Come funziona la scuola senza docenti e tutor: si impara tra pari
L’apprendimento del coding si basa sulla logica di gamification premiando competenze, curiosità e talento
di Marco Trabucchi
4' di lettura
«Ehi! Teachers leave the kids alone!» (Insegnanti! Lasciate stare i bambini) cantava Roger Waters in Another Brick in The Wall. Chissà che Xavier Niel, il fondatore di Free e Iliad, avesse in mente proprio questa canzone dei Pink Floyd quando fondò l'École 42 a Parigi nel 2013, facendola diventare un network mondiale che ad oggi conta più di 20 scuole satellite sparse in tutto il mondo tra cui l'ultima nata è la 42 LUISS Guido Carli (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali) a Roma, che inizierà le lezioni da gennaio 2021.
Una scuola rivoluzionaria negli intenti - a partire dal nome, ispirato dal libro culto “Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adams – la cui particolarità scardina ogni concetto di scuola fin qui interiorizzato, fatto di esami e docenti in cattedra.
«Nella 42 Roma Luiss non ci sono né professori né tutor: l'apprendimento si fonda su una logica “peer-to-peer”, tra pari. Per avanzare lungo il percorso formativo potrai contare su te stesso, ma anche sulla forza del gruppo. Dovrai essere pronto a dare e anche a ricevere: sarai insegnante e studente al tempo stesso», spiega Giuseppe Italiano, docente di Computer Science alla Luiss.
Nella pratica la 42 è un format collaudato che prevede un programma di tre anni e in cui i progressi vengono registrati come in un videogioco: ogni volta che si risolve un compito si passa a quello successivo, più impegnativo. Il tutto vissuto insieme, nella stessa aula, senza orari e senza supervisione e dove lo scambio e la condivisione saranno una chiave fondamentale per progredire.
«Le lezioni frontali saranno sostituite da una serie di progetti che seguono le logiche della gamification, utilizzando tecniche mutuate da videogiochi che si sono rilevate molto efficaci per l'apprendimento. Gli studenti saranno messi alla prova con problemi da risolvere, allenandosi fin da subito a lavorare in squadra e a pensare fuori dagli schemi», continua Italiano, che è anche membro della European Association for Theoretical Computer Science.
Un metodo formativo innovativo, dove l'inclusione è garantita dalla gratuità e dal fatto che non servono titoli di studio per accedere alle selezioni, ma conta solo competenza, curiosità e talento. Inutile dire che la selezione, ancora in corso, dei 150 studenti tra i 18 e 35 anni è durissima. Dallo scorso luglio ad oggi già 2.300 candidati hanno affrontato il test di logica, il primo step di una selezione molto rigorosa - come solo la Ecole42 di Parigi ha fatto nel mondo. «Ci siamo stupiti del livello altissimo dei ragazzi che si sono presentati alle selezioni, alcuni veri e propri talenti. Nei prossimi giorni i candidati che hanno superato il primo test di ragionamento logico, si immergeranno nelle “Piscine”, una full-immersion di coding di 4 settimane, che è un'ulteriore selezione per stabilire chi ha il potenziale per diventare un fuoriclasse del digitale ed essere ammesso alla Scuola». Tre anni la durata della scuola, scandita da 21 livelli da superare per accedere a quelli successivi. Si parte dalle conoscenze di base del coding per poi prevedere percorsi di specializzazione diversi, dalla cybersecurity allo sviluppo di app innovative che risolvono problemi concreti di business. Dal videogaming alla imprenditorialità, imparando le tecnologie più innovative dell'intelligenza artificiale e della robotica, usando linguaggi di programmazione come C++, Swift, PHP e Java.«Il processo formativo sarà basato su una crescita continua, più che su una selezione individuale», spiega ancora il prof. Italiano. La convinzione è quella che gli studenti che inizieranno il percorso didattico difficilmente rimarrano indietro. «Più che preoccuparci che qualcuno potrebbe impiegare troppo tempo a completare un livello, il rischio che probabilmente si concretizzerà è quello di non completare l'intero percorso perché si vuole applicare subito ciò che si ha appreso a un proprio progetto, magari rivoluzionario» spiega il prof. Italiano, consapevole che il talento potrebbe portare a risultati inaspettati e fuori dagli schemi. «Se pensiamo a illustri “drop out” del digitale, come Bill Gates, Sergey Brin, Larry Page e Mark Zuckerberg, penso che questo sia un rischio che possiamo correre tranquillamente».Una scuola funzionale alla crescita digitale del sistema Italia. Nei prossimi vent'anni il 90% dei posti di lavoro richiederanno skill digitali fondamentali per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Per questo l'intento della 42 è quello di formare nuovi professionisti che ricoprano ruoli chiave del digitale, come il production engineer, cybersecurity administrator e blockchain engineer, tra le tante competenze che richiederanno skill specifiche.La gratuità della scuola è garantita dalla finalità no profit, nata dall'impegno del board di Luiss Alumni 4 Growth (LA4G) guidato da Emma Marcegaglia insieme a Luca Maestri, CFO di Apple, Riccardo Zacconi CEO di King e papà di Candy Crush Saga, Patrizia Micucci e altre personalità di spicco del mondo accademico, dell'imprenditoria e del digitale. Una scelta consapevole del fatto che una delle sfide prioritarie che l'Italia ha di fronte per aumentare la competitività del sistema è quello di accelerare sulla trasformazione digitale necessaria a guidare l'industria 4.0 italiana, come dimostra anche la recente firma del decreto di adozione della «Strategia nazionale per le competenze digitali» da parte della Ministra dell'Innovazione Pisano. Insomma, agire bene e in fretta è una priorità, perché, come sottolinea Italiano, «Il ritardo nelle digital skill non ci consente di essere competitivi con altri paesi, soprattutto nel clima generale di forte accelerazione nella trasformazione digitale che è stato impresso dalla pandemia del Covid19».L'apertura della filiale romana della 42 è il primo passo di un progetto di espansione e consolidamento che vuole coinvolgere anche le aziende e il mondo degli imprenditori digitali insieme alle istituzioni pubbliche, per garantire la sostenibilità economica del progetto. «Tutti i nostri interlocutori restano affascinati da 42 Roma perché ne comprendono le potenzialità e il grande valore sociale. Capiscono che si tratta, infatti, di un progetto Paese necessario all'Italia per uscire dall'arretratezza digitale».
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