Coldiretti: crolla export del cibo Made in Italy in Cina (- 19%). Il più penalizzato è il vino
In sofferenza soprattutto le aziende che operano nel settore vinicolo e del florovivaismo, ma anche quelle nell’ortofrutta, formaggi, salumi e conserve
di L.Ben.
1' di lettura
Crollano del 19,1% le esportazioni alimentari Made in Italy in Cina per effetto dell'emergenza coronavirus che ha interrotto i flussi commerciali con il Paese asiatico, il primo ad essere colpito dalla pandemia.
A rivelarlo Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero a febbraio, quando l'allarme era appena scattato nel gigante asiatico. “Il brusco calo in Cina – sottolinea l'organizzazione - anticipa di fatto quello che è successo poi in tutto il mondo nei mesi di marzo ed aprile segnati inizialmente dalle campagne diffamatorie nei confronti del Made in Italy a tavola partite con lo spot della tv francese sulla pizza corona contaminata dal pizzaiolo italiano. E alimentate poi – continua la Coldiretti - da disinformazione, strumentalizzazione e concorrenza sleale, anche di Paesi alleati, con addirittura la assurda richiesta di certificati virus free sulle merci”.
Per la chiusura delle frontiere e le misure di contenimento il 70% delle imprese agroalimentari che esportano ha segnalato una diminuzione delle vendite all'estero a marzo per effetto delle disdette provenienti dai clienti di tutto il mondo secondo un'indagine Coldiretti/Ixeè. A pagare il conto più pesante sono stati il settore del vino e del florovivaismo, ma difficoltà sono segnalate anche per ortofrutta, formaggi, salumi e conserve. Un andamento che rappresenta una brusca inversione di tendenza rispetto al record delle esportazioni fatto segnare nel primo bimestre del 2020 con un balzo dell'11,6% rispetto al 2019 in cui complessivamente per l'agroalimentare era stato raggiunto il massimo di sempre a 44,6 miliardi di euro.
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