Clima, California allagata per Hilary In Canada bruciano le foreste
Pesanti effetti del climate change: l’uragano che ha colpito il Messico raggiunge come tempesta tropicale Los Angeles, British Columbia devastata dagli incendi
di Marco Valsania
3' di lettura
Maltempo record in Nordamerica, dagli Stati Uniti a Canada e Messico. L’uragano Hilary, colpita la Bassa California messicana, ha attraversato la California, progressivamente declassato a tempesta tropicale e poi ciclone post-tropicale ma scatenando allarmi su continue, potenziali alluvioni e smottamenti sulla sua scia.
Allo stesso tempo in Canada bruciano tuttora vasti incendi che hanno portato alla mobilitazione dell’esercito.
Hilary si abbatte sulla California
Venti a 60 chilometri l’ora e piogge torrenziali, fino a 25 centimetri in alcune aree, hanno battuto uno stato, la California, che è il più popoloso del Paese e che, con un Pil da oltre 3.500 miliardi di dollari l’anno, sarebbe da solo la quinta economia al mondo.
Diluvi sui deserti, auto in panne assediate dalle acque, ritardi e cancellazioni di voli, decine di migliaia di abitazioni senza elettricità e volte paralisi nelle chiamate d’emergenza. Ben 25 milioni di persone, fino al Nevada, sotto allarme per cosiddette flash flood, pericolose e improvvise inondazioni.
E Hilary è già entrata nei libri di storia: è stata la prima tropical storm a raggiungere Los Angeles in 80 anni.
Il presidente Joe Biden, il 21 agosto volato a Maui nelle Hawaii reduci dai più tragici roghi negli annali americani con 114 vittime accertate, ha messo a disposizione le risorse del governo federale per assistere le autorità locali. Se i drammi sono apparsi contenuti, in Messico l’uragano ha mietuto almeno una vittima, con il presidente Andres Manuel Lopez Obrador impegnato a ripristinare servizi essenziali e promettere aiuti.
Esercito schierato in Canada
Allarmi e corsa a interventi continuano anche nel Nordovest canadese. Con circa 400 incendi nelle grandi foreste che hanno causato l’evacuazione di almeno 35.000 residenti e dell’intera cittadina di Yellowknife, la British Columbia è in stato d’emergenza, tra divieti ai viaggi non necessari al fine di lasciare liberi alloggi per rifugiati e vigili del fuoco. Il premier di Ottawa Justin Trudeau ha messo a disposizione le forze armate per supporto logistico alla lotta alle fiamme e a operazioni di evacuazione. Mentre due incendi sono scoppiati a sud del confine, nello stato Usa di Washington, distruggendo diecimila ettari e cento strutture.
Il susseguirsi di disastri in Nordamerica ha acceso i riflettori sul cambiamento climatico e le sue ripercussioni. Se legare l’effetto serra a singoli episodi è difficile, il riscaldamento planetario, sottolineano le autorità scientifiche, crea le condizioni che rendono gli uragani e i cicloni più intensi e gli incendi più distruttivi. Negli Usa, accanto ai drammi umani, l’escalation dei costi di eventi estremi ha raggiunto i 165 miliardi l’anno scorso, con 18 disastri da almeno un miliardo.
Incendi e uragani sono tra i sintomi più visibili della sfida. Le fiamme quest’estate hanno già devastato foreste nel Nordest canadese, con fumi tossici che si sono estesi lungo la costa americana fino a New York e Washington e nel Midwest. In tutto il Canada quest’anno sono stati devastati 140.000 chilometri quadrati di foreste e terreni.
Né la stagione degli incendi è finita, potrebbe estendersi all’autunno. Negli Stati Uniti, alimentata da protratte siccità, si è ormai allungata in media di due mesi rispetto al passato. Allo stesso tempo, il tradizionale periodo degli uragani, da giugno a fine novembre, è a sua volta da anni spesso più attivo e violento: la Noaa, la National Oceanic and Atmospheric Administration di Washington, nel suo ultimo aggiornamento avverte di uragani nel 2023 «oltre la normalità», con probabilità di un simile esito raddoppiate al 60% rispetto alle originali previsioni di maggio.
Biden alle Hawaii
Biden, in un segnale del crescente allarme creato dai disastri, è arrivato nelle ultime ore in una Maui devastata, con la storica cittadina di Lahaina, 13.000 abitanti, rasa al suolo. Il governatore delle Hawaii Josh Green ha stimato che siano ancora mille i dispersi. «Farò di tutto per aiutare la ripresa e la ricostruzione» ha detto Biden.
Un migliaio di dipendenti federali sono sul campo ed è scattato sostegno finanziario alle famiglie afflitte. La sua riposta è stata tuttavia attaccata come inadeguata dall’opposizione repubblicana, che ha citato i silenzi nei primi giorni. «Vergognosa», ha affermato l’ex presidente Donald Trump, al momento favorito alla nomination conservatrice per la Casa Bianca nel 2024. Trump nel 2017 era stato criticato per insensibilità davanti a uragani che si erano abbattuti su Porto Rico.
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