l’accordo sindacale

Come si lavorerà in Tim? Arrivano scrivanie condivise e diritto alla disconnessione

Siglati due accordi sindacali che, tra l’altro, prevedono fino a tre giorni a settimana di lavoro agile, buono pasto e applicativi con cui si indica lo status operativo o in pausa

di Cristina Casadei

La giornata dei mercati

3' di lettura

Come sarà il lavoro nel post Covid se lo chiedono in tanti, ma al momento sono in pochi ad avere indicazioni di medio periodo. Le organizzazioni si muovono ancora con un’ottica di breve termine. I lavoratori di Tim da oggi, però, hanno una visibilità di medio periodo, almeno fino alla fine del 2021 e sanno di poter lavorare da casa fino a 3 giorni a settimana, ma anche che ci saranno delle scrivanie condivise, un diritto alla disconnessione meglio specificato, il buono pasto anche quando si lavora da casa.

Sono alcuni degli elementi che qualificano i due accordi (transitorio e sperimentale) siglati da Tim e dai sindacati che possono essere considerati la prima declinazione aziendale del Protocollo principi e linee Guida per il nuovo lavoro agile nella filiera delle tlc, siglato il 30 luglio da Assotelecomunicazioni-Asstel e dai sindacati.

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Come dice Giorgio Serao della Fistel Cisl «abbiamo riorganizzato l’azienda oltre l’emergenza Covid19 e, come sindacato, durante le fasi di verifica dell’accordo vogliamo l’evidenza dei risparmi realizzati per ridistribuirne una parte ai lavoratori, anche attraverso la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario». Per Luciano Savant Levra della Uilcom Uil «questi accordi sono dei tangibili e significativi riscontri che delineano un percorso di cambiamento epocale».

Lavoro agile giornaliero e settimanale

Tim è la prima grande azienda in Italia che riorganizza il lavoro in ottica smart working e darà alle sue persone la possibilità di lavorare, volontariamente, secondo due modalità, definite “lavoro agile giornaliero” e “lavoro agile settimanale”. Nel primo caso «si lavora 2 giorni da remoto presso una sede all’esterno dei locali aziendali, come definito dagli accordi individuali, con l’ausilio di strumenti tecnologici che assicurino il collegamento protetto con il software aziendale necessario allo svolgimento della prestazione lavorativa, avente i requisiti stabiliti dalla legge e 3 giorni presso la sede aziendale per ciascuna settimana - si legge nell’accordo -. È inoltre prevista la possibilità di effettuare ulteriori 12 giorni annui in modalità agile, nella misura di massimo 1 giorno aggiuntivo a settimana». Sono state definite le fasce orarie di lavoro e delle pause, così come un sistema applicativo di messaggistica che indicata lo status del lavoratore. Inoltre ogni settimana il lavoratore dovrà indicare contestualmente le giornate di lavoro agile e quelle da svolgere in sede, prenotando la postazione in desk sharing, secondo gli accordi con il proprio capo e le esigenze organizzative. Il lavoro agile settimanale invece si applica agli ambiti organizzativi nei quali le attività sono etero organizzate, non consentono di organizzare il lavoro per obiettivi ed è indispensabile garantire il presidio in specifiche fasce orarie. In questo caso c’è alternanza della prestazione lavorativa in giornate/settimane secondo uno schema e misura predefinite, 50% presso la sede aziendale e 50% da remoto presso una sede all'esterno dei locali aziendali, dice l’accordo.

Il filo rosso dell’inclusione

L’accordo prevede deroghe in caso di eventi atmosferici eccezionali o emergenze sanitarie, per esempio, ma anche per alcune fattispecie che rivelano l’attenzione che le parti hanno mostrato al tema dell’inclusione e della conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Così le future mamme potranno svolgere il lavoro agile 4 settimane consecutive nel periodo precedente a quello del congedo di maternità obbligatorio e una volta divenute madri, come anche i neopapà, avranno la possibilità di fare ulteriori 4 settimane consecutive entro il compimento del primo anno di vita del bimbo. Ulteriori deroghe sono previste in caso di malattia grave e terapie salvavita e in caso di necessità di assistere figli affetti da disabilità.

Il diritto alla disconnessione

Per favorire il benessere e la conciliazione vita e lavoro, nell’intranet aziendale tutti troveranno un vademecum sulla “buona convivenza virtuale” che assicurerà, al di fuori delle fasce lavorative, il diritto alla disconnessione dagli strumenti tecnologici di lavoro. Non è previsto alcun automatismo ma le indicazioni sollecitano comportamenti responsabili da parte di tutti, fermo restando che durante le interruzioni temporanee e autorizzate, come per esempio la pausa pranzo, il lavoratore non sarà tenuto a ricevere o visualizzare eventuali comunicazioni aziendali.Quanto all’orario il riferimento rimane l’orario di lavoro giornaliero e settimanale derivante dalla legge e dalla contrattazione colletiva di categoria e aziendale. Per garantire il diritto alla disconnessione l’azienda ha previsto un applicativo informatico di messaggistica istantanea aziendale. Al lavoratore non resta che indicare il proprio status, in pausa o operativo.

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