Città sempre più smart e connesse
I sistemi per la raccolta ed elaborazione dati hanno un ruolo strategico, reso oggi ancora più importante grazie all’intelligenza artificiale: mobilità, sicurezza, ambiente e gestione sociale rappresentano i principali ambiti di applicazione
di Claudia La Via
3' di lettura
Gestione intelligente della mobilità, potenziamento della sicurezza, ma anche attenzione all’ambiente e a una gestione sociale ed economica più equa, sono solo alcune delle sfide che oggi le città sono chiamate a raccogliere, e per le quali la tecnologia è strumento imprescindibile. Si parla da anni di smart city, “città intelligenti” e connesse dove i dati hanno un ruolo strategico, reso oggi ancora più importante grazie all’Intelligenza artificiale. In Italia, come sottolinea l’Osservatorio Smart City del Politecnico di Milano, grazie al Pnrr il mercato delle “città intelligenti” potrebbe espandersi nei prossimi anni ben oltre i 900 milioni di euro del 2022, con una crescita superiore ai corrispondenti mercati internazionali. A spingere in questa direzione è anche la connettività mobile ultraveloce di cui il nostro Paese è pioniere a livello internazionale, con Milano capitale europea del 5G che conta oltre 90 milioni di euro di investimenti in quattro anni, una copertura pervasiva su tutto il territorio e circa 10 milioni di euro stanziati per progetti innovativi in questo ambito.
La tecnologia e la digitalizzazione, però, da sole non bastano: occorre una vera “intelligenza diffusa” capace di dare un senso a tutte le informazioni e i dati raccolti. Per questa ragione oggi sta prendendo piede un nuovo paradigma di gestione che passa sotto il nome di Global monitoring. Grazie a sistemi di comunicazione, piattaforme, sensori, satelliti, radar, soluzioni di cyber security e sistemi di Intelligenza artificiale per operazioni di ricognizione, identificazione e intelligence, è possibile infatti non solo garantire la sicurezza di territori, infrastrutture critiche e trasporti, ma anche tutelare gli ecosistemi. Saper gestire questo complesso ecosistema di soluzioni tecnologiche permette infatti di avere un quadro completo, preciso, aggiornato e facilmente accessibile di tutto ciò che si vuole osservare: dall’ambiente alla tutela del patrimonio culturale, dal controllo delle frontiere all’agricoltura e fino alla sorveglianza marittima, la gestione delle emergenze o dei grandi eventi.
Che al centro di questo “monitoraggio globale” ci siano proprio le città non sorprende: esse sono infatti l’ultimo miglio della digitalizzazione, da cui passa la trasformazione di tutto il Paese e dell’intero pianeta, chiamato nel prossimo futuro ad accogliere la popolazione mondiale in ambienti sempre più “urbanizzati”, intelligenti e organizzati.
Secondo le Nazioni Unite, infatti, entro il 2050 la percentuale della popolazione mondiale che potrebbe risiedere nelle aree urbanizzate aumenterà fino a raggiungere il 68% del totale. Un incremento che andrà di pari passo con le crescenti aspettative delle persone di vivere in città sempre più efficienti, fruibili e sicure. Per questa ragione sarà imprescindibile dotarsi di sistemi di city management che consentano di assumere decisioni informate, coordinate e tempestive non solo sul fronte della mobilità, ma anche in ambito energetico e ambientale, oltre che sulla comunicazione, la sicurezza fisica e quella digitale di abitanti, infrastrutture e sistemi.
Un esempio nel nostro Paese è rappresentato da X-2030, la piattaforma messa a punto da Leonardo, con l’obiettivo di acquisire e integrare enormi quantità di dati provenienti da sorgenti eterogenee, analizzarle attraverso sistemi di Intelligenza artificiale, cloud, supercalcolo, modelli predittivi, algoritmi di deep learning e video analytics, e convertirle in indicazioni utili ad amministratori e forze dell’ordine per governare il territorio come un vero e proprio “sistema di sistemi”, assumendo decisioni basate su informazioni accurate e previsioni precise. Sistemi come questo consentono, per esempio, di prevedere la domanda di trasporto, ottimizzare i flussi di traffico e identificare aree di miglioramento sotto il profilo del consumo energetico, con ricadute positive anche dal punto di vista ambientale.
Di esempi di “città virtuose” in questo senso ce ne sono già alcune nel mondo. Fra queste Amsterdam, che ha messo in piedi una serie di progetti che vanno dalla gestione intelligente dell’energia all’implementazione di infrastrutture per la mobilità elettrica, dimostrando come la tecnologia possa essere al servizio della sostenibilità. Copenhagen, invece, grazie a sistemi di analisi evoluta dei dati e di monitoraggio globale, ha avviato l’implementazione di soluzioni di energia rinnovabile per la promozione di un modello di città a basse emissioni di carbonio. Oppure Singapore, che sta implementando una strategia di digitalizzazione avanzata che include, fra le altre cose, anche l’automazione dei trasporti pubblici, l’utilizzo di sistemi di Ai per migliorare i servizi sanitari, e lo sviluppo di quartieri intelligenti per migliorare la qualità della vita urbana.
Certo, all’interno di ecosistemi così complessi, la vera sfida per il futuro delle città sarà riuscire a garantire la massima sicurezza, non solo fisica ma anche virtuale di sistemi e persone. I dati diventano infatti la principale vulnerabilità e salvaguardarne l’integrità significherà anche assicurare che servizi e infrastrutture cruciali per la città e i cittadini non vengano interrotti.
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