I punti chiave
4' di lettura
Un caldissimo settembre sta portando il mondo sempre più vicino alla prima soglia cruciale di surriscaldamento: per un terzo dei giorni, nel 2023, la temperatura media globale è stata di almeno 1,5°C più alta dei livelli preindustriali. Rimanere al di sotto di questa soglia è considerato essenziale dagli scienziati per evitare gli impatti più disastrosi dell’effetto serra. Ci sono stati altri episodi di superamento del limite di 1,5°C nell’era moderna, ma non era mai accaduto per un periodo così lungo dell’anno. Non a caso, il 2023 è sulla buona strada per diventare l’anno più caldo mai registrato.
Dai dati del Copernicus Climate Change Service emerge che nei primi nove mesi di quest’anno le temperature medie globali hanno superato il limite di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali per circa 86 giorni. La prima volta che le temperature medie globali hanno sforato questa soglia è successo per pochi giorni nel dicembre 2015, proprio mentre i Paesi dell’Onu stavano firmando l’accordo di Parigi sul clima. I leader politici riuniti a Parigi nel dicembre 2015 si sono impegnati a mantenere l’aumento delle temperature globali in questo secolo “ben al di sotto” dei 2°C e a fare ogni sforzo per non superare la soglia di 1,5°C. Da allora il limite di 1,5°C è stato ripetutamente superato, in genere solo per brevi periodi. Nel 2016, sull’onda di El Niño - un’oscillazione meteo naturale che tende a far aumentare le temperature globali - il mondo ha registrato circa 75 giorni al di sopra della soglia di 1,5°C.
Buontempo (Copernicus): settembre da record
Ora il 2023 ha battuto il record del 2016, ben prima della fine dell’anno. Questa constatazione arriva dopo un settembre caldissimo e un’estate di eventi meteorologici estremi in gran parte del mondo, dagli incendi in Grecia, in Canada e alle Hawaii alle inondazioni in Libia, in Cina e nelle Filippine. «Abbiamo vissuto il settembre più incredibile della storia dal punto di vista climatico», ha spiegato Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, all’Afp. «Non è una novità quest’anno: abbiamo avuto giugno, luglio e agosto da record. Settembre s’inserisce molto bene in questo modello estremo» precisa Buontempo. La temperatura media registrata, specifica, è di ben mezzo grado al di sopra del settembre più caldo mai certificato, che è stato quello del 2020, e di 1,75°C al di sopra del livello preindustriale. «Ora siamo in una nuova dimensione... la più grande anomalia che abbiamo mai visto in qualsiasi mese nei nostri dati - afferma. - La massiccia perdita di ghiaccio marino in Antartide ne fa parte» rileva Buontempo, facendo notare che non è mai stato registrato “nulla di simile” non solo nella sua esperienza professionale, «ma a memoria d’uomo e con ogni probabilità nella nostra storia di esseri umani su questo pianeta».
Effetto El Nino ma non solo
Secondo Buontempo, quindi, «cambiamento climatico non è qualcosa che accadrà tra dieci anni... il cambiamento climatico è già qui».Quanto alle ragioni alla base di questo caldo record, il direttore del Copernicus Climate Change Service osserva che «c’è una serie di fattori cumulativi». In questo contesto, “El Nino gioca certamente un ruolo nell’aumento della temperatura del Pacifico”, ma per Buontempo “l’anomalia non è isolata nel Pacifico, quindi non si tratta solo di El Nino”. Anche “l’Atlantico è stato incredibilmente caldo, con ondate di calore nei mesi di giugno e luglio... e la grande perdita di ghiaccio marino in Antartide potrebbe aver contribuito». Secondo Buontempo, «tutto ciò è causato dal cambiamento climatico di origine antropica». Il surriscaldamento nel mese appena trascorso non era inaspettato. Tuttavia, sottolinea Buontempo, «la velocità di alcuni cambiamenti e l’anomalia che abbiamo osservato quest’anno hanno colto di sorpresa molti scienziati».
Sull’eventuale superamento del limite di 1,5°C nel 2023, il direttore del Copernicus Climate Change Service precisa che “non è detto che la media annuale ci arrivi, ma ci siamo abbastanza vicini”. Secondo il Copernicus Climate Change Service, la temperatura media globale da inizio anno è di circa 1,4°C al di sopra della media preindustriale. Ma «è molto probabile che nei prossimi cinque anni il mondo raggiungerà 1,5°C per un anno intero» come già chiarito dall’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite. Per l’accordo di Parigi non è significativo superare questa soglia per un giorno o una settimana e nemmeno per un anno, ma conta invece la media di 20 o 30 anni. Questa media di lungo termine è attualmente compresa tra 1,1°C e 1,2°C, ma quanto più spesso si supera la soglia dell’1,5°C in singoli giorni, tanto più il mondo si avvicina a superare questa soglia a lungo termine.
L’anomalia tra giugno e settembre
La grande differenza, rispetto agli sforamenti precedenti, è che il 2023 è il primo anno in cui l’anomalia di 1,5°C è stata registrata tra giugno e ottobre. Questa è la prima volta che vediamo gli effetti del surriscaldamento climatico durante l’estate nell’emisfero settentrionale, con tutte le conseguenze del caso. Anche se l’emisfero settentrionale si raffredderà naturalmente in autunno e inverno, si ritiene che le grandi differenze di temperatura rispetto al periodo preindustriale potrebbero persistere, soprattutto quando El Niño raggiungerà il picco alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo. Queste continue anomalie delle alte temperature dovrebbero essere un campanello d’allarme per i leader politici, che si riuniranno a Dubai a novembre per il vertice sul clima, la COP28. I climatologi insistono sulla necessità si agire sulle emissioni subito e non solo a lungo termine. A marzo, l’Onu ha esortato i Paesi ad accelerare l’azione per il clima, sottolineando che opzioni efficaci per ridurre le emissioni sono già disponibili, dalle energie rinnovabili ai veicoli elettrici. Non si tratta solo di raggiungere l’obiettivo finale, ovvero le zero emissioni nette entro il 2050, ma di come ci arriveremo: basta osservare la curva delle emissioni per capire che più a lungo si mantiene alta, più precipitosamente dovrà calare e maggiore sarà la concentrazione di gas serra in atmosfera per molti anni a venire.
- Argomenti
- clima
- ONU
- Parigi
- Italia
- Carlo Buontempo
loading...