Cinque professioni digitali da 5 milioni di posti di lavoro (e dove studiarle in Italia)
di Enrico Marro
4' di lettura
Oggi che i robot sostituiscono gli operai, i droni (forse) licenziano i postini e i software di lawtech prendono il posto dei praticanti avvocati, quali sono davvero le professioni del futuro? Attraverso l'esame di qualcosa come due milioni di offerte di lavoro e dei top trend di evoluzione digitale, una bella ricerca condotta da Idc per conto di Cisco fa il punto della situazione nel settore informatico, quello destinato probabilmente a crescere di più: si parla di oltre cinque milioni di nuovi posti di lavoro a livello mondiale nei prossimi nove anni, tutti ovviamente ben retribuiti.
Ma scendiamo nel dettaglio dell’analisi. Idc sceglie di costruire una matrice per identificare da una parte le figure professionali più richieste attualmente dal mercato, ma dall’altra anche quelle destinate secondo manager ed esperti a rivestire un ruolo strategico nell'ecosistema del business, crescendo di più nel prossimo futuro. Il risultato porta a cinque macroaree settoriale, ciascuna con diversi profili professionali. Vediamo quali sono.
1. Data management/analytics
Questa macroarea (in grande ascesa in tutto il mondo, sia sotto il profilo delle offerte di lavoro che delle retribuzioni) comprende cinque profili professionali specifici: business intelligence analyst, business intelligence architect/developer, data engineer, data scientist e database architect. I dati scorporati per aree geografiche mostrano che in Europa occidentale oggi le aziende faticano a trovare data engineer e database architects, ma che in futuro i profili destinati a crescere più in fretta sono quelli di data scientist e business intelligence architect/developer.
Dove studiare i big data in Italia? Un recente rapporto del Miur ha effettuato il censimento dei corsi universitari in questa profittevole macroarea, evidenziando come purtroppo siano confinati perlopiù all’interno di ingegneria o informatica (mentre negli Stati Uniti e in Gran Bretagna un approccio allo studio dei big data è capillare in molte facoltà). Tra gli atenei che offrono lauree magistrali o master specifici si segnalano i Politecnici di Milano e Torino, la Bocconi, le università di Bologna, Padova, Bolzano, Trieste, Venezia, Firenze, Genova, Milano-Bicocca, Pisa, Siena, le tre di Roma (Luiss, Sapienza e Tor Vergata), L’Aquila, Molise.
2. Cyber Security
Quello della sicurezza informatica è uno dei settori chiave per il futuro, sottolinea lo studio Idc-Cisco, sia sotto il profilo dell’importanza che della crescita nel lungo termine. Il profilo del security management specialist, in particolare, è al vertice nella classifica delle figure professionali ritenute strategiche dagli esperti di tecnologia, sia a livello mondiale che nello specifico del contesto europeo. Assai importante è anche il profilo del Cyber/Information security engineer/analyst, destinato a sua volta a crescere notevolmente in futuro. L’Italia non fa eccezione: secondo un rapporto Accenture Ponemon Institute, l’anno scorso la criminalità informatica è costata al nostro Paese 6,73 miliardi di dollari.
Figure professionali specializzate saranno fondamentali anche in Italia, ma dove trovare corsi universitari per diventare specialisti della sicurezza digitale? A Milano innanzitutto, sia al Politecnico che alla Statale (sede di Crema), ma anche a Trento, Genova, Modena-Reggio, Pisa, Roma (Sapienza e Luiss), Bari e Cagliari.
3. Infrastrutture IT
L’area delle infrastrutture informatiche rappresenta un’altra valida scelta, anche se è destinata a una crescita meno impetuosa di quelle dei big data e della cybersicurezza. Network engineer/architect, network/systems administrator, systems analyst, social media tech manager/administrator, computer support specialist: questi secondo lo studio Idc-Cisco i profili più interessanti nella macroarea.
Per acquisire competenze di base in queste aree sono sicuramente utili percorsi universitari in ingegneria informatica ed elettronica, che formano sistemisti di rete.
4. Sviluppatori di software e app per mobile
Un’altra macroarea evergreen è quella degli sviluppatori di software e app. Cinque i profili in cui secondo Idc-Cisco si segmenta questa filiera: machine learning designer/developer/engineer, mobile app developer, software developer/engineer, UI/UX designer/developer e web developer. Qui però il diavolo sta nei dettagli: per alcune di queste figure esiste una grande richiesta attuale ma una crescita di lungo termine meno rilevante (è il caso dello sviluppatore software), mentre altre già molto richieste oggi (lo sviluppatore di app per mobile) saranno secondo gli esperti di grande importanza anche nellecosistema aziendale del futuro.
I percorsi di laurea in ingegneria informatica ed elettronica sono in grado di dare una buona base formativa ai programmatori, anche se a detta di molti poi è sul campo - ossia in azienda - che ci si fanno le ossa.
5. Digital Transformation
La quinta e probabilmente più affascinante tra le macroaree individuate dallo studio Idc-Cisco è quella della “trasformazione digitale”, ovvero delle figure professionali in grado di traghettare le aziende verso il loro futuro in chiave 4.0: profili specializzati in change management e transformation consulting, senza dimenticare ingegneri e programmatori legati al mondo in rapida espansione dell’Internet delle Cose, dalla domotica alla robotica. Tutte figure professionali che tuttavia, secondo l’analisi, in Europa non hanno un tasso di offerte di lavoro attuali e di crescita a lungo termine paragonabile a quello delle altre quattro aree professionali.
Tra i percorsi universitari specifici attivati nel segmento dell’Internet delle Cose, sono da ricordare quelli recentemente avviati dagli atenei di Udine e di Perugia.
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