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Civitavecchia, rilancio del porto grazie a Pnrr e investimenti

Lo scalo numero uno per le crociere, dopo il crollo dei passeggeri con la pandemia, ritrova le grandi navi ma punta su infrastrutture, diversificazione dei traffici e sul supporto di Gaeta e Fiumicino

di Raoul de Forcade

 Il Porto di Civitavecchia è tra i principali scali del Mediterraneo per il traffico crocieristico

4' di lettura

«Questo porto ha avuto delle difficoltà, si sta rimboccando le maniche, sta facendo anche scelte dolorose e qualche sacrificio ma sta costruendo lo scalo del futuro, a Civitavecchia come a Fiumicino e Gaeta». Così Pino Musolino, numero uno dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale (che gestisce i porti di Roma), spiega la strategia messa in atto dall’inizio della sua presidenza, iniziata il 16 dicembre 2020, all’indomani della giornata in cui il Comitato di gestione dell’Adsp aveva bocciato il bilancio di previsione dell’Authority. «Un bilancio - ricorda Musolino - che presentava quasi 10 milioni di euro di disavanzo. Un unicum nella storia delle Adsp: non era mai successo che bocciassero un bilancio così clamorosamente e non era mai successo che ci fosse un disavanzo così marcato» in un porto; «che, tra l’altro, aveva una fortissima, se non esclusiva, dipendenza dal traffico crocieristico, con una residuale e poco marcata vocazione ad altri traffici. Il tutto a cavallo tra due ondate pandemiche. Comunque, poiché nel nostro ordinamento non esiste una norma per le Adsp che preveda come farle uscire dal dissesto finanziario, io e il segretario generale (Paolo Risso, ndr), applicando degli istituti giusprivatistici della crisi d’impresa, abbiamo messo insieme un sistema di riequilibrio dei conti e di tagli, avviando, al tempo stesso, un’aggressiva campagna sulla parte merci e sulla diversificazione dei traffici, per far ripartire l’aspetto del porto più commerciale e meno legato ai passeggeri. E ora, dopo due anni, i risultati cominciano a vedersi. Questo vale anche per Gaeta, che ci sta dando soddisfazioni, mentre abbiamo fatto partire il cantiere del nuovo porto commerciale di Fiumicino, con 36 milioni d’investimento».

Pino Musolino. Presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale

Una rinascita che sta registrando anche la Corte dei conti, sia pure coi tempi propri della pubblica amministrazione, visto che ai primi di maggio 2023 è stato pubblicato il report sulla gestione dell’Adsp relativa al 2021, in cui si dà atto del fatto che questa ha iniziato un risanamento del bilancio ma con misure, si dice, che ancora «non hanno avuto carattere strutturale». Il report della Corte dei conti ,dice Musolino, «è riferito al 2021; le relazioni 2022 e 2023 continueranno ad andare nella direzione di risanamento».

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Grazie anche al Pnrr, peraltro, l’Adsp sta investendo in modo cospicuo sullo sviluppo dei porti di Roma. «Siamo nell’ordine - sostiene Musolino - di oltre 250 milioni di euro di opere già cantierate o in procinto di esserlo. Nel conto ci sono 180 milioni di Pnrr puro più altri 22 derivanti dal programma green ports, finanziamenti le cui cifre, con l’adeguamento dei prezzi, sono un po’ salite e quindi si arriva a circa 220. Abbiamo, inoltre, circa 30 milioni per i collegamenti ferroviari di ultimo miglio e i 36 milioni di Fiumicino». In quest’ultimo scalo, dice Musolino «realizzeremo il nuovo porto commerciale di Roma, il cui primo lotto (aggiudicato a marzo, ndr) riguarda la costruzione della nuova diga di sopraflutto con la banchina per ospitare tutta la flotta peschereccia. Questa operazione ci permette di liberare le sponde del porto canale e quindi di avviare la creazione del porto commerciale».

A Gaeta, invece, prosegue, «abbiamo completato 180mila metri quadri di nuovi piazzali e approfondito il fondale portandolo a 10,5 metri. L’anno scorso, peraltro, abbiamo già portato in banchina 1,8 milioni di tonnellate di rinfuse, dando anche a quel porto un’identità abbastanza chiara, perché si rivolge al distretto produttivo del Sud Pontino, che è la parte più industrialmente avanzata della Regione Lazio».

Per quanto riguarda Civitavecchia, sottolinea Musolino, «quest’anno raggiungeremo un numero di crocieristi in transito compreso tra 2,7 e 2,8 milioni (nel 2022 erano stati 2,1 milioni, ancora 480mila in meno rispetto al 2019 precovid, ndr). Se le previsioni saranno rispettate, sarà il record storico mai fatto da un porto italiano nella gestione dei crocieristi. Abbiamo le banchine piene per il 2024 e quasi tutte prenotate anche per il 2025. I denari provenienti dal Pnrr, poi, ci consentiranno di costruire 400 metri di antemurale che verranno successivamente utilizzati per ottenere altri 400 metri di accosto utile per le crociere. Inoltre 80 milioni saranno dedicati al cold ironing, per poter dare elettricità a 13 navi alla volta».

Fuori dal Pnrr, poi, chiosa Musolino, «abbiamo fatto partire il cantiere dell’ultimo miglio ferroviario, che è in costruzione: a dicembre 2023 il porto di Civitavecchia avrà tutte le banchine commerciali collegate con la ferrovia e un nuovo parco di manovra con sei binari da 650 metri di lunghezza, peraltro espandibile. È, inoltre, in corso la gara per dare in concessione la darsena traghetti, che dovrebbe concludersi nel 2023». Sempre a Civitavecchia, conclude Musolino, «stiamo per far partire una marina per gli yacht, in collaborazione col principato di Monaco, e stiamo stringendo un accordo con Aeroporti di Roma per il collegamento ferroviario veloce porto-aeroporto, anche in vista del Giubileo 2025. Lavoriamo, poi, con la Regione Abruzzo che è capofila, al progetto Ue Life3h, che ci porterà alla realizzazione di una hydrogen valley, nello scalo. Abbiamo, infine, 60 ettari di aree retroportuali disponibili, sulle quali stiamo cercando di insediare attività logistiche e di semilavorazione: sul progetto stiamo operando molto bene con Unindustria Lazio e Civitavecchia».

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