Clearpay porta anche in Italia la formula «prima compri, poi paghi»
I pagamenti dilazionatii interessano soprattutto la clientela femminile (70-80%) e i giovani che vogliono fare acquisti online senza indebitarsi
di Marta Casadei
3' di lettura
Sarà che il Covid-19 ha cambiato le modalità di consumo sotto la pressione di un’incertezza economica sempre maggiore; sarà che l’approccio allo shopping aveva già subito cambiamenti radicali negli ultimi anni, dietro la spinta delle nuove generazioni. Sarà per queste due ragioni oppure per altre, ma in Italia negli ultimi mesi sono comparsi annunci di strumenti che invitano a dilazionare i pagamenti anche sulle vetrine dei negozi di abbigliamento. Un settore, che fino a oggi, era rimasto lontano da una prassi invece già popolare, per esempio, nel settore dei prodotti di elettronica.
Un’alternativa al credito
A conferma che il fenomeno sta prendendo piede in modo sempre più massiccio, è lo sbarco nel Sud Europa (in Italia, Francia e Spagna ) di Clearpay, azienda già attiva in Australia, Nuova Zelanda, Usa e Regno Unito con il nome di Afterpay. L’azienda del “buy now pay later” collabora con una rete di 55.400 retailer tra cui spiccano piattaforme e-commerce del calibro di Asos, Bohoo, Uniqlo, Amazon e Vestiare Collective. E ha 9,9 milioni di utenti in tutto il mondo. «Il nostro sistema non rientra nella sfera del credito - racconta Carl-Olaf Scheible, ceo di Clearpay Uk - ma si propone come un’alternativa più sostenibile ad esso. Permette infatti di dilazionare un pagamento effettuato con una carta di debito in un massimo di quattro rate in un periodo di sei settimane. Senza interessi, ma una sanzione amministrativa nel caso si salti un pagamento, gesto che implica anche il blocco del servizio per l’utente».
In Italia l’e-commerce galoppa
Il sistema, nei mercati finora testati dall’azienda, funziona soprattutto con una clientela femminile (70-80%) e giovane (il 70%-80% appartiene alla Generazione Z) che vuole fare acquisti in modo più responsabile e quindi senza indebitarsi, ma preferisce dilazionare i pagamenti. Le somme non sono elevatissime: «La transazione media, per noi, è di 150 euro».
Lo sbarco in Europa e in Italia - avvenuto tramite l’acquisizione della società spagnola Pagantis - è un passo importante: «Innanzitutto l’Italia è la patria del fashion - dice il ceo di Clearpay Uk- e poi è un Paese in cui l’e-commerce sta crescendo rapidamente».
L’incremento delle vendite online in Italia si deve anche ai mesi del lockdown, periodo in cui l’unico modo di fare acquisti è stato, appunto, lo shopping online. «Marzo, aprile e maggio sono stati decisivi proprio per avvicinare una platea di consumatori al canale digitale. Penso che sia un trend destinato a durare nel tempo e che, certamente, potrà portarci nuovi utenti», dice Scheible. Il Covid-19 potrebbe essere uno dei fattori che, appunto, spingeranno i consumatori a optare per i pagamenti dilazionati per gli acquisti fashion (e beauty) anche in un Paese come l’Italia in cui - fino ad ora- il trend non aveva ancora preso piede.
L’interesse per il retail fisico
«Il Covid-19 ha portato in tutto il mondo una maggiore esigenza di flessibilità. E questo in un momento in cui le persone comprano anche per una sorta di pressione “social”, per indossare cose nuove nelle foto su Instagram».
Il campo di gioco di Clearpay, tuttavia, non è destinato solo ai canali digitali: «Abbiamo sperimentato una collaborazione, per ora attiva solo in Australia, con una serie di retailer fisici, tramite una app. Per ora i risultati sono incoraggianti e non escludiamo di portare il servizio anche in altri Paesi», chiosa Scheible.
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