Coldiretti: raddoppiare da 5 a 10 i miliardi del Pnrr destinati all’agricoltura
Dall’assemblea nazionale dell’associazione giudizi positivi per la riforma dei contratti di lavoro a termine prevista dalla manovra
di Micaela Cappellini
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Soddisfatto della riforma dei contratti di lavoro in agricoltura. Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, nel suo discorso all’assemblea annuale della confederazione in corso a Roma plaude soprattutto alla semplificazione dei contratti a tempo determinato così come previsto dalla manovra approvata in commissione Bilancio alla Camera: «L’arrivo del nuovo sistema di prestazioni occasionali che sostituisce i vecchi voucher è importante nelle campagne perché introduce una rilevante semplificazione burocratica per salvare i raccolti e garantire nuove opportunità di reddito in un momento particolarmente difficile per il Paese».
Al governo però la Coldiretti chiede di più, in particolare di raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all'agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza: «L’agroalimentare è capace di assorbire le risorse di chi non riesce a spendere come dimostrano le domande presentate dalle nostre imprese sui bandi aperti, dalle filiere alle energie fino alla logistica - ha detto Prandini - proponiamo quindi di investire su tre grandi assi: innovazione con la robotica, droni e sensori per ottimizzare lavoro e produzioni, e sovranità alimentare ed energetica».
Nel corso della sua assemblea annuale la Coldiretti ha anche calcolato in oltre 2 miliardi di euro il valore delle misure previste dalla manovra che avranno un impatto sull’agroalimentare italiano: dall’esenzione Irpef all’azzeramento dei contributi per i giovani imprenditori agricoli, dal credito di imposta esteso al primo trimestre 2023 contro il caro energia alle risorse per la sovranità alimentare, dai buoni lavoro per semplificare le assunzioni al fondo per l’innovazione e la digitalizzazione fino al contenimento dei cinghiali e ai contributi per il fermo pesca. «Una finanziaria nel complesso positiva», l’ha definita il presidente Prandini. Particolare apprezzamento è stato espresso anche per il fondo per la sovranità alimentare.
Per l’export agroalimentare italiano questo è un momento positivo: spinto da vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi e salumi, soltanto per il periodo di Natale si avvia a raggiungere i 5,3 miliardi di euro, in aumento del 20% rispetto allo scorso anno. Ad aumentare a doppia cifra - sottolinea la Coldiretti - è il valore delle esportazioni di tutti i prodotti più tipici delle feste dal Prosecco (+26%) ai panettoni (+13%), ma sempre più gettonate sono anche le paste farcite tradizionali come i tortellini e i cappelletti (+13%). In salita pure la domanda di formaggi italiani che fanno registrare un aumento in valore delle esportazioni del 18%, così come quella di prosciutti, cotechini e salumi (+7%).
Anche in casa, sostiene la Coldiretti, gli italiani non rinunciano alla spesa per il Natale, con una media di 106 euro a famiglia, solo il 6% in meno rispetto alle feste del 2021. «In questi giorni di festa chiediamo agli italiani di sostenere il consumo di prodotti alimentari made in Italy per aiutare l’economia, il lavoro e il territorio - ha detto ancora Prandini - la filiera dà lavoro a 4 milioni di persone in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 360mila locali della ristorazione. E sotto l’albero in quattro case su dieci trovano spazio i cesti enogastronomici.
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