Colori e fantasia, i nuovi classici per abbellire la tavola delle feste
Il Natale può essere occasione per portare in tavola storie di creatività e di manifatture speciali, tutte italiane, per innovare lo stile della casa
di Antonella Galli
4' di lettura
Un anno che termina, un altro che inizia: la tavola delle feste è traguardo e punto di partenza, altare laico per riti propiziatori e sociali, ma anche perimetro di intimità e piccoli lussi. Quelli delle cose ben fatte, ad esempio, che sono sì cibi e vini, ma anche gli elementi della mise-en-scène a cui, almeno una volta all’anno, si dedica la giusta attenzione: stoviglie e bicchieri, decori e tessuti, che creano la dovuta distanza dalla quotidianità. La festa, allora, può essere occasione per portare in tavola storie di creatività e di manifatture speciali, tutte italiane, per innovare lo stile della casa e, magari, dare il giusto “la” al nuovo anno.
È vario, scanzonato e pieno di colore, ad esempio, lo stile proposto da Bitossi Home, con una collezione il cui titolo dice tutto: la Tavola Scomposta. Lungi dall’imbandire in modo coordinato, secondo tradizione, Bitossi Home inneggia a una gentile anarchia, secondo cui i coperti sono allestiti mescolando pezzi tutti differenti. Il concertato funziona, perché le linee di piatti e bicchieri incluse nella Tavola Scomposta sono fortemente sinergiche e invitano a scambiare, per divertimento, posti, decori, assemblaggi. Ci sono, ad esempio, i piatti e le tazze in ceramica con i decori della giovane designer romena Aitch, che rilegge i temi folkloristici, dai fiori agli uccelli, con un tratto naif e poetico di grande espressività. E, accanto, le stoviglie disegnate dallo studio La Tigre, in cui trionfano geometrie e pattern astratti, optical, quasi psichedelici, o le ceramiche colorate e consistenti di tradizione pugliese.
Altre suggestioni inedite per la tavola di Natale provengono da Vito Nesta, designer di origini pugliesi con atelier a Milano, che ha ideato tre collezioni di piatti a partire dai disegni d’archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo meneghino. «La digitalizzazione di alcuni disegni ha permesso la realizzazione di una serie di prodotti per la tavola – racconta Nesta – dimostrando che la bellezza custodita dall’archivio non è solo appannaggio degli studiosi, ma può essere fruita nelle forme più svariate». Dai disegni ad acquarello che parteciparono al concorso per la facciata del Duomo (ma non vinsero) nasce la serie Il Duomo che non c’è, mentre dall’idea dell’architetto Paolo Cesa Bianchi di decorare con un cielo stellato le volte della cattedrale è stato ricavato il motivo – perfetto per la tavola natalizia – de Le volte celesti. Tutti i set di piatti sono stati realizzati a Deruta, città umbra della ceramica, e si propongono anche un obiettivo benefico: parte del ricavato andrà a sostegno dei lavori di restauro del Duomo di Milano.
Calore e colore sono la cifra della tavola natalizia “alla siciliana”di Magda Masano, designer catanese che dall’isola ha tratto più di uno spunto per il suo brand Folk: per le feste mette in tavola On the Table X una serie speciale della collezione Lavastone, realizzata in pietra lavica naturale dell’Etna e ceramica smaltata. Sono piatti, piattini, sottobicchieri e taglieri in rosso scarlatto e bianco latte, a spicchi o in tinta unita, con strisce che lasciano emergere la forza materica della pietra lavica.
Altre belle storie le porta in tavola il vetro, che in Italia ha una terra d’elezione, quella veneziana, e un centro focale, Murano. A questi territori, e agli artigiani insuperabili che li abitano, ha dedicato il suo lavoro Catherine Urban, imprenditrice francese naturalizzata italiana, conquistata dal fascino secolare del vetro veneziano. Con il suo brand Casarialto la Urban ha dato vita a una serie di collezioni in vetro per la tavola che omaggiano la sapienza delle manifatture veneziane, tradotta in oggetti contemporanei, dall'anima narrativa: i bicchieri da vino Dolce Vita, con il piede a calice rovesciato, i bicchieri da acqua Petalo, a forma di fiore e in tinte delicate, o ancora i nuovi portatovaglioli Foglia.
Altre suggestioni festive provengono dall’isola per eccellenza del vetro, con i pezzi per la tavola creati da una delle più celebri case vetrarie muranesi, la Carlo Moretti. I bicchieri Bora, ad esempio, a sezione ovale irregolare, si caratterizzano per il profilo inclinato; soffiati a bocca e rifiniti a mano libera, contano una serie notevole di decori (57, dal 2001 a oggi), ottenuti con murrine, cannette, festoni, macchie, fasce. Sulla tavola delle feste, anche mixati liberamente, irrompono con la gioia del colore e la spensieratezza della fantasia.
Infine, lo sfondo tessile: la tovaglia delle feste può aggiunge un tocco di luce, senza sovrastare l’allestimento. È questa la chiave di lettura di Society Limonta, che per il periodo natalizio propone la tovaglia semitrasparente Brait in garza di nylon leggermente ondulata, attraversata da fitte fibre in lurex argentato, completata da tovaglioli in lino bianco bordati in lamé e dalle americane per la colazione. Bianco e argento o bianco e oro sono anche il delicato mix tonale di Charme, la tovaglia di Gabel 1957 stampata su panama di puro cotone con un motivo a esagoni, disegnato con un pigmento speciale ad effetto metallizzato. La completa un bordo a nastro dai riflessi brillanti, a sottolinearne la vocazione festiva, pur nella discrezione del decoro.
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