I punti chiave
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Cos’è peggio per il clima: mangiare un croissant o un falafel? Un hamburger o una mozzarella? Un avocado o una pera? Bere birra o latte di cocco? Sappiamo già che una dieta vegetariana riduce drasticamente la nostra impronta sul pianeta, ma conoscere più nel dettaglio l’impatto climatico dei singoli alimenti non è semplice. Soppesare poi queste differenze confrontando i diversi cibi anche a parità di calorie o di apporto di proteine, è ancora più complesso.
Un nuovo indice di confronto
Per fare un po’ di chiarezza, l’Economist ha lanciato il Banana Index, un sistema per confrontare l’impatto climatico dei cibi, prendendo come punto di riferimento la banana, un frutto di medio valore nutrizionale e modesto impatto climatico. A quasi quarant’anni dalla nascita del famoso Big Mac Index, che confronta il potere d’acquisto delle diverse valute sulla base dei prezzi di vendita del panino più diffuso nel mondo nei vari Paesi, l’interesse dei lettori del settimanale britannico evidentemente si è spostato su altre questioni, come ad esempio il problema dell’emergenza climatica.
Il Banana Index può soddisfare con una buona approssimazione la curiosità di questa nuova coorte di lettori, interessati a capire quali sono i cibi che fanno più danni. Come dimostra l’indice, i cui dati provengono da Our World in Data, la risposta è sempre la stessa: la carne bovina è l’alimento che fa più danni al pianeta. Si tratta dell’ennesima conferma di un dato scientificamente dimostrato e ribadito anche dall’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’Onu, che nel suo sesto e ultimo rapporto ha definito la transizione alimentare a diete meno carnivore come uno dei pilastri principali per la riduzione delle emissioni, che potrebbero calare del 40-70% entro il 2050 solo eliminando la carne dalla nostra dieta.
Un chilo di manzo equivale a 109 chili di banane
Sfortunatamente per i carnivori, la produzione di un chilo di trito di manzo provoca tante emissioni quante 109 chili di banane (chiamiamolo un “banana score” di 109). Aggiustando il valore nutrizionale, il “banana score” della carne bovina scende a 54 (una caloria di carne bovina macinata provoca 54 volte più emissioni di carbonio di una caloria di banana). Includendo nel calcolo le proteine, la carne bovina ha un impatto climatico sette volte maggiore delle banane, a parità di apporto proteico.
La carne di pollo è meno dannosa e ottiene un “banana score” di 11 in termini di peso e di 4 in termini di calorie. Come fonte di proteine è addirittura più virtuosa delle banane: a parità di apporto proteico, il pollo produce solo tre quinti delle emissioni delle banane. Lo stesso vale per il salmone. Naturalmente non c’è gara con le alternative vegetali alla carne: un hamburger vegetale, ad esempio, produce un quinto delle emissioni delle banane per ogni grammo di proteine. Alcuni alimenti che emettono più gas a effetto serra delle banane se misurati in base al peso, si rivelano invece più virtuosi sui valori nutrizionali. E’ il caso del cioccolato fondente, che sarebbe 20 volte peggiore per il pianeta di una banana in base al peso, ma solo 5 volte peggiore in base alle calorie e alle proteine.
La differenza tra peso e calorie
La più grande variazione tra emissioni in peso e calorie si trova nell’olio d’oliva, che ha un banana index di sei se misurato in chilogrammi, ma un punteggio di 0,7 se misurato in calorie. Altri esempi sono i cereali, gli anacardi e le mandorle, che vanno da punteggi pessimi sul peso a ottimi se misurati in termini di calorie.Il Banana Index non tiene conto di molti fattori importanti che determinano l’impatto generale dell’industria alimentare sul pianeta, come l’uso del suolo e dell’acqua, ma anche tenendo conto di questi dati la carne bovina resta la scelta peggiore. Inoltre va detto che alcuni produttori sono più rispettosi del clima di altri e alcuni alimenti provengono da più lontano. Ma nella maggior parte dei casi, le differenze intrinseche fra gli alimenti sono molto maggiori di queste variabili esterne.
I trasporti pesano il 10%
Malgrado l’enfasi posta spesso sul cibo prodotto localmente, i trasporti contribuiscono per meno del 10% alle emissioni totali della maggior parte degli alimenti e per la carne bovina questo dato scende ancora sotto l’1%. In complesso, il Banana Index è un buon punto di riferimento per soddisfare le curiosità di base sull’impatto climatico delle nostre scelte alimentari. E fa ben sperare sull’evoluzione dei consumi, che non sono più orientati soltanto in base al prezzo ma anche in relazione alle ricadute sul pianeta.
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