sviluppo urbano

Città made in Italy in Albania, via al Tirana Riverside di Boeri

di Paola Dezza

Il nuovo quartiere. Il Tirana Riverside che cambierà volto a una vasta area della capitale albanese

4' di lettura

Prende nome dal vicino fiume il Tirana Riverside, il nuovo quartiere che cambierà volto a una vasta area della capitale albanese.

Un quartiere all’avanguardia nel metodo di costruzione e negli accorgimenti necessari all’abitare nel post Covid-19. Il masterplan nato dallo studio Stefano Boeri Architetti insieme a SON-Group ridisegna un’area di 29 ettari a nord della città con grandi parchi e giardini verdi nei quali sono immersi una quarantina di edifici prevalentemente residenziali. Da qui parte l’arteria principale della città, il Boulevard - allungato per l’occasione di 1,2 chilometri - che arriva fino a piazza Scanderberg, centro della capitale, che porta i segni della storia del Paese da quando fu ampliata tra il 1920 e il 1930 sotto la dittatura fascista del Regno d’Italia e arricchita poi da monumenti e teatri.

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«Abbiamo disegnato il masterplan di Tirana nel 2014 con una serie di zone di sviluppo tra cui quella che sarà oggetto della riqualificazione – racconta Stefano Boeri in esclusiva al Sole24 Ore -. Il progetto nasce per dare abitazioni agli sfollati del sisma del novembre 2019. Nonostante il terremoto abbia colpito soprattutto Durazzo e le città della costa, a Tirana molte case sono diventate a rischio tanto da ipotizzare una demolizione». Nel nuovo quartiere troveranno casa 1500 famiglie sfollate dal terremoto, insieme a chi ha abitato la zona finora in soluzioni abusive e a giovani coppie.

«Delle quattro aree di sviluppo, la nostra è la prima a partire – continua Boeri -. Ospiterà circa 13mila persone. Abbiamo scelto di realizzare un quartiere innovativo, all’avanguardia, puntando su efficienza ed autosufficienza energetica, mobilità solo elettrica nel quartiere e una serie di accorgimenti in linea con un mondo post Covid-19. Abbiamo ragionato molto sull’idea che le città debbano funzionare come insieme di borghi entro cui ci si muove a piedi o in bicicletta». Il quartiere, che avrà quindi tutte le tecnologie di una Smart City, risponde a domande post pandemia con appartamenti che avranno una sorta di veranda come spazio di incontro, una stanza in più per le emergenze, come quella di isolare un malato contagioso, e spazi esterni. «I tetti verdi diventano la quinta facciata – dice Boeri – dove troveranno spazio il sistema fotovoltaico, ma anche laboratori artigianali, saranno quello che erano i cortili una volta. Intorno un parco con piste ciclabili, mentre le attività commerciali avranno tutte spazi all’aperto».

Nel masterplan trovano posto torri ed edifici più bassi. «Per mantenere un mix funzionale ci sono anche una scuola primaria e secondaria, l’università, una chiesa e una moschea» aggiunge Francesca Cesa Bianchi, a capo del progetto. Tre sono i grandi poli in centro e ai lati dell’area, complessi di più edifici. In tutto si tratta di 400mila metri quadrati di costruito.

«Tirana rappresenta una delle realtà più avanzate nel campo della progettazione urbana e sostenibile e siamo felici di poter contribuire, una volta di più, a progettare il suo futuro» afferma Stefano Boeri.

«Il programma conta su finanziamenti misti tra il Governo albanese, la Comunità europea e donatori internazionali, tra i quali l’Italia» dice al Sole24ore il premier Edi Rama. Il valore del progetto si aggira intorno ai 250 milioni di euro, dato che costruire in Albania ha costi che si aggirano intorno ai 400 euro al metro quadrato. «Con l’intervento dei privati il valore del progetto potrebbe salire ulteriormente - spiega il sindaco di Tirana Erion Veliaj -. Il terremoto ha creato l’opportunità di fare un nuovo quartiere integrato, circa 3mila appartamenti, dove abiteranno persone che hanno perso la casa per il sisma, ma anche giovani coppie per le quali come Comune paghiamo gli interessi del mutuo».

Con l’approvazione di ieri del Consiglio dei ministri partiranno le gare per appaltare i lavori dei diversi lotti alle imprese costruttrici. Questa fase vedrà il coinvolgimento di giovani architetti albanesi che si occuperanno, con la supervisione dello studio Boeri, di disegnare i singoli edifici. Oltre al Masterplan, lo studio Boeri si occuperà della stesura di linee guida alla progettazione dei singoli palazzi, con lo scopo di lavorare a stretto contatto con il territorio, riattivando le economie delle piccole e medie imprese albanesi.

Tirana Riverside è il primo quartiere d’Europa progettato in accordo con il Governo e la Municipalità. Il masterplan, disegnato per un’area di proprietà pubblica, rappresenta il più ampio progetto di rigenerazione urbana mai concepito, favorendo una mixité funzionale e sociale per accogliere diverse culture e provenienze.

Del team internazionale hanno fatto parte anche lo studio tedesco Transsolar KlimaEngineering per la sostenibilità, MIC-Mobility in Chain per la mobilità, Esa per gli impianti e SCE Project per progettazione e calcolo strutturale.

L’agronoma e paesaggista Laura Gatti si è occupata del verde, pubblico e privato, distribuito nelle aree comuni, sulle superfici verticali e sui tetti, considerati come spazi abitativi in grado di ospitare numerose specie vegetali, nelle aree dedicate al coworking e alla consegna di merci, impianti sportivi e per il tempo libero, giardini pensili e ponti pedonali.

Superato lo step dell’approvazione si prevede di aprire cantieri nei primi mesi estivi, con l’obiettivo di consegnare le prime unità abitative entro 12 mesi, garantendo ai nuclei familiari spazi aperti e verdi, secondo quelli che sono i nuovi standard di pianificazione urbana.

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