Collaborazione con il Fisco non solo per i «big», anche Camozzi nel regime
di Giovanni Parente
2' di lettura
È Camozzi automation Spa la quindicesima società ammessa al regime di cooperative compliance. Un ingresso che arriva attraverso la porta dell’interpello nuovi investimenti. In particolare l’interpello presentato dalla società bresciana - molto attiva sul fronte delle trasformazioni nel segno di «Industria 4.0» - ha riguardato la richiesta di conferma sulla possibilità di accedere all’iperammortamento per alcuni beni strumentali compresi nel business plan trasmesso all’Agenzia, dove si prevedeva un investimento complessivo di oltre 30 milioni di euro e un consistente incremento della base occupazionale. Un accesso che quindi passa da un canale diverso da quello previsto dalla presenza di un requisito dimensionale di un volume d’affari o ricavi non inferiore ai 10 miliardi.
Che cos’è la cooperative compliance?
La cooperative compliance è un regime che punta a prevenire il rischio fiscale in piena collaborazione con l’amministrazione finanziaria. Il rischio fiscale viene inserito tra i rischi aziendali da monitorare secondo logiche simili a quelle del decreto legislativo 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti.
I vantaggi per l’adesione
L’ingresso nella cooperative compliance comporta una serie di vantaggi per gli aderenti:
•procedura abbreviata di interpello preventivo con risposta entro 45 giorni;
•applicazione di sanzioni ridotte alla metà, e comunque in misura non superiore al minimo edittale, con sospensione della riscossione fino alla definitività dell’accertamento, per i rischi comunicati in modo tempestivo e completo, qualora l’agenzia delle Entrate non condivida la posizione dell’impresa;
•esonero dal presentare garanzie per i rimborsi delle imposte dirette ed indirette per tutto il periodo di permanenza nel regime.
Per Camozzi accesso con decorrenza dal 2017
L’ammissione di Camozzi avviene con decorrenza dall’anno d’imposta 2017. «Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto e del conseguente rapporto di collaborazione instaurato con l’agenzia delle Entrate. Per la Camozzi automation Spa, impresa a forte vocazione internazionale, l’obiettivo conseguito - spiega Lodovico Camozzi, presidente e legale rappresentante della società e dell’intero Gruppo Camozzi - rappresenta una tappa coerente con il percorso da tempo avviato per rafforzare le proprie caratteristiche di azienda virtuosa verso tutti gli stakeholder aziendali e per accrescere la propria immagine positiva sui mercati in cui opera. Ora, il percorso strategico volto ad affermare ulteriormente la reputazione del Gruppo Camozzi nella realtà italiana ed internazionale prosegue con l’intento sistematico di aumentare il livello di certezza del corretto trattamento delle tematiche fiscali complesse».
Le tre modalità di accesso
La cooperative compliance è accessibile a tutti i soggetti che conseguono un volume di affari o di ricavi non inferiore a 10 miliardi di euro. Il volume d’affari o ricavi è ridotto a un miliardo di euro per coloro che abbiano presentato istanza di adesione al progetto pilota sul regime di adempimento collaborativo (questa è la seconda modalità). La terza modalità d’ingresso - quella che ha appunto riguardato Camozzi automation Spa - è rappresentata dall’interpello per i nuovi investimenti (è necessario investire in Italia importi non inferiori a 30 milioni di euro assicurando significative ricadute occupazionali), in questo caso a prescindere dal volume d’affari o ricavi.
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