Come cambiano musica e serie tv con il nuovo audio spaziale
Dopo Apple Music, l’audio spaziale con supporto Dolby Atmos fa il suo ingresso ufficiale anche su Netflix
di Giacomo Petruccelli
2' di lettura
L’audio spaziale con supporto Dolby Atmos fa il suo ingresso ufficiale anche su Netflix, che si appresta così ad offrire, agli abbonati al pacchetto Premium, un’esperienza cinematografica coinvolgente. Indipendentemente dal luogo in cui ci si trovi e senza la necessità di avere diffusori surround o apparecchiature home theater. Compatibile con tutti i dispositivi tv, pc, smartphone e tablet, la tecnologia audio di Apple è già disponibile per oltre 700 dei titoli più importanti presenti in catalogo.
La novità, però, era apparsa sul mercato un anno fa. A beneficiare per primi di un'esperienza sonora con qualità di suono studio, infatti, erano stati gli abbonati ad Apple Music, la piattaforma musicale della casa di Cupertino.
Salutato come il cambiamento più significativo da sessant’anni ad oggi (cioè da quando il suono cosiddetto mono divenne stereo), l’audio spaziale con supporto Dolby Atmos dà agli artisti la possibilità di creare esperienze di ascolto immersivo per i propri fan, caratterizzate da un suono limpido e multidimensionale. Con un dettaglio ulteriore: l’intero catalogo presente su Apple Music è disponibile in modalità “Audio Lossless” (senza perdita); che nella pratica vuol dire poter ascoltare (con supporti pensati appositamente) oltre 75 milioni di brani così come sono stati creati negli studi di registrazione.
Anche l’industria musicale ha dovuto affrontare una serie di cambiamenti significativi. Gli ultimi 20 anni, infatti, hanno visto da un lato il crollo delle vendite dei cosiddetti “supporti fisici” (resistono un po’ di più i vinili che però hanno una storia immortale e rimangono un mercato di nicchia) e, dall’altro, la nascita di una nuova era, quella dei servizi di musica in streaming.
Oggi in molti li utilizzano e in tanti si abbonano. I dati del report annuale sull’andamento del mercato streaming, mostrano la crescita continua della base globale di abbonati ai servizi musicali: 523,9 milioni di utenti alla fine del secondo trimestre 2021 (+26,4% rispetto al 2020) e una proiezione verso il 2030 con un tasso di crescita del annuale del 14,7%.
I motivi sono diversi: riproduzione su smartphone e tablet con risparmio dello spazio di archiviazione, interfacce utente semplici e intuitive, possibilità di sfogliare e riprodurre la musica in qualsiasi momento, niente pubblicità durante la riproduzione, accesso all’intero catalogo e, non ultimo, la qualità audio. Sì, perché la cosiddetta “compressione” è un fattore determinante nella percezione del suono. E se non è adeguata, può addirittura rovinare una canzone.
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