processo di vendita riguardante le attività negli Usa, in Gran Bretagna e Irlanda sarà disdetto». Vengono invece prese in considerazione le proposte ricevute per le attività nel "Resto del Mondo" per valutare se è possibile una transazione.

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Gruppo andato in crisi con le chiusure per il Covid-19

«L’intesa con i nostri finanziatori rappresenta un voto di fiducia nella nostra attività e fa progredire in modo significativo Cineworld verso la sua strategia di lungo termine», ha dichiarato il ceo Mooky Gredinger, facendo riferimento al crescente numero di film di successo che vengono presentati e al ritorno del pubblico nelle sale cinematografiche. Secondo quanto ha riportato il Financial Times la scorsa settimana, i creditori di Cineworld intendono sostituire il ceo nell’ambito di una completa riorganizzazione del management. Il gruppo britannico è andato in crisi durante la pandemia di Covid-19, a causa dei lockdown, che hanno azzerato la sua attività, mentre era già alle prese con il macigno del debito accumulato con le acquisizioni. Cineworld prevede di uscire dal Chapter 11 durante la prima metà del 2023. La società è stata fondata nel 1995 ed è quotata alla Borsa di Londra dal 2007. Dopo l’acquisizione della statunitense Regal Entertainment Group (che è la principale causa dei suoi guai finanziari), è diventata il numero due mondiale delle sale cinematografiche, con 9.200 schermi e 750 siti. È presente in 10 Paesi, ma il 70% del suo fatturato deriva dal mercato Usa.

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