ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùEcosistema urbano

Ecosistema urbano, città green: i Comuni chiedono aiuto su progetti, trasporti e Pnrr

In occasione dei 30 anni dell’indagine di Legambiente e Ambiente Italia amministratori locali del passato e del presente si sono confrontati sui temi chiave e sulle sfide della transizione ecologica

di Giacomo Bagnasco

Città più verdi d'Italia, ecco la classifica del 2023

3' di lettura

Trent’anni di Ecosistema urbano. E la presentazione, da parte di Legambiente e Ambiente Italia, del rapporto annuale sulle performance ambientali dei capoluoghi di provincia diventa l’occasione per parlare del presente con uno sguardo al passato - a quegli anni 90 in cui l’attenzione a certi temi fece notevoli passi avanti, anche grazie alla sensibilità di alcune amministrazioni comunali - e “naturalmente” con una serie di riflessioni e auspici su quelli che sono stati definiti i cantieri di domani.

L’indagine 2023 pubblicata sul Sole 24 Ore ha visto vincere Trento, seguita da Mantova e Pordenone. Ma la classifica annuale sulle città più verdi è stata anche l’occasione per celebrare il 30° anniversario del rapporto sulle performance ambientali dei capoluoghi e dibattere sul futuro dei contesti urbani. Partendo da alcuni princìpi enunciati dai numerosi relatori intervenuti al convegno che si è tenuto a Roma.

Loading...

Rivedi la diretta video dell’evento di presentazione del rapporto 2023

Pianificazione e urbanistica chiavi di volta

Antonio Bassolino - già sindaco di Napoli e presidente della Regione Campania - considera l’urbanistica come primo punto di applicazione delle politiche ambientali («perché, come in politica, anche nell’urbanistica il vuoto non esiste e se non c’è un piano regolatore le costruzioni vanno avanti per conto loro») e afferma che con un trasporto pubblico efficiente si applica «un moderno diritto di cittadinanza».

La forza della pianificazione è riaffermata dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che cita tre progetti per la sua città: la “Bicipolitana” (già attuata), l’intervento ora in atto per l’ecosostenibilità delle scuole, il finanziamento da 1,8 miliardi per arrivare ad attuare l’arretramento della linea ferroviaria nella tratta Pesaro-Fano.

Sulla progettualità si è concentrata anche Silvia Fregolent, componente della commissione Ambiente del Senato, legandola a una visione e pure alla disponibilità degli amministratori di prendere rischi in termini di consenso. «Una politica lungimirante, visionaria, ma anche concreta», è quella che indica come modello Laura Castelletti, sindaca di Brescia, annunciando la candidatura della sua città a European Green Capital e l’obiettivo di coinvolgere i cittadini in un percorso di transizione ecologica.

Un aspetto, questo, sottolineato dall’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, un altro dei protagonisti di una stagione ben definita, che sottolinea la “fortuna” degli amministratori attuali in relazione alla ricchezza di dati messi a disposizione dalle tecnologie digitali e alla programmazione che ne può derivare, affermando che una transizione verde in città può avvenire solo «grazie a un’alleanza con il popolo, per non far vincere lo scetticismo.

Abbiamo bisogno di una politica ambientale popolare, non dirigistica, non astratta, con la consapevolezza che queste tematiche sono avversarie di una nuova stagione di populismo».

Loading...

La centralità del trasporto pubblico

Su un necessario aumento dell’offerta del trasporto pubblico locale (Tpl), per cui occorrebbero più risorse statali, il consenso appare generalizzato. «In Italia scontiamo una marginalità del Tpl, determinata dalla scarsità di risorse che vengono assegnate - osserva il sindaco di Lecce Carlo Salvemini - mentre bisognerebbe agire per dare più trasporto pubblico a chi ne ha più bisogno».

Luca Vecchi, primo cittadino di Reggio Emilia, dice che una progettazione sul Tpl riguardante le città medie, se sostenuta adeguatamente dallo Stato, porterebbe grandi risultati e sarebbe un’opportunità per tutto il Paese. «In Francia e in Germania - aggiunge - è la norma, le città sono state pedonalizzate perché i governi hanno inciso. E questo in Italia non succede, indipendentemente dal colore politico dei Governi che si sono succeduti».

Il nodo Pnrr tra progetti e fondi dirottati

Vecchi affronta anche l’argomento dei progetti che i Comuni potrebbero vedere realizzati grazie al Pnrr: «Io mi auguro che i tagli ai danni degli enti locali non si concretizzino e finora, non avendo avuto comunicazioni ufficiali, le città vanno avanti con i loro percorsi, appaltando i lavori. D’altronde i Comuni, più di altri, hanno dato risposte puntuali per mettere a terra i risultati entro il 2026».

Patti L’Abbate, vicepresidente della commissione Ambiente della Camera, lamenta il fatto che «i fondi del Pnrr sono stati dirottati altrove» e auspica anche che i sindaci possano contare su un maggior numero di persone con competenze specifiche sull’ambiente.Ma quelle che erano risorse del Pnrr non dovrebbero entrare nelle casse comunali sotto un’altra forma? «A mio parere è difficile fidarsi dei “secondi momenti” - risponde Silvia Fregolent -. Prendiamo i fondi che sarebbero serviti per combattere il dissesto idrogeologico: questi soldi sono stati attribuiti ad altro e dubito che saranno ritrovati».


Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti