Fondi pensione

Cometa, meno costi e più efficienza contro il rischio inflazione

Nel suo intervento, il presidente del Fondo Pensione Cometa (metalmeccanici) spiega la decisione di ridurre i costi per gli iscritti e di acquistare la sede del fondo

di Riccardo Realfonzo (*)

4' di lettura

Sono numerose e complesse le sfide che la previdenza complementare ha oggi davanti. Pensiamo a un rilancio delle adesioni che coinvolga maggiormente le nuove generazioni, all'obiettivo di misurarsi con la rivalutazione del TFR spinta in alto dall'inflazione, alla necessità di una finanza realmente sostenibile e responsabile. Inutile dire che le probabilità di successo su terreni così complessi dipenderanno in certa misura anche dalla presenza o meno di una volontà politica chiara a sostegno della previdenza complementare.

C'è però un terreno di cui non si parla abbastanza sul quale devono misurarsi in prima battuta i fondi pensione italiani, quello dell'efficienza. Infatti, per poter realizzare al meglio la missione previdenziale è anche importante per un fondo pensione dotarsi di una struttura organizzativa sempre più efficiente e funzionale. Nel fondo pensione Cometa - il fondo negoziale dei metalmeccanici, che vanta oltre 450mila aderenti e circa 13,5 miliardi di capitale gestito - abbiamo portato avanti un continuo lavoro di innovazione e ottimizzazione delle attività e funzioni, che ci ha permesso di ottenere alcuni risultati.

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La riduzione dei costi

Le economie gestionali hanno generato un avanzo di circa 14 milioni di euro che a fine 2021 abbiamo deciso di utilizzare a vantaggio degli aderenti e per l'ulteriore abbattimento dei costi di gestione. In primo luogo, abbiamo deciso di ripartire 9 milioni di euro tra gli aderenti, in proporzione al patrimonio derivante dall'anzianità di contribuzione al Fondo e a incremento delle loro posizioni previdenziali. Questo, secondo la natura negoziale di Cometa, che, in quanto associazione senza scopo di lucro, opera nell'interesse esclusivo degli iscritti. In secondo luogo, abbiamo deciso di acquistare la sede di Milano del fondo, come investimento in un'ottica di ulteriore risparmio gestionale di lungo periodo.

Tra l'altro Cometa, grazie alle economie gestionali ed amministrative, confermerà un costo di adesione a carico degli iscritti particolarmente basso, che ammonta oggi a soli 12 euro all'anno.Gli indicatori cui sono avvezzi gli addetti ai lavori confermano i risultati di efficienza amministrativo-gestionale.Il TER (Total Expense Ratio) di Cometa è passato da 0,77% nel 1999 al valore attuale di 0,09% e oggi Cometa prevede un'onerosità complessivamente molto inferiore alle altre forme di risparmio pensionistico sul mercato.

Il confronto con gli altri fondi

L'Indicatore Sintetico dei Costi (ISC) - che viene stimato dalla Covip e tiene conto dei costi di iscrizione, delle spese annue sopportate dall'aderente e delle commissioni di gestione - mostra che Cometa registra valori bassi nel confronto con gli altri Fondi Pensione Negoziali (FPN); per non parlare del confronto con i Fondi Pensione Aperti (FPA) e con i Piani Individuali Pensionistici di tipo assicurativo (PIP) (si veda a riguardo la Tabella 1). Addirittura, nel confronto sul lungo periodo (35 anni) con gli altri fondi pensione aperti e negoziali, e con i PIP, i diversi comparti di Cometa registrano costantemente i valori più bassi in assoluto in Italia.

Tabella 1: Indicatore sintetico dei costi (ISC). Fonte: Covip
I valori degli ISC medi di settore sono rilevati dalla Covip con riferimento alla fine di ciascun anno solare. L'onerosità di Cometa è confrontata con i valori medi, rispettivamente, dei fondi pensione negoziali (FPN), dei fondi pensione aperti (FPA) e dei piani individuali pensionistici di tipo assicurativo (PIP), considerando la stessa categoria di investimento dei comparti di Cometa. Il confronto in Tabella prende a riferimento i valori dell'ISC riferiti a un periodo di permanenza nella forma pensionistica di 10 anni

La sfida dell'efficienza è particolarmente rilevante per gli aderenti. Per comprendere a fondo il punto occorre sottolineare che l'Indicatore Sintetico dei Costi misura la differenza tra due tassi di rendimento: quello relativo a un ipotetico piano di investimento che non prevede costi e quello del piano specifico che si considera. Si pensi che – come evidenziato dall'“Angolo della Previdenza” pubblicato da Plus24 il 15 gennaio scorso – tra i comparti di Cometa e quelli meno performanti del Paese si registrano “risparmi” nell'indicatore sintetico dei costi dell'ordine del 2% annuo, il che ha un impatto cumulato particolarmente forte a tutto vantaggio dei nostri aderenti nel lungo periodo.

Nuovi comparti e nuovi mandati di gestione

Questi risultati non ci accontentano. Il Consiglio di Amministrazione di Cometa è al lavoro per rivedere la politica di investimento, ricalibrare i comparti che possono essere scelti dagli aderenti e bandire una nuova gara nell'anno in corso per la loro gestione. D'altronde, i mutamenti dei mercati impongono un aggiornamento nella definizione dei comparti con il loro profilo rischio/rendimento, gli strumenti di valutazione del rischio, gli intervalli delle diverse asset class entro cui i gestori possono muoversi. Cometa confermerà l'approccio prudenziale che sappiamo essere in linea con le aspettative dei lavoratori metalmeccanici italiani, rendendo però la sua proposta previdenziale ancora più rispondente alle diverse tipologie di aderenti (ad esempio, per età e per avversione al rischio), più performante, e sempre più in linea con una filosofia fortemente ispirata ai principi della finanza sostenibile sul piano sociale e ambientale.

(*) Presidente del Fondo Cometa

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