Colosseo, in scadenza la gara del servizio di biglietteria
In proroga da quasi 20 anni, si attende un esito positivo dopo i tanti flop.Con il nuovo affidamento maggiori introiti per lo Stato. La presentazione delle offerte scade il prossimo 3 novembre
di Giuseppe Cosenza
3' di lettura
La stima economica della gara è di tutto rispetto: 20 milioni di euro in quattro anni. Il valore simbolico è enorme: si tratta dell'appalto del servizio di biglietteria (Biglietteria onsite, Controllo accessi, Contact Center, Piattaforma informatica incluso il Portale Web di Vendita) del Parco Archeologico del Colosseo, che mette insieme oltre all'Anfiteatro Flavio anche il Foro Romano, il Palatino e la Domus Aurea. Il sito culturale simbolo del nostro Paese nel 2019, prima della pandemia, è stato visitato da 7,6 milioni di persone e ha incassato 57,5 milioni di euro, risultando in vetta tra i musei italiani, mentre nel 2021, dopo la lenta riapertura dei siti culturali, ha accolto 1,7 milioni di visitatori con incassi per 16,8 milioni di euro, lasciando il primato dei musei più visitati agli Uffizi.
Cambio di rotta
La gara, in scadenza il prossimo 3 novembre, pubblicata e gestita da Consip, in collaborazione con il Ministero della Cultura, rappresenta un cambio di rotta non di poco conto, in quanto dopo 25 anni dalla prima gara, viene meno l'istituto giuridico della concessione dei servizi per subordinare l'attuazione a una mera prestazione di servizi. Si verificherà, quindi, un guadagno per lo Stato in quanto si passerà dal meccanismo dell'applicazione dell'aggio sui biglietti venduti, al pagamento di una quota fissa risultante dall'offerta economica più vantaggiosa. Difatti, se si comparano i ricavi riconosciuti al concessionario dei 48 mesi prima della pandemia (periodo 2016-2019) derivanti dal circuito archeologico pari a 28,5 milioni di euro, con l'importo a base di gara soggetto a ribasso, si nota subito un maggior introito per lo Stato di circa 8 milioni di euro.
Chi può partecipare?
Il disciplinare prevede un requisito abbastanza ampio: “Il concorrente deve aver eseguito negli ultimi cinque anni dalla data di scadenza del termine per la presentazione delle offerte uno o più contratti a favore di committenti pubblici o privati, avente/i ad oggetto servizi di biglietteria per un numero medio annuo di biglietti emessi complessivamente pari ad almeno 1 milione di euro”. Quindi si ricercano sul mercato operatori economici dotati di una capacità tecnica adeguata in grado di gestire un servizio complesso come quello del Colosseo, senza richiedere competenze specifiche in servizi culturali o in istituti e luoghi della cultura. Le offerte dovrebbero essere aperte già il 4 novembre, salvo rinvii, e valutate successivamente in base al valore del progetto tecnico (75 punti) e la convenienza dell'offerta economica (25 punti).
La fine della legge Ronchey
La gara segna, forse in maniera definitiva, la fine dei servizi aggiuntivi e della figura del concessionario così come erano stati immaginati dalla legge Ronchey (L. 14 novembre 1992, n. 433) che aveva avuto l'effetto di aprire il mercato culturale ai privati, e allo stesso tempo, aveva creato un regime di oligopolio fatto di poche imprese presenti nei musei con più incassi.
Il servizio di biglietteria del Colosseo in mano a CoopCulture dal 1997, nata dalla fusione tra il primo concessionario Pierreci e Codess Cultura, è in regime di proroga da oltre 20 anni. La prima proroga riguardò il quadriennio 2001-2005, prevista dal contratto di concessione, e la seconda, non prevista, il successivo quadriennio 2005-2009. Dal 2010 le proroghe divennero annuali in virtù di una circolare ministeriale che avrebbe dovuto essere provvisoria e che diventò definitiva.
Da che se ne ricordi le gare dal 2010 ad oggi sono state tre, la prima 12 anni fa ritirata dal MiC, la seconda nel 2017 e la terza nel 2019, rispettivamente bocciate dal Consiglio di Stato per dei cavilli sollevati dai concessionari.
Ad esempio, Il Consiglio di Stato, con la sentenza del 16 marzo 2021 n. 2259/2021, ha annullato la seconda gara anche in relazione alla disciplina di valutazione delle offerte, nella quale era prevista l’assegnazione di un punteggio maggiore al servizio di biglietteria per l’accesso al sito archeologico, e ciò in contrasto con il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004) nel Titolo riguardante fruizione e valorizzazione.
L'Anac, l'Autorità nazionale anticorruzione, con una delibera dell'8 settembre 2021, aveva sottolineato che: “Il prolungato affidamento in gestione dei servizi del Colosseo in regime di monopolio non fosse coerente ai principi del diritto euro-unitario in materia di contratti pubblici” e aveva invitato il Ministero della Cultura ad adottare ogni iniziativa necessaria “per pervenire sollecitamente all'aggiudicazione delle procedure di evidenza pubblica”. Quindi, la gara è stata finalmente pubblicata e sul suo esito positivo vigilerà la stessa Autorità, grazie a un accordo stipulato il 28 gennaio scorso, con il MiC e Consip. Dopo infinite proroghe e valanghe di ricorsi questa annosa vicenda dovrebbe concludersi in maniera positiva per le casse dello Stato e l'interesse dei cittadini.
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