Fiori d'inverno

Come arredare con boccioli, steli e corolle perenni

Vintage o da filiera sostenibile, pressati o inglobati nella resina, non sono mai stati così freschi.

di Clara Baldock

Sottobicchiere di JAM JAR EDIT.

4' di lettura

L'installazione di Rebecca Louise Law (che fino al 19 dicembre è a Parma con la sua prima personale italiana, Florilegium) in mostra la prossima estate al Cummer Museum of Art & Gardens, in Florida, è composta da oltre un milione di fiori – tutti raccolti e conservati personalmente negli ultimi 17 anni. «Non butto mai i fiori. Quando diventano polvere, conservo la polvere» dice. L'artista vive in Galles, nella regione di Snowdonia, ma negli ultimi anni ha realizzato installazioni a San Francisco come a Melbourne, oltre che commissioni per brand come Hermès, Jimmy Choo e Dolce & Gabbana. Prima di sperimentare con queste composizioni, Law dipingeva paesaggi marini, ma poi ha prevalso la passione per i fiori ereditata dal padre, che era capogiardiniere di Anglesey Abbey, una bellissima residenza di campagna del XIX secolo nel Cambridgeshire.

FLORILEGIUM, l'istallazione di Rebecca Louise Law a Parma.

«Sono un mezzo d'espressione, il mio modo di dipingere. Lo spazio è la mia tela». I suoi lavori consistono in elaborate combinazioni di fiori freschi, poi essiccati sul posto, e stabilizzati – rose, dalie, papaveri, cardi, ma anche erbe aromatiche, fili d'erba e pigne – spesso sospese in aria da un filo di rame. «Sono attratta da ciò che è fragile e dalle tonalità dei fiori secchi. Per me rappresentano il tempo», spiega. Un concetto che, all'inizio di quest'anno, Rebecca Louise Law ha esplorato al Frederik Meijer Gardens & Sculpture Park, in Michigan, con The Womb, un'opera molto poetica pensata per suscitare l'emozione di essere come in un bozzolo, protetti dalla natura. Che stia lavorando a una grande installazione o a una piccola scultura racchiusa in una teca, Law è sempre attenta alla sostenibilità nel suo lavoro – uno dei cardini della recente rivalutazione dei fiori secchi e stabilizzati.

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Erbario da parete di BY ALICE.

Il sito di e-commerce Etsy segnala che le ricerche in questo senso sono aumentate del 93 per cento nei primi sei mesi dell'anno. Anche fioristi come Grace & Thorn, a Londra, e Floriade a Wellington, in Nuova Zelanda, rilevano un aumento della domanda. «Oggi per noi rappresentano la metà delle vendite», dice Annwyn Tobin, titolare di Floriade. «La crescita è stata davvero incredibile». Per l'esperta di piante londinese Kitten Grayson la longevità delle composizioni è soltanto una delle ragioni per cui sono così ricercate. «Vogliamo che le persone conoscano la provenienza dei fiori e sappiano che ogni scarto viene poi destinato al compost, dando vita a un bellissimo ciclo virtuoso», dice Grayson. In questo periodo, sta realizzando un proprio giardino nel Somerset per garantirsi una fornitura ben assortita e dalla provenienza certificabile per gli allestimenti che progetta insieme a Harriette Tebbutt. Come l'installazione nella sala da pranzo dell'hotel Heckfield Place, nell'Hampshire, in costante evoluzione grazie all'aggiunta di elementi selezionati e raccolti ogni stagione nel giardino dell'albergo.

Kitten Grayson e Hariette Tebbutt

L'arte di pressare i fiori ha radici vittoriane, ma i modi in cui oggi viene rivisitata la rendono assolutamente contemporanea. L'antiquaria Alice Wawrik, alias By Alice, realizza erbari da parete con campioni di piante vintage. Mike Pollard e Rika Yamasaki, di MR Studio London, creano opere d'arte con fiori e piante pressati che coltivano o raccolgono nei campi.

Carta con fiori pressati, MR STUDIO LONDON.

Alla fiorista Melissa Richardson piace essiccare quelle che di solito vengono considerate erbacce. «Seguiamo le istruzioni scritte nel 1770 dal botanico Joseph Banks, che viaggiava insieme a Captain Cook per raccogliere campioni di piante e fiori», dice Richardson. Nel 2017, insieme a Amy Fielding, ha creato il brand lifestyle JamJar Edit, che già l'anno dopo ha ricevuto una commissione da sogno: un'intera parete di fiori pressati raccolti nei dintorni della casa del cliente, nel Dartmoor National Park, nel Devon. Richardson incapsula fiori pressati anche nella resina trasparente, creando splendidi sottobicchieri.

Paravento Bloom! con fiori selvatici di SASHA SYKES.

Una tecnica ulteriormente sviluppata dall'artista e designer irlandese Sasha Sykes, che inserisce fiori selvatici e ortensie essiccate in ardite forme in resina, che diventano basi per lampade, tavoli e paraventi. L'artista polacco Marcin Rusak, invece, dal 2014 lavora specificatamente con i fiori esclusi dai circuiti di vendita, inserendoli all'interno di fogli di bioresina bianca o nera. Per la sua collezione Perma, taglia il materiale in sezioni, con un effetto che richiama quello dei fossili, mentre nei tavoli e negli armadi Flora Temporaria usa pezzi interi, creando superfici che ricordano i quadri fiamminghi del Seicento. «I fiori hanno molti significati, per me sono diventati anche un mezzo per parlare di temi a cui tengo, come il consumo critico e il valore delle cose», dice Rusak. «I fiori recisi sono sempre sul punto di appassire. Questa opposizione fra declino e conservazione per me rappresenta la vita stessa e mi piace renderla visibile attraverso gli oggetti». Come una serie di contenitori di vetro in cui, al momento della fusione, vengono inseriti fiori che nel processo si inceneriscono. Per Rusak si tratta di «una bellezza connessa alla trasformazione, al cambiamento, che si oppone alla cultura dell'usa e getta». Che si tratti di arredi o installazioni, creare qualcosa di permanente dall'effimero rende questi progetti perennemente freschi.

Lampada da tavolo Flora Lamp I Black, MARCIN RUSAK.

Riproduzione riservata ©

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