Cometa, la svolta è possibile «Ora più sostegno all’economia»
di Marco lo Conte
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«La previdenza complementare è una storia di grande successo, di collaborazione efficace tra imprese e sindacati, che ha prodotto un capitale umano straordinario e una cultura previdenziale che vorremmo venisse usata a sostegno dell’economia reale. L’Italia ha come imperativo affrontare e vincere questa sfida, e i fondi pensione possono dare un grande contributo in questo senso». Così Oreste Gallo, presidente del fondo pensione Cometa – dedicato ai dipendenti dell’industria metalmeccanica, degli impianti e del settore orafo e argentiero – anticipa il leit motiv del ventennale del fondo negoziale con il maggior numero di iscritti in Italia: 408mila lavoratori con contratto metalmeccanico, per 11 miliardi di patrimonio. Vent’anni sintetizzati in un confronto, quello dei “gemelli”: chi avesse aderito a Cometa fin dalla fondazione avrebbe da parte il 27% in più dell’ipotetico fratello che avesse preferito devolvere il proprio Tfr all’azienda o all’Inps, se occupato in azienda con oltre 50 dipendenti.
Il tema dell’economia reale è centrale per i fondi pensione italiani che, lo ricordiamo, investono attraverso mandati conferiti a Sgr. L’obiettivo di Cometa è ora destinare una parte della contribuzione degli iscritti a strumenti di investimento che abbiano una ricaduta sull’economia reale italiana, alimentando così il tessuto produttivo nazionale. Il tutto senza andare contro il Dna di un fondo pensione, orientato a criteri previdenziali per costruire per l’appunto pensioni: non chip messi sul piatto della finanza, ma piani di lungo termine.
A questo proposito, sottolinea Gallo, è decisivo il tema del processo di selezione dei progetti: «Noi chiediamo di essere coinvolti sin dall’inizio per allineare obiettivi e strumenti, per poter rispettare la normativa in vigore e per adempiere alla responsabilità fiduciaria che abbiamo con i nostri iscritti». Il riferimento è alle iniziative che i fondi hanno vissuto come calate dall’alto, spinte dal protagonismo della politica più che da una concreta progettualità.
Tradizionalmente i fondi pensione investono in asset dalla valorizzazione mark-to-market, azioni e obbligazioni o strumenti di risparmio gestito che hanno come target queste asset class. L’introduzione di strumenti illiquidi ora si impone tuttavia come necessaria per diversificare i portafogli e rappresenta un importante salto di qualità cui Cometa e i fondi pensione si presentano con le carte in regola. Diverse le iniziative pilota: dal progetto Iride, cui partecipano Foncer, Fondenergia, Fondo Gomma Plastica, Pegaso e Previmoda, a quello messo in campo da Cdp con il Fondo di investimento italiano. In questo contesto l’esperienza accumulata dalle funzioni finanza dei fondi consente di gestire al meglio le nuove sfide. Ridurre l’esposizione all’estero in favore dell’economia domestica consente evidentemente di fornire capitali a quelle imprese in cui gli aderenti del fondo pensione lavorano.
Il ventennale di Cometa, che si celebra oggi a Roma con un convegno dedicato a “Il ruolo dei fondi pensione in un sistema di welfare sostenibile nel rilancio dell'economia del Paese” - è l’occasione anche di imprimere un’accelerazione sul lato adesioni, ferme a circa un terzo della platea potenziale dei metalmeccanici. Tema strettamente connesso a quello degli investimenti in strumenti illiquidi, dato che l’aumento dell’età media degli iscritti al fondo pensione accorcia di fatto l’orizzonte temporale degli investimenti e riduce il patrimonio a disposizione per finanziare progetti. «Servono interventi urgenti per incentivare le adesioni soprattutto tra i giovani, i più esposti al rischio povertà, che mettano in gioco tutti i soggetti coinvolti – prosegue Gallo –. Soprattutto Governo e Parlamento devono mettere il Welfare al centro delle politiche del Paese incentivando le adesioni ai fondi pensione».
Lo Stato d’altro canto è in conflitto di interessi, visto che raccoglie un flusso annuo di circa 6 miliardi di euro di trattamento di fine rapporto dagli addetti in aziende con oltre 50 dipendenti che non si iscrivono alla previdenza complementare. Il fondo Tesoreria, presso l'Inps, si è comunque rivelato inefficiente per rendimenti e rischia presto lo sbilancio, come emerso nei giorni scorsi (si veda Il Sole 24 Ore del 3 ottobre).
Bocciata anche l’idea, lanciata dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico, di un fondo pensione complementare pubblico per i giovani dell’Istituto, in quanto questo non ha competenze nella gestione finanziaria dei contributi dei lavoratori (essendo a ripartizione e non a capitalizzazione). Massima attenzione invece verso l’innovazione tecnologica, per veicolare la cultura del risparmio previdenziale attraverso le app presenti sugli smartphone: da utilizzare ad esempio per destinare alla propria posizione previdenziale una quota del proprio denaro con agilità e lungimiranza, coerentemente con quanto emerso di recente nel dibattito sull’uso della moneta elettronica a proposito del cosiddetto “bonus Befana”. L’evento dei vent’anni di Cometa sarà l’occasione per illustrare una serie di case stories che sposano previdenza e tecnologia per aiutare gli aderenti e la collettività.
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