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Climate change, individuato un tipo di grano che resiste meglio alla siccità

Secondo un studio internazionale a cui partecipa l’Enea la varietà sperimentale Barnacla è quella con la maggiore produttività in presenza di stress idrico

di Davide Madeddu

2' di lettura

Una varietà sperimentale di grano per contrastare effetti della siccità in agricoltura. Il risultato arriva da una ricerca internazionale condotta dall'Enea che ha effettuato uno studio, in collaborazione con il Centro internazionale di miglioramento del mais e del grano (Cimmyt) del Messico, per trovare una soluzione agli effetti della mancanza d'acqua in campagna dovuta alla siccità provocata dal cambiamento climatico.

La ricerca sui geni del grano duro che ‘reagiscono' alla siccità, come sottolineano i ricercatori, ha individuato nella varietà sperimentale Barnacla quella con la maggiore produttività in presenza di stress idrico. La prova sul campo è stata portata avanti nel Centro sperimentale del Cimmyt a Ciudad Obregón, in Messico, in zone topograficamente distanti poiché irrigate in due differenti condizioni: la prima a piena irrigazione con 550-600 millimetri di acqua totale fornita durante l'intero ciclo colturale e la seconda a regime ridotto con 220-250 millimetri di acqua distribuita tramite un sistema a goccia.
In entrambe le condizioni di irrigazione gli appezzamenti di terreno sono stati sottoposti agli stessi trattamenti agronomici sia di concimazione che di applicazione di fungicidi e insetticidi.

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I risultati evidenziano come in condizioni di irrigazione ridotta la varietà italiana Creso abbia una resa di circa tre volte inferiore rispetto alla piena irrigazione (1,8 t/h contro 5,3 t/h). Nelle stesse condizioni, il raccolto di grano della varietà Barnacla ha reagito meglio alla carenza d'acqua con una diminuzione del raccolto inferiore al 50% (3,1 t/h a irrigazione ridotta contro 5,8 t/h a piena irrigazione).

«Le piante attivano complessi meccanismi genetici per far fronte a stress ambientali, come la scarsità di acqua, un fenomeno che si verifica sempre più frequentemente anche nelle stagioni fredde, a causa del cambiamento climatico – spiega Patrizia Galeffi, ricercatrice Enea del Laboratorio Sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari –. Il nostro studio ha dimostrato che in risposta allo stress idrico esiste una relazione tra gene e resa in campo delle diverse varietà di grano duro».

Negli esperimenti in campo sono stati utilizzati sei genotipi diversi di grano duro, di cui tre varietà commerciali italiane (Duilio, Creso e Colosseo) e tre genotipi – (Barnacla, AEL e Altar C84) sviluppati in Messico dal Cimmyt.

L’ultima tappa di una collaborazione avviata quasi 20 anni fa con «con l'individuazione e l'isolamento del gene DRF1 nel grano duro fino ad arrivare a dimostrare l'esistenza di una correlazione, in caso di stress idrico, tra gene e produttività». Poi la svolta, come sottolinea la ricercatrice. «All'inizio sembrava improbabile, se non impossibile, dimostrare questa relazione, ma alla fine è stata premiata la nostra perseveranza che mirava a fornire ai coltivatori informazioni utili sulle varietà di frumento tolleranti alla siccità».


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