“Il mondo che verrà” / 11

Come cambieranno le nostre case

Siamo tornati a una dimensione di privacy integrale. In questo scenario è forse presto per comprendere quanto a fondo questa esperienza globale inciderà sulle nostre coscienze, sui nostri desideri e sul nostro modo di abitare ma si possano già ipotizzare alcuni scenari plausibili su cui riflettere

di Luca Molinari

Apartment Building, Danimarca, 2015 . «Come cambierà la percezione della casa quando tutto questo sarà finito? Per qualcuno da rifugio è diventata una gabbia. Per altri era un luogo da cui scappare ogni volta che ne avevano la possibilità e adesso potrebbe aver assunto un altro significato. Mi chiedo che senso assumerà nel “dopo”» , dice Claudia Gori, autrice della foto

3' di lettura

In questi giorni tutto sembra aver subito un'implosione domestica. Cucina attiva 15 ore al giorno, quattro computer connessi in chat, Zoom, Meet, Hangouts oltre agli allineamenti con i quotidiani bollettini di guerra, mogli che fanno yoga in soggiorno e figli che saltano la corda con l'intermittenza di un criceto nella ruota, balconi che diventano confessionali pubblici per vicini sconosciuti, cicli di pulizie ossessivi e accumulo di derrate alimentari e igienizzanti di ogni sorta.

Immagino che quanto scritto sopra sia il classico ritratto di una casa borghese sotto il Covid-19. Ma che cosa ci racconta tutto questo delle case che saremo nei prossimi anni? Fino a poche settimane fa, la risposta sarebbe stata distratta, proiettata verso l'esterno del mondo e poco consapevole dei luoghi che abitualmente colonizziamo e abitiamo.

Loading...

Dopo settimane di quarantena e almeno due miliardi di persone obbligate a vivere in maniera innaturale nella propria casa, le prospettive sono cambiate radicalmente. Il mondo in cui s'immaginava la repentina scomparsa delle cucine dalle nostre case, la compressione dei metri quadri a disposizione e una visione sempre più nomadica dell'abitare subirà dei cambiamenti interessanti sotto la spinta di una condizione mai sperimentata nella storia dell'umanità.

Per capire il cambiamento osservo i paradossi che la Rete regala copiosa, dai milionari russi che si installano la terapia intensiva di fianco alla palestra+sauna+piscina, ai poveri in India che si rifugiano sugl alberi, passando per le decine di sfondi domestici che appaiono ogni volta che attiviamo lo smart working. La casa che in questi giorni sto abitando, il micro-mondo in cui ci siamo rifugiati e di cui ci stiamo prendendo cura è parte di quell'autoritratto privato e collettivo che racconta così bene questo momento tragico e paradossale. La casa è diventata quel labirinto della mente che prima era quasi totalmente assorbita dalla vita in quelle città che oggi possiamo solo guardare dalla scena fissa della nostra finestra.

Siamo tornati a una dimensione di privacy integrale, difensiva da quello che di potenzialmente pericoloso si annida in ogni persona che non sia strettamente familiare, annullando con effetto immediato tutto quello che sembrava stesse cambiando i paesaggi metropolitani globali attraverso una shared economy fatta di Airbnb, Uber e co-working diffuso. Forse è presto per comprendere quanto a fondo questa esperienza globale inciderà sulle nostre coscienze e sui nostri desideri, ma credo che si possano ipotizzare alcuni scenari plausibili su cui riflettere.

Sanification. Immaginate uno spazio che anticipi l'ingresso di casa, che sanifichi integralmente il vostro corpo e gli abiti indossati. Una specie di super bagno che diventerebbe uno dei luoghi più importanti della casa sia per i suoi abitanti sia per quelli ammessi a entrarvi, dove lavare le mani, riporre le scarpe, disinfettare le cose portate dall'esterno sarà fondamentale. Al bagno potrebbe integrarsi una piccola serra o spazio verde che medierà tra voi e il mondo esterno. L'aria interna alla casa sarà regolata da un sistema di filtraggio dell'aria.

Connection. L'iperconnettività forzata dovrebbe generare un incremento della potenza di fibra e un aumento degli strumenti per dialogare con gli altri. Immaginate schermi integrati con gli elettrodomestici e inseriti in ogni ambiente che vi garantiscano chat e connessioni a ogni momento della giornata.

Common. Se dobbiamo ipotizzare periodi lunghi di isolamento, dovremo immaginare spazi comuni per il gioco dei bambini, lavoro a distanza, lavanderia, palestra, orti, depositi di beni alimentari che verrebbero assorbiti all'interno o sul tetto degli edifici sulla base di un'immunità di gregge condivisa e chiara.

Privacy. In una dimensione di intensa convivenza si cercheranno spazi di auto-isolamento. Luoghi senza connessioni, con una vista di qualità verso l'esterno, dedicati al silenzio e con la possibilità di animare le pareti con luci, suoni e immagini scelte a seconda dell'umore e degli interessi personali.

Compact. Non potremo comunque permetterci case più grandi e questo imporrà la necessità di compattare gli spazi e le loro funzioni attraverso dispositivi mobili, integrati e flessibili a seconda delle necessità.

Section. Ogni finestra, balcone, sporgenza diventerà spazio utile e autonomo all'interno della casa offrendo occasione di essere ripensato come seduta, stanza a cielo aperto, salotto per conversazioni a distanza, spazio di libertà, giardino pensile. Ormai le differenze tra utopia e distopia che hanno segnato i sogni e gli incubi d'intere generazioni lungo il secolo passato si sono totalmente assottigliate arrivando, a volte, a coincidere.

Credo che la casa seguiterà a essere un luogo di resistenza della nostra umanità e storia, spazio in cui continueremo ad accogliere persone amate e da scoprire, guscio in cui custodire e fare germogliare pensieri per il futuro, sempre forma e sostanza di cose sperate che non dovremo mai consegnare alla paura e ai confini invalicabili in cui questa ci costringe

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti