Colomba e uova di Pasqua, vendite oltre i 420 milioni
Previsioni stabili per la colomba tradizionale mentre i maggiori incrementi sono attesi per le versioni speciali (farcite e ricoperte) e per l’area lusso con ingredienti e confezioni ricercate
di Maria Teresa Manuelli
3' di lettura
Sarà una Pasqua più ottimista per la filiera dei dolci da ricorrenza. Complice l’avvio dell’anno in corso, che si è distinto per un clima di generale ripresa del valore, e un 2022 concluso con risultati incoraggianti. Secondo gli operatori del settore, quindi, le vendite pasquali dovrebbero ricalcare quelle dello scorso anno che, da una stima di Niq (NielsenIQ), hanno superato i 18 milioni di kg tra colombe e uova di cioccolato, per un giro d’affari di oltre 422 milioni.
«Nella prossima festività pasquale ci aspettiamo per il segmento delle colombe una crescita a valore, trainata in particolare dall’incremento delle colombe speciali, ovvero quelle farcite e ricoperte, e dell’area premium, quindi i prodotti realizzati con ingredienti e confezioni ricercate», conferma Paolo Isolati, sales & marketing director del Gruppo Bauli, che con i suoi brand Motta e Bauli determina un terzo delle quote di mercato. È innegabile, però, che il mercato stia risentendo della volatilità e dell’incertezza dello scenario internazionale, condizionato dal conflitto russo-ucraino e dal conseguente aumento dei costi delle materie prime, che è pesato anche sui prezzi di listino, portando a un lieve adeguamento.
«Rispetto a Pasqua 2022, però, possiamo dire che è in gran parte rientrato il problema legato alla reperibilità degli ingredienti, che aveva rappresentato una criticità soprattutto a Natale 2021», rassicura Agata Fiasconaro, brand manager di Fiasconaro, azienda siciliana che proprio quest’anno celebra il suo 70esimo anniversario con una presenza in oltre 60 Paesi e una crescita del fatturato, passato dagli oltre 30 milioni del 2021 agli attuali 34 milioni. Anche se è ancora presto per giudicare l’andamento delle vendite, gli operatori vedono comunque un consumatore attento e prudente. «Il comportamento di acquisto rispetto agli anni passati – prosegue Fiasconaro – è meno incalzante e improntato alla cautela. Tuttavia, siamo fiduciosi che le vendite possano raggiungere i risultati consueti».
Dalla Sicilia al Piemonte, i pareri sono unanimi. Anche secondo la torinese Galup «l’inflazione, già in atto dallo scorso anno, ha determinato una sofferenza soprattutto per quei beni voluttuari in cui rientrano a pieno titolo i lievitati da ricorrenza. E il carrello si è alleggerito: il consumatore è più attento e consapevole. Il calo dei volumi e la tenuta del valore, comunque, sta caratterizzando tutto questo avvio di 2023», conferma Patrizio Aina, direttore vendite di Galup. Per l’azienda le previsioni di vendita ricalcano indicativamente l’andamento del Natale 2022, nel quale ha registrato un trend leggermente positivo a valore. Best seller resta sempre la colomba Gran Galup Tradizionale, referenza ormai iconica, realizzata con lo stesso lievito madre del 1922 ravvivato ogni giorno e ingredienti selezionati. Punta sul classico anche Maina, la cui colomba festeggia quest’anno i 70 anni e si rinnova valorizzando gli ingredienti freschi e un packaging più sostenibile al 100% in carta.
Anche Bauli si aspetta un consolidamento dell’offerta di prodotti tradizionali, come la Colomba classica e la Colomba Verona senza canditi. «Ci attendiamo, però, anche un contributo importante e positivo dal segmento delle specialità – conclude Isolati – grazie a una linea innovativa realizzata con ingredienti tipici del territorio e con un processo artigianale e ricercato. Ma anche lo sviluppo di proposte peculiari, come quelle salutistiche o rivolte a consumatori che seguono diete particolari, registrano livelli di crescita importanti e sempre più spazio nei punti vendita». «Le più amate – conferma Fiasconaro – sono le colombe classiche, ma i veri gourmet sono sempre più attratti dalle proposte più innovative, realizzate con i migliori ingredienti del nostro territorio e con farine autoctone madonite».
Il pistacchio, in particolare, sembra essere l'ingrediente in forte crescita nei consumi: l'Osservatorio Immagino ha stimato, tra prodotto al naturale e alimenti che lo usano come componente, tra cui proprio le colombe pasquali, un giro d'affari di oltre 175 milioni di euro (+11,1%). Si tinge di verde la Pasqua firmata La Perla di Torino con la nuova collezione di uova e colombe e quella dello chef Antonino Cannavacciuolo con la novità 2023 consacrata al pistacchio. Ma anche quelle siciliane alla glassa di pistacchi interi di Pistì e quella con crema spalmabile di pistacchio siciliano di Pasticceria Bonfissuto. Non rinuncia a inserire una referenza dedicata all’ingrediente del momento nemmeno Vergani con la colomba alle creme spalmabili (Pistacchio, Nocciola e Cioccolato di Modica Igp).
Ma la fantasia dei pasticcieri non ha limiti e, spaziando dalla colomba alle albicocche arrostite dello chef Daniel Canzian a quella al Vin Recioto di Pasticceria Lorenzetti, c’è anche chi propone la Colomba al profumo di Alpi Lepontine, ottenuto grazie all’infusione di fieno locale raccolto a 1.800 metri di altitudine. «Uso ingredienti che non tutti possono avere – spiega l’ideatore della ricetta, lo chef Andrea Sormani – l’aria e l’acqua incidono profondamente nel prodotto finale».
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