Come si informano i politici? Tra i tg vince Sky, ma la maggioranza M5S-Pd sceglie Mentana
Una nuova indagine di YouTrend/Quorum, in collaborazione con Cattaneo e Zanetto, ha provato a ricostruire la «dieta informativa» dei nostri parlamentari: i giornali più letti e i Tg più guardati su entrambi gli schieramenti. Il Sole 24 Ore sul podio dell’affidabilità
di Lorenzo Pregliasco
4' di lettura
Nel luglio di un anno fa Quorum/YouTrend aveva sviluppato, insieme a Cattaneo Zanetto & Co Informazione e social media secondo i policymaker, la prima analisi svolta in Italia su un campione rappresentativo di parlamentari (94 deputati e senatori di tutti i gruppi politici) per misurare e analizzare i mezzi d’informazione utilizzati dai parlamentari.
Si trattava del “numero zero” dell’innovativa metodologia Panel Decisori, pensata per permettere a aziende e organizzazioni di indagare orientamenti, percezioni e posizionamenti dei rappresentanti politici su temi di interesse.
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Oggi, all’esordio del governo giallo-rosso e con un quadro politico radicalmente mutato, abbiamo pensato di rimettere mano ai risultati di quella ricerca, aggregando da una parte le risposte dei parlamentari appartenenti all’attuale maggioranza parlamentare (Pd, Movimento 5 Stelle, Leu) e dall’altra quelle della “nuova” opposizione di centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia).
I risultati così rielaborati, che rispecchiano gli attuali assetti in Parlamento, disegnano innanzitutto una nuova “mappa” di fonti di informazione e canali social più utilizzati dai policymaker, e dunque più influenti tra le file di maggioranza e opposizione.
Tra le tv SkyTg24 è al primo posto
Partendo dalle testate televisive, Sky TG24 era al primo posto (ben l’86% dei parlamentari intervistati dichiarava di averla guardata almeno una volta nell’ultima settimana), seguita dai tg Rai (79%) e dal TG La7 (77%). La novità interessante è che era proprio il telegiornale di Enrico Mentana quello più visto dai parlamentari dell’attuale maggioranza giallo-rossa, mentre deputati e senatori del centrodestra, dietro a Sky e Rai, erano molto più esposti ai telegiornali Mediaset (sia Tg4, Tg5 e Studio Aperto sia TGCOM24, entrambi sopra l’80%).
La mappa dell’informazione cartacea registrava come modalità di consultazione principale le rassegne stampa. Ma andando nello specifico delle testate, ai vertici tra i quotidiani in assoluto più consultati dai parlamentari trovavamo il Corriere della Sera al 45%, il Fatto Quotidiano al 40% e il Sole 24 Ore al 39%.
Il giornale più letto nell’attuale maggioranza? Non Repubblica, ma – a conferma della preponderanza della componente “gialla” su quella “rossa” nei numeri in Parlamento – proprio il Fatto, al 41%, seguito dal Sole 24 Ore (37%) e dal Corriere della Sera (36%). Nel centrodestra, oltre al Corriere, risultavano d’altra parte ai primi posti due quotidiani tradizionalmente vicini a quell’area politica, il Giornale (50%) e Libero (48%).
L’Huffington Post è il portale online più letto
Venendo ai mezzi d’informazione online, notiamo un’altra linea di faglia molto profonda tra maggioranza e opposizione. Nella maggioranza Pd-M5S il sito d’informazione più consultato era l’Huffington Post (il 77% dichiarava di averlo consultato nell’ultima settimana), seguito dal sito del Fatto (72%) e poi Corriere.it, ANSA.it, Repubblica.it e ilSole24Ore.com. Questo risultato cela in realtà grandi differenze tra gli intervistati del M5S, che premiavano Huffington e Fatto, e quelli del Pd, che indicavano soprattutto i siti dei «grandi», Repubblica e Corriere. All’estremo opposto, la rielaborazione odierna dei dati ci dice che l’HuffPost si collocava solo al 40% tra deputati e senatori di Lega, Fi e Fdi, che indicavano invece di preferire fonti più generaliste quali Corriere.it, ANSA.it, Repubblica.it e LaStampa.it.
Le testate più affidabili? Ansa, Sole 24 Ore e Agi
Ma quali erano i media ritenuti più affidabili dai parlamentari, secondo i nuovi assetti di maggioranza e opposizione in Parlamento?
Per quanto riguarda le testate italiane, sia tra i ’giallo-rossi’ sia nell’opposizione il primato va all’agenzia Ansa (con un punteggio medio di 8,0 e 8,2 su 10 rispettivamente), seguita dal Sole 24 Ore (7,4 e 7,2) e dall’altra grande agenzia di stampa nazionale, l’Agi (7,2 e 7,1).
Avevamo già osservato un anno fa che l’ ecosistema informativo, e la natura del rapporto tra sistema mediatico e sistema politico, appariva in grande evoluzione . Ma qual era la percezione in Parlamento sul tema della dis-informazione e delle fake news, e quali cambiamenti si possono osservare analizzando i punti di vista degli attuali schieramenti di maggioranza e opposizione?
Abbiamo scelto di porre al campione di policymaker alcune domande modellate da questionari somministrati a campioni di popolazione generale nel Digital News Report del Reuters Institute for the Study of Journalism della University of Oxford , ma anche altre ispirate alle domande presenti nelle pubblicazioni periodiche del Censis sulla dieta mediatica e informativa degli italiani .
Proprio questa parte della ricerca, che un anno fa evidenziava un’enorme demarcazione tra il polo “mainstream” rappresentato dagli eletti Pd e Fi e quello ’outsider’ giallo-verde, ci consegna oggi forse i risultati più eloquenti. Le posizioni sulla regolamentazione dell’informazione su Internet, le responsabilità di editori e giornalisti, la diffusione delle fake news appaiono oggi molto sfumate tra maggioranza e opposizione.
La spiegazione è che oggi “mainstream” e “outsider” sono mescolati e alleati, nella maggioranza (Pd con i 5 Stelle) come nell’opposizione (Lega e Fdi con Fi). Un anno fa la ricerca mostrava che secondo il 96% degli intervistati del Pd e il 98% di Forza Italia le false notizie favoriscono le tendenze populiste, contro appena il 4% tra i rappresentanti di 5 Stelle e Lega. Riaggregando i dati sulla base dei nuovi assetti parlamentari, questo cleavage scompare: si dicono d’accordo con l’affermazione il 34% dei parlamentari di maggioranza e il 43% di quelli d’opposizione.
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La (ri)lettura di questi dati, rilevati a luglio 2018 presso un campione rappresentativo di parlamentari di tutti gli schieramenti e oggi rielaborati aggregando le risposte della nuova maggioranza Pd-Cinquestelle e della nuova opposizione di centrodestra, ci mostra con chiarezza che anche nel rapporto con i mezzi d’informazione in questa nuova stagione della XVIII legislatura del Parlamento italiano vivono contraddizioni, mutano i punti di riferimento, alcuni media perdono centralità e altri la riacquistano, sullo scacchiere di alleanze e intese, coalizioni e schieramenti più o meno pro-tempore, maggioranze e opposizioni. La transizione politica è insomma pienamente in atto, insieme a quella del sistema dell’informazione
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