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«Cinque nuovi data center nel Tecnopolo Tiburtino per 300 milioni di investimento»

L'intervista a Giorgio Girelli, general manager di Aruba Enterprise

di Simona Rossitto

Giorgio Girelli, general manager di Aruba Enterprise

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Aruba, cloud provider italiano, è entrato di recente nel Gaia X Digital Clearing House, diventando «riferimento italiano per ottenere la conformità agli standard Gaia-X». Lo spiega Giorgio Girelli, general manager di Aruba Enterprise, facendo il punto sul posizionamento del gruppo nel settore del cloud. «In termini di investimenti in infrastrutture - annuncia nell'intervista a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e di Digit'Ed, gruppo attivo nella formazione e del digital learning - Aruba prevede la realizzazione di 5 nuovi data center nel Tecnopolo Tiburtino a Roma - 2 dei quali saranno già attivi durante quest'anno - e che vedranno un investimento di ulteriori 300 milioni di euro». Quanto infine alla decisione del Tar che ha parzialmente dato ragione alla cordata Aruba-Fastweb rispetto all'assegnazione del Psn, Girelli si limita a considerare che il gruppo preferisce «non commentare, così come al momento non sono in discussione eventuali future collaborazioni con la cordata aggiudicataria».

Report / DigitEconomy.24 - Il futuro del cloud

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Di recente, Aruba ha annunciato il suo ingresso nel Gaia-X Digital Clearing House, la rete di nodi esecutivi che valuta la conformità delle aziende che vogliono diventare compliant con gli standard di Gaia-X. Che cosa vuol dire in pratica?

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Nei giorni scorsi Aruba è diventata uno dei due nodi europei della Digital Clearing House di Gaia-X attualmente attivi e unico in Italia. L'obiettivo dei singoli nodi è di supportare le aziende nel raggiungimento della compliance ai servizi che verranno erogati nel cloud federato attraverso il Gaia-X Framework.Per Gaia-X i nodi rappresentano un primo passo concreto e tangibile per raggiungere l'obiettivo del progetto: consentire alle organizzazioni, alle aziende e agli utenti di elaborare e condividere i dati in modo efficiente ed economico, pur mantenendone sempre il controllo. Aruba, dopo il suo ingresso come "Day-1 Member" in Gaia-X e quello in Structura-X insieme a player francesi, tedeschi e di tutta Europa, continua il suo impegno nel progetto del cloud europeo. Diventando nodo, Aruba è il riferimento italiano per ottenere la conformità agli standard Gaia-X.

Che nuovi progetti avete sul cloud, anche in termini di investimento?

Per Aruba, oggi principale cloud provider italiano e punto di riferimento per il cloud europeo in Italia, i progetti di sviluppo delle infrastrutture e delle soluzioni cloud rappresentano uno dei filoni di investimento più importanti.Un elemento caratterizzante e distintivo è il nostro network di data center, autocostruito, certificato sui massimi standard di mercato e distribuito su tutto il territorio nazionale. Per le aziende il data center è sinergico e complementare al cloud. Il cliente infatti dalle infrastrutture di Aruba può interconnettere il proprio cloud a bassa latenza ai servizi che possiede sugli hyperscaler: in sostanza ha la massima libertà sul ‘dove' posizionare i propri workload ed ha a disposizione tutti i servizi cloud dei vari provider da un unico punto di accesso.In termini di investimenti in infrastrutture, Aruba ha visto la recente attivazione di 2 nuovi data center nel campus di Ponte San Pietro a cui presto si aggiungerà un ulteriore data center, per un investimento totale di 500 milioni di euro, ed inoltre la realizzazione di 5 nuovi data center nel Tecnopolo Tiburtino a Roma - 2 dei quali saranno già attivi durante quest'anno - e che vedranno un investimento di ulteriori 300 milioni di euro. Aruba, inoltre, persegue da anni un piano strutturato di sostenibilità energetica che è principio guida nella realizzazione e nella gestione delle nostre infrastrutture, che la rende un'azienda a basso impatto ambientale, grazie ad un approccio green-by-design. Tale approccio vede in primo luogo l'impiego di tecnologie e architetture impiantistiche performanti ed efficienti che, affiancate ad un utilizzo responsabile delle risorse naturali per il raffreddamento delle sale dati, consentono di ridurre al minimo l'utilizzo di energia per altro proveniente al 100% da fonti rinnovabili.Dal 2015 Aruba ha intrapreso anche la strada della produzione di energia rinnovabile con l'acquisizione di una centrale idroelettrica all'interno del campus di Ponte San Pietro. Nel 2020 a questo progetto si sono aggiunte ulteriori 4 centrali idroelettriche situate in Veneto, Friuli e Lombardia, che insieme agli impianti fotovoltaici installati sui data center, raggiungono una produzione annuale media di 35 GWh.

Q uanto al Polo Strategico Nazionale, voi avete partecipato alla gara in cordata con Fastweb. Gara poi vinta da Tim-Cdp-Sogei-Leonardo. Che cosa rappresenta la decisione del Tar che vi ha dato ragione su due doglianze? Pensate sia possibile in futuro una collaborazione con la cordata aggiudicataria del Psn?

In realtà è stata la cordata Fastweb-Aruba a prevalere nella gara per il Polo Strategico Nazionale, successivamente, la cordata rivale ha esercitato il diritto di prelazione previsto dal bando di gara adeguandosi sia al prezzo sia all'offerta tecnica. La nostra offerta, infatti, era risultata la migliore e la partecipazione di Fastweb e Aruba ha avuto il beneficio concreto di un risparmio considerevole per lo Stato.Riguardo alla recente sentenza del Tar, non essendo definitiva, preferiamo non commentare, così come al momento non sono in discussione eventuali future collaborazioni con la cordata aggiudicataria. Indipendentemente da come si concluderà il procedimento giudiziario, è certo che Aruba sta continuando a sviluppare soluzioni cloud e costruire data center altamente tecnologici e sostenibili, che sono e saranno a disposizione di imprese e Pa. Il mercato del cloud in Italia è in forte crescita ed Aruba farà la sua parte per supportare il Pese nei processi di trasformazione digitale come ha fatto negli ultimi 30 anni.

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