“Clara, il rinoceronte” è la nostalgica star di un mondo perduto
La mostra dedicata al celebre mammifero è al Rijksmuseum fino al 15 gennaio
di Stefano Biolchini
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“In nomen omen” sostenevano i latini con una celeberrima locuzione; e, giustappunto, all’aggettivo “clarus” il dizionario fa corrispondere la traduzione di “famoso”. Ebbene mai nome, “Clara”, fu più azzeccato per la pesante protagonista della mostra “Clara il rinoceronte”, al Rijksmuseum fino al 15 gennaio 2023, dedicata proprio al rinoceronte più famoso della storia.
Bizzarro destino quello del “Rhinocerotidae” che nel diciottesimo secolo divenne una vera e propria star dell’epoca, con esibizioni che dalla natìa India la impegnarono in lunghe tournée da un lato all’altro dell’Europa, da Vienna a Parigi, da Napoli a Roma, da Venezia, a Copenaghen. Morirà poi a Londra nel 1758. Clara era infatti misteriosa e sconosciuta, grande e impressionante, ma soprattutto diversa da tutti gli animali allora noti.
Ha contribuito a cambiare il nostro rapporto con gli animali
La storia della “Signorina Clara”, come veniva graziosamente annunciata, è un chiaro (sic!) esempio di come il binomio fra conoscenze scientifiche e visioni d’artista abbiano contribuito a cambiare la concezione e la percezione del nostro rapporto con gli animali. Perché Clara della sua epoca fu protagonista indiscussa fra le fiere come le corti europee, impegnando pittori, scultori, orologiai, ceramisti e gioiellieri nell’immortalarla a più riprese. Quanto ai pittori, Jean-Baptiste Oudry la ritrasse nel 1749 (Staatliches Museum Schwerin) . Lo stesso Pietro Longhi la dipinge minuziosamente mentre viene mostrata al pubblico mascherato durante il Carnevale veneziano del 1751, e il suo celebre ritratto (Pietro Falca, detto Pietro Longhi, Il rinoceronte, Ca’ Rezzonico ) è presente in mostra proveniente dalle collezioni veneziane, così come la grande scultura in marmo dell’artista di Gand Pieter Anton Verschaffelt, arrivata dalla Collezione Rothschild di Waddesdon Manor, e un rarissimo orologio da una collezione privata olandese, del bronzista e orologiaio parigino Jean-Josephde Saint-Germain, dove Clara rappresenta l'elemento portante. Perché Clara fu un vero e proprio status symbol, prova ne sia il bel ritratto della principessa Maria Luisa di Parma davanti all’orologio esibito sul maestoso caminetto e che ha per base proprio il rinoceronte, (Ritratto di Maria Luisa di Borbone-Parma, Laurent Pêcheux, 1765, Palazzo Pitti).
Albrecht Dürer
In mostra sono ben sessanta tra dipinti, disegni, medaglie, sculture,libri, orologi e persino un boccale e in gran parte si possono ammirare per la prima volta. Tra le tante opere la prima stampa europea di un rinoceronte realizzatada Albrecht Dürer nel 1515.
Quanto alla storia del grande mammifero, non fu il primo rinoceronte apparso in Europa, ma sicuramente il più famoso. Nel 1741 sbarca a Nieuwendam nei pressi di Amsterdam dopo un lungo viaggio dall’India. Il suo proprietario, Douwe Mout van der Meer, la mostra a chiunque sia disposto a pagare per ammirarla: dalle corti reali alle fiere e ai mercati, perfino come speciale attrazione speciale durante il carnevale. Con il suo seguito, per circa diciassette anni Clara viaggia attraverso l’Europa su un carro costruito appositamente per lei.Tocca quasi tutte le grandi città dell'epoca. Nelle pause di viaggio in territorio olandese viene sistemata nel terreno denominato “t Meertje” al nord di Amsterdam, fino alla morte nel 1758.
Clara, come si evince dal raffinato catalogo, Clara, The rhinoceros, di Gijs van der Ham, che è anche il curatore della mostra, “è stata toccata, derisa, ammirata e studiata. Soprattutto considerata un fenomeno da non perdere. Lo stupore e l’interesse suscitati da Clara derivavano dal fatto che nessuno aveva mai visto un rinoceronte dal vivo.Naturalmente tale interesse era fortemente alimentato da Mout con stampe pubblicitarie e medaglie. L’arrivo di Clara permette di approfondire la conoscenza del rinoceronte e di tracciarne un'immagine più realistica. Gli studiosi la esaminano da vicino dalla testa alla coda e gli artisti rimangono affascinati da ogni dettaglio. Vengono realizzate numerose immagini di Clara, in ogni forma e materiale”.
Ed è proprio la nuova concezione del rapporto fra l’uomo e gli animali selvatici al centro di questa - come della mostra “Creature striscianti” (Onderkruipsels) al Rijksmuseum - a costituire il nucleo fondante dell’esposizione che, con filologicamente accurata ricerca, ricostruisce il “cursus honorum” che ha portato questo animale dal selvaggio Bengala alla celebrità europea.
Un percorso, sicuramente doloroso per l’animale, oggetto sì di attente cure, ma anche di sfruttamento da parte dei suoi proprietari. Rossella Biscotti con la sua installazione fatta di mattoncini di terracotta, che ne equivalgono il peso, e intitolata semplicemente “Clara”, pone l’accento proprio sul controverso rapporto di forza tra uomini e animali; rapporto che la nuova storiografia ha correttamente esteso alle minoranze, e quindi al colonialismo, ai cascami nefasti della globalizzazione, allo sfruttamento di interi popoli e territori, con gli esseri viventi a fare le spese del predominio umano e, la stessa terra, a dover fare i conti con il devastante “Anthropocene”.
Nostalgica narrazione artistica
E così le due mostre in contemporanea ad Amsterdam si pongono come “un unicum” insieme artistico e scientifico di riflessione sui grandi temi che riguardano il rapporto uomo-natura; il tutto attraverso una esposizione chiara che al sotteso antropologico- scientifico fa corrispondere una nostalgica narrazione artistica, a tratti delicatamente favolistica, per un tempo lontano in cui - pur fra molte contraddizioni - ancora il selvaggio poteva preservare un suo esotico equilibrio, prima della grande devastazione che lo avrebbe relegato in sempre più minacciate riserve, circondate da umani minacciosi, che non sanno di aver così edificato la loro stessa globale grande gabbia .
“Clara il rinoceronte”, al Rijksmuseum fino al 15 gennaio 2023
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