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Come individuare i Newsbot che copiano o mentono? Con spirito critico e un po’ di tecnologia

di Luca Tremolada

2' di lettura

«Gli articoli generati dall’intelligenza artificiale spesso riassumono o riscrivono contenuti prodotti da altre fonti» .Lo ha scritto l’associazione NewsGuard organizzazione che da tempo valuta l'affidabilità dei siti di notizie di tutto il mondo al termini di un report che ha identificato nel mese di aprile 49 siti in sette lingue (ceco, cinese, francese, inglese, portoghese, tagalog e thailandese) che utilizzano l'intelligenza artificiale. Si tratta, scrivono, di una nuova generazione di siti, che hanno battezzato NewsBot. n apparenza avevano l’aspetto di tipici siti di notizie ma che sembrerebbero essere stati interamente o in gran parte generati da modelli di linguaggio basati sull’intelligenza artificiale progettati per imitare la comunicazione umana. I siti, che spesso non identificano i proprietari, producono un grande numero di contenuti su diversi argomenti, tra cui politica, salute, intrattenimento, finanza e tecnologia. Alcuni di questi siti pubblicano centinaia di articoli al giorno. «Certi articoli - scrive NewsGuard - promuovono narrazioni false. Quasi tutti i contenuti sono scritti utilizzando un linguaggio banale e frasi ripetitive, segni distintivi dei testi prodotti dall’intelligenza artificiale».

I siti di clickbait o che sputano fake news ci sono sempre stati. Questi sono stati progettati per generare entrate dagli annunci programmatici, che vengono posizionati attraverso algoritmi e finanziano gran parte dei media mondiali (esattamente ciò per cui la prima generazione di content farm su internet, gestite da esseri umani, era stata concepita). Sostanzialmente quando non mentono deliberatamente copiano. Ad esempio, l’attività principale di BestBudgetUSA.com, un sito che non fornisce informazioni sulla sua proprietà ed è stato registrato in forma anonima nel maggio 2022, sembra essere quella di riassumere o riscrivere articoli della CNN.

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Nulla di nuovo sotto il Sole quindi. Ma quello che spaventa è il volume che genererà l’Ai generativa. Aumenterà almeno in rete il rumore di sottofondo in modo assordante. Vuole dire più lavoro per gli uffici legali degli editori che dovranno trovare un modo per fare proteggere il copyright dei loro prodotti. Ma anche sarà più difficile o forse impossibile per il lettore digitale amatoriale distinguere la qualità dei contenuti in Rete. Che vuole dire sapere distinguere se l’articolo è stato prodotto autonomamente dall’Ai o c’è una manina umana dietro. Il futuro è nebuloso ma si va verso un modello di produzione dei contenuti siano essi audio o video che potrà avvalersi come co-pilota dell’Ai. Sarà poi il pubblico o il mercato a distinguere ed a decidere quali sono i migliori.

Esistono però già dei trucchetti per capire chi ha prodotto cosa. Come scrive NewsGuard tutti i 49 siti identificati da NewsGuard hanno pubblicato almeno un articolo contenente messaggi di errore piuttosto comuni nei testi generati dall'IA: tra questi, “la mia data limite nel settembre 2021”, “come modello di linguaggio IA” e “Non posso completare questa richiesta”. Sono tag, bug, errori, tutte informazioni che una Ai potrebbe riconoscere per dirci in tempo reale se quello che stiamo leggendo è buono o spazzatura. Se fosse così sarebbe una buona rispostav (tecnologica) ai newsbot.

Riproduzione riservata ©
  • Luca TremoladaGiornalista

    Luogo: Milano via Monte Rosa 91

    Lingue parlate: Inglese, Francese

    Argomenti: Tecnologia, scienza, finanza, startup, dati

    Premi: Premio Gabriele Lanfredini sull’informazione; Premio giornalistico State Street, categoria "Innovation"; DStars 2019, categoria journalism

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