Serie tv

«Breeders», com’è stressante essere mamma e papà

Tra senso di inadeguatezza, rabbia repressa ed ambizioni deluse, la serie va oltre la sitcom leggera. Ritratto sulle difficoltà del mestiere di genitori

di Gianlugi Rossini

Martin Freeman è il protagonista della serie insieme a Daisy Haggard

2' di lettura

«Breeders» è un termine gergale, probabilmente nato in ambienti omosessuali, per indicare con una nota dispregiativa quelli che si riproducono, ovvero le coppie con figli (nel titolo italiano si aggiunge il chiarificatore «genitori al limite»). L’idea iniziale è di Martin Freeman, che interpreta il protagonista Paul, e si potrebbe riassumere con una frase che Paul stesso rivolge alla moglie Ally nei primi minuti del pilota: «Morirei per questi bambini. Ma spesso vorrei anche ucciderli».

Londra

Ambientata a Londra ma coprodotta dallo statunitense FX e da Sky inglese, la serie arriva in Italia dal 2 luglio su Disney+, con un bagaglio di due stagioni già andate in onda all’estero e una terza in produzione.

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Non si pensi, tuttavia, a una sitcom leggera in cui alla fine di ogni episodio tutto torna a posto: la serie è un ritratto che vuole essere il più possibile onesto su quanto possa essere prosciugante essere genitori oggi. Breeders usa volentieri i cliché della sitcom familiare – la coppia rivale troppo perfetta, i nonni inadeguati, e così via – ma vira anche facilmente verso toni piuttosto cupi: Paul, innanzitutto, deve fare i conti con la propria incapacità di gestire la rabbia, che i suoi figli riescono a tirare fuori come nessun altro era stato capace prima. In una conversazione con il padre, Freeman/Paul gioca con il proprio personaggio pubblico dicendo che credeva di essere una persona gentile, e proprio diventando padre a sua volta ha capito quanta rabbia repressa nascondeva.

Ciò che rende interessante Breeders, però, è la capacità di far vivere i personaggi ed estendere il discorso: se al centro di tutto c’è il senso di inadeguatezza e la paura di non essere i padri e le madri che pensavamo di essere, la serie parla altrettanto spesso di ambizioni deluse, dell’essere figli di genitori che invecchiano, in generale di come si fa ad essere adulti. Paul forse occupa la scena un po’ di più, ma al personaggio della compagna Ally (interpretata da Daisy Haggard, già vista in Back To Life) viene dato ampio spazio per crescere e farsi conoscere dagli spettatori.

Breeders, Martin Freeman, Chris Addison, Simon Blackwell, Disney+ dal 2 luglio

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