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Come intercettare e sviluppare la propria voce originale (anche in azienda)

Riconoscere e esprimere il valore che si apporta in un contesto organizzativo rispetto alle altre persone che lo popolano è decisivo

di Veronica Giovale *

4' di lettura

Immaginiamo di camminare in un bosco o in un parco cittadino. Si incontrano persone, animali e alberi. Osserviamo un albero nel suo complesso. Volendo semplificare e razionalizzare la struttura esterna di un albero possiamo ridurla a quattro macro parti, ovvero le radici, il tronco, i rami, la chioma con eventuali fiori o frutti. L'albero si definisce tale se tutti i suoi elementi si considerano complessivamente.

Passiamo ora a osservare come interagisce l'albero quando incontra il vento, la pioggia, il sole, il caldo, il freddo e gli altri elementi che lo circondano. Si muove, si modifica ma è ben radicato. Essere radicati significa esprimere una presenza. Lo Yoga, disciplina molto antica e di natali orientali, propone da secoli, durante le sue pratiche, la posizione dell'albero (Vrksasana). Questa posizione vuole sollecitare il radicamento del corpo al terreno e la centratura della mente in una dinamica di movimento continuo attraverso il proprio respiro. La qualità del respiro genera il movimento e non viceversa, come spesso accade nell'attività sportiva.

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Nel caso degli esseri umani è possibile essere radicati al terreno se si percepiscono le radici, ovvero la storia e quindi la conformazione storica di riferimento, costituita anche dai modelli o contro-modelli acquisiti. Ciò che siamo è un insieme altamente complesso di elementi. Volendone citare solo alcuni, siamo la combinazione casuale di geni, la cultura di riferimento e il momento storico in cui siamo nati. Siamo le credenze che si sono formate dall’interazione con altri esseri umani, dal nucleo familiare da cui abbiamo avuto origine e dalle esperienze effettuate. Percepiamo la realtà attraverso i nostri sensi.

Le credenze adattive o disadattive acquisite si intrecciano dando forma alla qualità con cui ci relazioniamo con l'ambiente e le persone. Lo Yoga, come molte altre discipline e pratiche che si possono sperimentare, vuole allenare l'essere umano a partire da sé stesso attraverso (anche) il proprio respiro. Solo così è possibile percepirsi nella propria organicità e allenarsi a essere radicati nel qui e ora sviluppando una interazione qualitativamente diversa con il contesto. Ogni essere umano ha una propria singolarità, ovvero unicità, da cui emergono le rispettive peculiarità. Per entrare in una connessione più profonda del sé, e successivamente con gli altri, bisogna allenare la propria Executive Presence. Solo così i molteplici ruoli che siamo chiamati a interpretare potranno entrare in una relazione attiva e piena con gli altri, innescando un processo di piena realizzazione personale e collettiva.

Definiamo l'Executive Presence come la propria voce originale. Quante persone all'interno delle aziende sono realmente consapevoli della propria voce originale e la esprimono all'interno dei contesti nei quali interagiscono? Osservando come si muovono, comportano e agiscono, probabilmente la consapevolezza è piuttosto scarsa e talvolta inesistente. Spesso le persone impiegano importanti energie a scimmiottare comportamenti e modalità molto lontane dalla propria voce originale. L'effetto che si genera è di poca autenticità, di scarsa credibilità e visibilità.

L'Executive Presence è una vera e propria competenza, come per esempio la comunicazione, la gestione delle persone, la costruzione di un budget, l'esecuzione di un intervento chirurgico, ed è formata da molteplici fattori che si possono sintetizzare nella “Presenza” di una persona quando, per esempio, entra in uno spazio e viene percepita ancora prima di pronunciare qualsiasi frase di senso compiuto.

La persona con una Executive Presence attiva e allenata è centrata e radicata proprio come l'albero. Sa percepire sé stessa, le altre persone e l'ambiente intorno. Ha sviluppato un'alta capacità di portare l'attenzione sui dettagli ma anche sull'insieme di ciò che accade. Questo aspetto parte dalla connessione con il proprio respiro e prima ancora, dall'offrirsi la possibilità di percepirlo per come emerge e, quindi, per quello che porta, compresa la propria vulnerabilità. Soffermarsi sulla qualità del proprio respiro è la prima possibilità di accesso al tronco dell'albero della nostra metafora, ovvero al nostro corpo e alla possibilità di renderlo vivo e pertinente rispetto ai colori e qualità che ci contraddistinguono. L'utilizzo del proprio corpo e degli impulsi che emergono è un altro aspetto da consolidare.

Riconoscere e esprimere il valore che si apporta in un contesto organizzativo rispetto alle altre persone che lo popolano, anche a parità di competenze, è decisivo. Appropriarsi di uno spazio, senza attendere l'autorizzazione esterna, diventa quindi fondamentale. Lo spazio che si abita attivamente viene contestualmente riconosciuto dalle persone. Osservare le abitudini acquisite e consolidate è un passaggio altrettanto fondamentale. Quanto tempo si dedica ad un allenamento consapevole volto ad acquisire una organicità e quindi esercitare una piena Executive Presence? Connettersi a sé stessi in maniera organica significa cogliere gli stati psicofisici personali e di conseguenza degli altri. Allenarsi in questa direzione significa agire comportamenti coerenti nei confronti di sé stessi, delle persone e del contesto di riferimento.

All'interno delle aziende e della società ci stiamo occupando di rappresentare o di presentare ciò che siamo? La differenza è sostanziale, così come la qualità di quello che ne deriva. Siano essi risultati, performance o l'interpretazione del ruolo.

* Partner Newton Spa

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