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Cinque nuovi hotel per VRetreats

VRetreats chiuderà il 2023, secondo le previsioni, con più di 57 milioni di fatturato e un margine operativo lordo (ebitda) di 20 milioni (nel 2022 i ricavi sono stati 33 milioni). Lo sviluppo continuerà soprattutto attraverso strutture prese in affitto (solo i due alberghi di Taormina sono di proprietà), anche se i vertici non escludono il management contract

di Silvia Pieraccini

2' di lettura

Sale a quota nove alberghi il marchio VRetreats, collezione di alta gamma creata a partire dal 2021 dal gruppo Alpitour, che raggruppa hotel di città ad alto contenuto storico-architettonico. L’ultimo arrivato è “Il Tornabuoni” di Firenze, 62 camere, palestra, terrazza sul tetto, bistrot con dehor, ristorante gourmet (in apertura a novembre), ospitato nel quattrocentesco Palazzo Minerbetti proprietà del gruppo Hines, in pieno centro a due passi dall’Arno, nella strada dello shopping di lusso che dà il nome all’hotel. Alpitour l’ha rilevato dal gruppo romano Ag Hotels e ora intende valorizzarlo puntando su ristorazione, servizi, arte e cultura.

«Stiamo pensando a un percorso nella bellezza da proporre ai nostri ospiti – hanno spiegato a Firenze Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato di Alpitour World e Paolo Terrinoni, amministratore delegato di VoiHotels di cui VRetreats fa parte – forti anche delle sinergie che possiamo attuare grazie al know how da tour operator. L’Italia ha grandi potenzialità di attrazione nel mondo e siamo convinti che ci sia spazio per l’ospitalità di alto livello anche in città meno famose e meno frequentate». Andrà in questo senso il piano di sviluppo di VRetreats, che oggi conta alberghi a Venezia, Roma, Firenze, Taormina (due), Ortigia-Siracusa, Lecce, Cervinia e vicino Olbia, per un totale di 570 camere: «Entro fine anno le strutture saliranno da 9 a 12 – ha annunciato Burgio – e stiamo guardando anche alla possibilità di acquisire appartamenti da proporre con i servizi alberghieri».

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L'hotel «Tornabuoni» a Firenze

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Le risorse non sono considerate un problema da un gruppo come Alpitour, controllato da Tamburi Investment partners, che quest’anno fatturerà 2,4 miliardi di euro: «La divisione VRetreats sta dando ottimi risultati – afferma il presidente – e ci sono investitori che vogliono accompagnarci in questo progetto che per certi versi è distonico rispetto alla storia di Alpitour». VRetreats chiuderà il 2023, secondo le previsioni, con più di 57 milioni di fatturato e un margine operativo lordo (ebitda) di 20 milioni (nel 2022 i ricavi sono stati 33 milioni). Lo sviluppo continuerà soprattutto attraverso strutture prese in affitto (solo i due alberghi di Taormina sono di proprietà), anche se i vertici non escludono il management contract (mentre viene escluso il franchising). «L’aumento dei tassi d’interesse provocherà qualche default – conclude Burgio – e noi staremo alla finestra per vedere se sul mercato c’è qualcosa di interessante».

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