Come saranno i conti trimestrali a Wall Street? Ecco le attese degli analisti
Prevista una sostanziale tenuta per le società dell’indice S&P 500. Ma crescono i rischi. Bene media e tlc, male invece il settore energetico
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Bilanci previsti in sostanziale tenuta per la Corporate America, a cavallo tra leggeri rialzi e ribassi che, a conti fatti, dipenderanno dal gioco sul filo di lana di sorprese positive o delusioni. I 500 maggiori gruppi quotati a Wall Street, secondo i calcoli costantemente aggiornati della società specializzata FactSet, al momento per il terzo trimestre del 2023 sono destinati a mostrare un aumento collettivo degli utili dello 0,4 per cento. Se confermato, la previsione è stata rivista da un declino dello 0,3% ipotizzato solo la settimana precedente, l’incremento interromperebbe una serie di tre flessioni consecutive e sarebbe di buon auspicio per la salute delle imprese statunitensi.
I venti contrari sull’immediato futuro dei bilanci – e quindi sulla guidance aziendale – però non mancano: accanto a perduranti incognite su economia, inflazione e elevato debito pubblico, si moltiplicano le crisi geopolitiche, da Ucraina a Medio Oriente. Crisi esplicitamente citate da colui che è diventato lo statista per eccellenza della Corporate America, il Ceo di JP Morgan Jamie Dimon, mentre celebrava risultati ancora oltre ogni attesa da parte della “sua” banca. Se ad oggi FactSet calcola che nel quarto trimestre in corso gli utili possano marciare del 7,6%, qui la limatura è al ribasso dall’oltre l’8% precedente.
Per gli investitori la performance aziendale può essere decisiva nel dibattito tra ottimisti e pessimisti in Borsa: l’indice S&P 500 è in rialzo del 13% da gennaio, nonostante ritirate da gennaio. Ma le sfide si complicano, tra potenziali corse a beni rifugio e fascino di titoli del Tesoro con rendimenti in ascesa.
Ragioni per mantenere nervi saldi vengono così cercate nelle performance trimestrali. I giganti bancari sono parsi di buon auspicio: hanno sollevato il sipario venerdì sul nuovo atto delle trimestrali superando in coro le attese. JP Morgan ha riportato un balzo degli utili del 35% a 13,2 miliardi di dollari e Citigroup e Wells Fargo hanno a loro volta smentito eccessivi timori.
Di più: in tutto otto degli undici settori nell’S&P 500 dovrebbero alla fine mettere a segno passi avanti nei profitti. Un ruolo guida spetta ai servizi di comunicazione, che comprendono un ventaglio di industrie da media vecchi e nuovi alle Tlc, da Meta a Warner Bros. Discovery e T-Mobile: svettano nelle previsioni con un balzo dei profitti vicino al 31 per cento. Seguono i consumi discrezionali, dove la parte del leone spetta al colosso dell’e-commerce Amazon, con una marcia ipotizzata di oltre il 22 per cento. Senza Amazon, che pesa per un quinto della market cap del settore, la marcia dei profitti frenerebbe al 14,4 per cento.
La classifica dei principali settori per crescita dei profitti è completata da banche e finanza, che alla vigilia dei primi risultati erano pronosticate ad un incremento dell’8,7%, subito corretto al 13,4% alla luce dei conti resi noti. I leader bancari insomma reggono, anche se istituti più piccoli possono risentire delle tensioni economiche. L’aumento dei tassi, in particolare, ha continuato a sostenere i profitti d’un protagonista quale JP Morgan gonfiando il margine d’interesse netto. Anche se a temperare simili guadagni nel comparto sono in agguato i danni ai consumatori per quelle stesse strette sul credito, trasformate in minori prestiti e maggiori sofferenze. In crescita del 12,4% i profitti delle utilities e del 4,7% l’Information technology.
Alcuni settori faranno invece da zavorra. La produzione di energia è attesa al calo degli utili più pronunciato in assoluto, pari al 37,6 per cento. Alla radice, la diminuzione dei prezzi del petrolio nel terzo trimestre, inferiori in media di circa dieci dollari, a 82 dollari, rispetto allo stesso periodo del 2022. Occorre tuttavia precisare che nel greggio la volatilità è la norma: previsioni di cali nella domanda per debolezza dell’economia possono pesare, ma l’instabilità internazionale può rilanciare i prezzi. Il comparto dei materiali di base è a sua volta atteso al varco d’uno scivolone del 22,7%.
Le parole di Dimon, Ceo di JP Morgan, possono essere indicatrici della miscela di speranza e incognite che, una volta archiviate le trimestrali, promette di continuare a dominare l’orizzonte della Corporate America: «Il mondo potrebbe attraversare il momento più pericoloso da decenni. Se speriamo nello scenario migliore, ci prepariamo ad un ventaglio di esiti».
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