Come cambieranno OpenAi e ChatGpt dopo le dimissioni di Altman (indipendentemente dal Ceo)
Venerdì il Ceo era Mira Murai, nel week end si paventava un ritorno di Sam Altman oggi c’è Emmet Shear. Chiunque oggi sarà chiamato a guidare OpenAi dovrà mettere ordine e confini a ChatGpt.
di Luca Tremolada
4' di lettura
Mira Murati è un profilo tecnico, una esperta dell’intelligenza artificiale e farà bene. Ne sono convinti tutti, sia gli esperti che i mercati. La sostituta nominata di Sam Altman nominata venerdì alla guida di ChatGpt ha 34 anni è un’ingegnera meccanica e un anno fa è stata chief technology officer di Open Ai quindi conosce bene il suo chatbot. È durata meno di 24 ore la sua nomina. Alcuni investitori, i principali (Thrive Capital, Microsoft e Khosla Ventures), nel week end hanno chiesto il ritorno di Sam Altman come Ceo, probabilmente anche per disinnescare il rischio di una fuoriuscita di dipendenti e manager qualora il papà di ChatGpt decidesse di lanciare una nuova startup. Dopo 48 ore è stato invece scelto Emmett Shear, un vecchio lupo della Silicon Valley che ha guidato per anni Twitch, la piattaforma video per i gamers prima che venisse acquisita per quasi un miliardo da dollari da Amzon. Sam Altman invece ha trovato lavoro a Redmond in Microsoft dove guiderà un tean dedicato all’Ai. Quanto a Shear non è un profilo tecnico sull’intelligenza artificiale ma sa come si fanno crescere (e si vendono) le aziende. Non sappiamo esattamente i motivi che hanno portato al licenziamento del suo co-fondatore ma ce li possiamo immaginare.
I segnali ultimi sono stati il blocco di nuovi account su Gpt-4, la versione a pagamento di ChatGpt e un mese di disservizi che si sono trascinato fino ai giorni nostri. Le ultime uscite di Sam Altman avevano già lasciato intravedere che qualcosa non funzionava. Definito dal New York Times l’Openheimer dei nostri tempi per avere inventato un ordigno (l’ai generativa) potenzialmente in grado di distruggere l’umanità, come è stato paventato a più riprese da più di un protagonista dell’ai Gen, Sam Altman ha cominciato a essere sempre più criptico e visionario. Qualcuno si ricorderà aqando ha definito le allucinazione dell’Ai cioè le risposte sbagliate dei chatbot non come errori ma come caratteristiche del software. “Allucination are not bug but feature”, disse che è un po’ come dire, non sono loro (le Ai) che sbagliamo siamo noi umani che non ci arriviamo. Probabilmente però il punto di rottura si è consumato con il rilascio delle Gpts, versioni personalizzate di ChatGpt. Pensate a un modello di App Store dove però la singola App la puoi “allenare” il cliente con i propri dati . Si possono infatti caricare fino a 10 documenti (max 512 Mb l’uno) con informazioni utili all’IA per svolgere un determinato compito.A pochi giorni dal rilascio di Gpt Platform qualche utente ha incominciato a segnare alcuni problemi. Per esempio, gli utenti che usano una GPT riescono a risalire alle informazioni e ai prompt che ha usato il suo ideatore per generare la sua IA.
Vuole dire esporre la concorrenza ai propri asset strategici. E poi nei termini di servizio di OpenAI non si fa riferimento divieti riguardanti materiali protetti da copyright. E poi c’è un problema di costi. Come sapete non sappiamo quanto l’impatto energetico della Gen Ai. Chi sta usando Gpt per alimentare altri servizi ha lamentato rallentamenti e disservizi. L’impressione è la scelta di uscire presto sul mercato con un chatbot “generalista” stia mostrando gli effetti negativi che i concorrenti come Google avevano suggerito. Le informazioni non sono segmentate e continuano ad arrivare da un parco utenti che ha rapidamento superato quota 100 milioni. Più domande vuole dire più potenza di calcolo. Come hanno avvertito in rete alcuni esperti in questo momento ChatGpt e’ come un bambino poco educato che vogliono tutti ma che ancora non ha le basi per correre e rischia di essere incontrollabile.Ecco forse perché qualcuno parla di come la più grande innovazione tecnologica degli ultimi cinquant’anni rischi di diventare la più grande operazioni di marketing del secolo.
Microsoft che ha investito miliardi di dollari (14 per l’esattezza) in ChatGpt nella mattinata di lunedì 20 novembre proprio per bocca del suo numero uno Satya Nadella ha assunto Sam Altman mettendolo alla guida di un nuovo team all’interno di Microsoft. Senza i server di Azure, il cloud di Microsoft, ChatGpt non esisterebbe. Inoltre, nei giorni scorsi è stato presentato la nuova suite di Office 365 Copilot, con tutti gli applicativi (da Word a Excell) potenziati con l’Ai Gen di OpenAi. Un rallentamento nello sviluppo di Gpt non è be visto in questo momento dai vertici di Redmond. Inoltre, il icenziamento così inaspettato genera incertezza sui mercati finanziari. E in questo momento probabilmente Microsoft non vuole alcun tipo di problema nella sua roadmap. Chiunque oggi guiderà OpenAi dovrà mettere ordine, dovrà decidere quali confini dare a ChatGpt. Forse è un po’ come quando Steve Jobs fu allontanato da Apple perché troppo visionario. Anni dopo , dopo essere tornato, disse che era stata la scelta giusta.
Aggiornato alle ore 12:49 del 20 novembre 2023
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