Ue propone taglio obbligatorio consumi di elettricità
La Commissione europea proporrà un obiettivo obbligatorio di riduzione dei consumi di elettricità durante le ore di picco. È quanto emerge dalla bozza di regolamento in materia
I punti chiave
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La Commissione europea proporrà un obiettivo obbligatorio di riduzione dei consumi di elettricità durante le ore di picco. È quanto emerge dalla bozza di regolamento in materia. Secondo la bozza, l’obiettivo obbligatorio comporterebbe la selezione di 3 o 4 ore per giorno della settimana in cui ridurre i consumi lasciando agli Stati un “margine di discrezionalità” circa la scelta degli orari.
La bozza propone anche un limite obbligatorio ai ricavi degli operatori che producono energia da rinnovabili, nucleare e lignite, cioè diverse dal gas. Il limite si applicherà ai ricavi per MegaWatt ora di elettricità prodotta. Le eccedenze di ricavi derivanti dall’applicazione del cap dovranno essere ’girate’ a cittadini e imprese «esposti a prezzi elevati dell’energia elettrica», con gli Stati a decidere le misure redistributive più adatte. La bozza prevede anche l’obbligo di incentivare i contratti di acquisto a lungo termine, che servono a iniettare liquidità nel mercato delle rinnovabili. Gli Stati potranno anche condividere l’extragettito e estendere alle Pmi i prezzi regolati.
Infine, si legge nella bozza, gli Stati membri saranno obbligati a introdurre un contributo di solidarietà eccezionale e temporaneo per l’industria fossile, «sulla base dell’utile imponibile realizzato nell’anno fiscale 2022» e solo in quell’anno. Le proposte passeranno via articolo 122, cioè direttamente dagli Stati, che potranno emendarle e approvarle a maggioranza qualificata.
Il Governo italiano intanto sta lavorando a un provvedimento per dare una certa quantità di gas a prezzo controllato alle aziende che stanno soffrendo. Lo ha annunciato il ministro per la transizione Ecologica Roberto Cingolani a Radio 24 spiegando che il provvedimento dovrebbe arrivare la settimana prossima. «Gli operatori che mettono questo gas a disposizione - ha detto - non sono delle onlus, sono aziende quotate in Borsa, non gli si può chiedere di regalare allo Stato il gas da dare a prezzo scontato, ci sono degli investitori a cui devono spiegare l’operazione».
«Sovraintendenze bloccano impianti»
Il ministro ha anche denunciato che «c’è una quantità enorme di potenza energetica di impianti nuovi bloccata perché ci sono le sovraintendenze che bloccano l’autorizzazione per una questione paesaggistica». Cingolani ha aggiunto: «Capisco l’importanza del paesaggio, trovo stucchevole dire che il paesaggio va in Costituzione, siamo in emergenza. Bisogna capire qual è la priorità».
«Già chiamati esperti per price cap»
L’Europa si muove velocemente per l’introduzione del price cap sul gas: «Già ieri c’è stata la chiamata per un primo gruppo di esperti, tra cui un italiano» ha detto il ministro della Transizione ecologica. Cingolani ha spiegato che è stato dato il mandato «per settembre» a studiare il price cap e che «nell’arco di due settimane» ci saranno le prime indicazioni. «Per la decisione - ha spiegato - non serve l’unanimità, si va a maggioranza qualificata».
«Pensare a nucleare, rinnovabili non bastano»
Il ministro si detto poi convinto che con le rinnovabili non riusciremo a mandare avanti la seconda manifattura in Europa per sempre: l’unica alternativa con l’uscita dal carbone e dal gas è il nucleare. Cingolaniha speigato che l’accelerazione sulle rinnovabili è fondamentale «ma bisogna avere qualcos’altro, sorgenti continue e programmabili». «Dobbiamo - spiega - uscire dal carbone e dal gas perché producono CO2, l’unica alternativa è il nucleare. Io poi dico tecnicamente, di nuova generazione, non le vecchie centrali. Se non facciamo questa scelta tecnologica ed ideale non riusciremo mai a sbloccarci. C’è un muro ideologico che va a scapito dei nostri figli. Stiamo bloccando il futuro dei nostri figli con le ideologie di oggi e questo non va bene».
Dubbi su obbligo di un elettrodomestico alla volta
Il ministro della Transizione ecologica nutre «qualche dubbio» sulla possibilità che si obblighi i cittadini a usare un elettrodomestico alla volta. «Non se ne è parlato - ha detto nellì intervista a Radio 24 - a livello della ministeriale. C’è una ridda di voci e indiscrezioni su quello che la Commissione sta elaborando. Dal punto di vista tecnico nutro qualche dubbio. Non tutti i cittadini europei hanno il contatore elettronico in casa. Mi sembra difficile da attuare. Che ci sia una forma moral suasion per usare le fasce orarie corrette e avere di avere una giusta sequenza di dispositivi elettrici in casa lo trovo ragionevole ma i cittadini lo fanno già automaticamente per risparmiar dati i costi folli».
Secondo Cingolani è difficile che arrivi una misura di questo tipo ma le proposte giungeranno a breve. Cingolani a proposito della possibilità di ridurre di un grado il riscaldamento ha detto che non ci saranno controlli per i singoli cittadini perché c’è un problema di privacy ed è «molto difficile entrare nelle caldaie e nelle docce dei cittadini». A livello di Commissione c’è un taglio volontario del 15% del consumo e uno obbligatorio con criteri più stringenti che per l’Italia è del 7%, tre miliardi e mezzo di metri cubi».
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