Codice degli appalti: dagli affidamenti alla banca dati tutte le novità
In Gazzetta il decreto legislativo 36/2023 che dal 1° luglio soppianterà definitivamente il vecchio quadro normativo del Codice 50: procedure più snelle, limiti alle gare
di Flavia Landolfi
3' di lettura
È approdato in Gazzetta Ufficiale venerdì 31 marzo il nuovo Codice degli appalti pubblici commissoniato dal precedente governo al Consiglio di Stato e rilanciato dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Il nuovo testo si chiama adesso decreto legislativo 36/2023 e dal primo luglio manderà definitivamente in soffitta il vecchio codice contenuto nel dlgs 50/2016. Il provvedimento è entrato in vigore il 1° aprile ma dispiegherà la sua efficacia a partire dal 1° luglio. Ecco le novità più importanti.
Le opere di interesse strategico nazionale o locale
Il Codice rispolvera la legge Obbiettivo con una corsia preferenziale per le infrastrutture che non necessitano di passaggi burocratici intermedi: in questo caso la stazione appaltante trasmette il progetto alle autorità per avviare l’iter della valutazione di impatto ambientale,
Progetti e appalti integrati
Passano da tre a due i livelli di progettazione che perdono il livello “definitivo”, e cioé la fase intermedia. Restano in piedi, quindi il progetto di fattibilità tecnico-economica e il progetto esecutivo; inotre torna in pista l’appalto integrato, con la possibilità di affidare la doppietta della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato tutto in mano a un unico operatore. Questa previsione era stata inizialmente vietata ma poi inserita nel vecchio Codice grazie alla sospensiva sancita dal decreto semplificazione 77/2021.
Affidamento diretto
Norma contestata dall’autorità anticorruzione, prevede una soglia per gli affidamenti diretti fino a lavori per 150mila euro. È prevista la procedura negoziata con cinque operatori per lavori da 150mila euro fino a 1 milione di euro; da questa soglia fino al massimo tetto fissato dalla Ue gli operatori diventano 10. Per queste due ultime soglie è prevista anche la gara a discrezione della stazione appaltante e comunque per tutte le fattispecie anche la richiesta di preventivi e le indagini di mercato preliminari. Vale la pena sottolineare che nelle bozze circolate prima dell’approvazione definitiva, la norma prevedeva per la seconda soglia la motivazione del ricorso alla gara. Un’ipotesi poi cancellata.
Piccoli Comuni e affidamento
Maglie più larghe anche per i piccoli Comuni: adesso potranno affidare lavori o acquisire forniture e servizi senza ricorso alla gara purché rientrino entro la soglia massima di 500mila euro. La norma precisa anche che per gli affidamenti al di sotto di quella soglia «l’Anac non rilascia il codice identificativo di gara (Cig) alle stazioni appaltanti non qualificate».
Revisione dei prezzi
Cambiano i criteri di adeguamento dei costi nei contratti: l’alea viene ridotta al 5% e la maggiorazione o la diminuzione degli importi vengono calcolate sull’80% della differenza attraverso indici elaborati dall'Istat pubblicati, unitamente alla relativa metodologia di calcolo, sul portale istituzionale dell'Istituto. Il ministero può prevedere ulteriori indici da utilizzare, previo decreto, in accordo con l’Istat.
Banca dati dei contratti pubblici
L’articolo 22 del testo che assegna all’authority anti-corruzione la tenuta e la gestione della piattaforma digitale che entrerà in funzione, però, dal 1 gennaio 2024. Nella Banca è conservato il fascicolo virtuale dell’operatore economico che riporta, tra l’altro, anche eventuali clausole di esclusione. A decorrere dal mese di gennaio, attraverso specifiche tecniche di interoperabilità individuate dall’Agid, le stazioni appaltanti qualificate dovranno essere in grado di comunicare tutti i propri dati per via telematica, dal 1 luglio 2024 anche tutte le altre. Nel cervellone gestito da Anac dovranno poi essere conservate le informazioni e i dati relativi alla programmazione di lavori, servizi e forniture, nonché alle procedure del ciclo di vita dei contratti pubblici (e-procurement).
La riqualificazione delle stazioni appaltanti
Per procedure che valgono più di 500.000 euro è necessario la qualificazione in stazione appaltante. Ottengono la qualificazione di diritto le Unioni di comuni, Provincie, Città metropolitane, Comuni capoluogo di provincia e delle Regioni sono iscritte nell’elenco delle stazioni appalti qualificate con riserva. La qualificazione scatta previa domanda di iscrizione a partire dal primo luglio mentre l’iscrizione con riserva termina il 1 luglio 2024 con la verifica dei requisiti sostanziali.
Illecito professionale grave
Pugno di ferro per alcuni tipi di reati, atteggiamento più soft per altri. È uno dei capitoli più “roventi” del nuovo Codice e al centro anche di un certo dibattito tra giuristi e soprattutto tra le imprese di costruzione, contrarie a una norma “arbitraria” in merito agli illeciti professionali gravi. Sparisce la clausola che concedeva alle stazioni appaltanti la facoltà di escludere le imprese sulla base di «ogni altro atto o fatto dai quali si desuma la presenza di indizi gravi, precisi e concordanti che rendano evidente il ricorrere della situazione escludente».
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