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Come l’Italia si sta desertificando: una guida fotografica ai luoghi senz’acqua

Il Bel Paese è a rischio per oltre il 20% del territorio: una provocazione di Gabriele Galimberti nell’ambito del progetto “Acqua nelle nostre mani”

di Elena Comelli

Copyright Gabriele Galimberti

3' di lettura

Non occorre andare nel Sahara per visitare un deserto. Ormai ce ne sono anche dietro casa e Gabriele Galimberti li ha fotografati, per portarli alla nostra attenzione nella “Guida turistica ai deserti d’Italia”, presentata lunedì a Milano. Sottotitolo: “Paesaggi mozzafiato di cui il Bel Paese non avrebbe bisogno”.

Il lavoro di Galimberti, vincitore nel 2021 del “World Press Photo”, è chiaramente una provocazione, lanciata nell'ambito del progetto “Acqua nelle nostre mani” sostenuto da Finish. L’Italia, infatti, è un Paese a rischio desertificazione per oltre il 20% del suo territorio, come ha dimostrato la recente siccità, che solo quest'anno ha causato 6 miliardi di euro di danni all'agricoltura e ha maltrattato i paesaggi fluviali più belli del Bel Paese, a partire dalle rive del Po.

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In questo contesto, i deserti stanno sempre più diventando triste realtà in molte aree della penisola, flagellate negli anni dal costante aumento delle temperature, dalla carenza di precipitazioni e da terreni ormai non più abituati ad assorbire correttamente l'acqua piovana.

Guida ai deserti d'Italia

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Galimberti, stimolato da questa provocazione, ha viaggiato durante i mesi scorsi, con la sua collaboratrice Camilla Miliani, con l’obiettivo di documentare e raccontare delle “mete turistiche” anomale per il nostro paese, in via di desertificazione. Un viaggio lungo lo stivale che si è protratto per tutto il periodo estivo e le cui foto, interviste e descrizioni dei luoghi hanno dato vita alla guida, che invita le persone a visitare questi territori: fiumi diventati sentieri da trekking, laghi ridotti ad aride distese, paesaggi che nessuno si aspetterebbe di vedere e che, invece, sono reali.

Del resto sono i dati, oltre che le immagini, a raccontarlo: il 70% della Sicilia, il 57% della Puglia, il 58% del Molise e il 55% della Basilicata sono a rischio desertificazione secondo l'Anbi, l'Associazione italiana dei consorzi di bacino. Scenari di cui l’Italia, indubbiamente, non avrebbe bisogno.

Fra i vari deserti documentati, il più impressionante è il “Deserto del Trasimeno”. Sottotitolo: “Prende parzialmente il posto del più noto Lago Trasimeno, il quarto in Italia in ordine di estensione”. Nel testo che accompagna le foto di una spianata brulla, Galimberti rileva: «Raggiungendo questo deserto in volo, non potrete non notare la macchia marrone che predomina la vallata. I più attenti tra di voi non mancheranno di notare anche le venature che oggi caratterizzano questa distesa. Venature che sarebbe meglio definire solchi creati dalla secchezza del terreno, già emblema di un inaridimento progressivo e che promette di aumentare».

Concorda con questa impressione anche Filippo Covarelli, che ha lavorato per oltre un decennio come istruttore di kiteboard sul lago e ora passa il suo tempo ad andare alla ricerca dell’acqua: «Sicuramente se la siccità continuerà cosi, il Trasimeno sarà destinato a scomparire».

Quasi altrettanto impressionanti sono le foto del “Deserto del Trebbia”, in particolare in coincidenza dell’attraversamento autostradale sul Ponte Paladino, a Sud Ovest di Piacenza. Un ponte «scenograficamente fuori luogo», data la sparizione del fiume sottostante. «Uno scorcio a tratti straniante, che gli amanti della distopia non faticheranno ad accostare a quegli scenari apocalittici dove vecchie costruzioni rimangono sospese nel tempo mentre tutto intorno cambia», commenta Galimberti.

Stessa impressione devono dare le due dighe che chiudono il “Deserto di Montespluga”, che si estende nella provincia di Sondrio per una superficie di 1,7 chilometri quadrati, circondato da montagne che lo fanno quasi assomigliare a un cratere. «Il Montespluga non è ancora un deserto al 100% - spiega Galimberti -. Rimane un 10% di superficie bagnata dall'acqua di quello che bisogna immaginare come un lago artificiale, creato tramite la costruzione di due dighe sul Torrente Liro per l'accumulo d'acqua destinata alla centrale idroelettrica di Isola, frazione di Madesimo. Un lago con una profondità massima di 67 metri ed una capacità di circa 32 milioni di metri cubi di acqua, che nella nostra ultima visita abbiamo trovato ridotto a una pozza d'acqua. Ci auguriamo che voi, durante la vostra visita, abbiate più fortuna».

L’immagine di copertina, con un alberello smagrito e spettrale che fuoriesce da un terreno inaridito, ci rimanda invece in Sicilia, nel “deserto di Pozzillo”, che si estende per quasi 8 chilometri quadrati vicino ad Acireale, nel Catanese. E magari qualcuno potrebbe anche pensare: ma qui siamo in Sicilia, in uno dei posti più caldi d'Italia, è normale che sia a rischio di siccità.

Ma i “deserti” fotografati durante il viaggio sono distribuiti in tutta la penisola: Sicilia, Abruzzo, Marche, Toscana, Lombardia, Umbria, Emilia-Romagna e Molise, con focus particolare su fiumi e laghi. Luoghi che, nei prossimi mesi, diventeranno oggetto di una mostra fotografica a Milano, per garantire a chiunque lo voglia di osservare una realtà non più così nascosta, per quanto apparentemente improbabile per il nostro Paese.

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