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Come sarà il primo gadget nativo dell’era dell’intelligenza artificiale generativa?

Parliamo di Humane AI Pin che ancora non c’è ma promette di cambiare il destino dello smartphone. Marketing o rivoluzione?

di Alessandro Longo

2' di lettura

Mettici un nastrino chiamato intelligenza artificiale, meglio se pure “generativa”, e ogni cosa sembrerà più illuminata. Almeno agli occhi di media e investitori. Non importa quanto il gadget sia improbabile o di dubbia utilità. Ecco servita la ricetta del prodotto perfetto per l'estate 2023, così come quella della startup più interessante. E ora abbiamo persino l'esempio ideale, di questo momento di super hyper vissuto dall'Ia generativa: Humane AI Pin, l'“assistente personale da taschino” di Humane, azienda figlia di ex dipendenti Apple. Qualche giorno fa ne ha annunciato l'arrivo entro fine anno.

Il gadget lo appendi al taschino della giacca e quello ti fa varie cose per cui ora devi usare (o sarebbe forse meglio dire “basta usare”) uno smartphone. Chiamate, appunti, traduzioni. L'azienda dice che non è richiesto smartphone e che il Pin si controlla con l'intelligenza artificiale, ossia a voce e con gesti (un po' come il visore AR/VR in arrivo da Apple).

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C'è pure un pico-proiettore, per proiettare sulla mano il contenuto di un display connesso al Pin. «Mi ricorda il francese Cricet Bracelet, pure con proiettore ma senza IA – all'epoca, ossia il 2014, non era di moda. Presentato a stampa e investitori, non è mai arrivato», dice Antonio Cisternino, ricercatore informatico all'università di Pisa e testatore seriale di gadget iper-tech.

«Anche questa di Humane mi sembra una trovata marketing, ma figlia dei tempi: sfrutta la parola IA per carpire l'attenzione, eppure non sembra possa rispondere a reali esigenze degli utenti», aggiunge Cisternino. Tutti abbiamo uno smartphone, perché sostituirlo? L'IA generativa, per altro, è destinata a entrare negli assistenti vocali Google e iPhone (oltre che nei gadget Alexa). Non serve un dispositivo extra e ad hoc.

Humane AI Pin però a qualcosa è senza dubbio utile: a segnalare, incarnandola, tutta l'hype che ormai è montata intorno all'IA generativa. I dati PitchBook dicono che finora ci sono stati investimenti venture di 13 miliardi di dollari, nel 2023, su startup con IA generativa. Già ora è circa il doppio rispetto al 2022. E tutto questo prima ancora che questo particolare tipo di IA abbia dimostrato avere un concreto valore di business. Ogni startup è diventata di colpo una startup dell'IA. Curioso destino, per investitori e consumatori: in questa fase si trovano accomunati da una stessa sfida. Imparare a riconoscere il vero valore, se c'è, nella foresta dell'hype. Noi consumatori rischiamo di buttare qualche centinaia di euro. Gli investitori, qualcosa in più.

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