PROFESSIONI

Commercialisti, sciopero e sit-in per protestare contro gli Isa

di Federica Micardi

3' di lettura

Il 30 settembre è il primo degli otto giorni di sciopero proclamati da nove sigle sindacali dei commercialisti (Adc, Aidc, Anc ,Andoc, Fiddoc, Sic,
Unagraco, Ungdcec, Unico). Una data da ricordare perché è la prima protesta di questo genere nella storia della categoria. I commercialisti hanno deciso di “incrociare le braccia” per chiedere in primis la disapplicazione degli Isa (Indici sintetici di affidabilità fiscale), richiesta che ad oggi, giorno della scadenza dei pagamenti, non è stata accolta. Fino ad ora non è arrivata una risposta ufficiale da parte del ministero, se si esclude la risposta al question time del sottosegretario Pierpaolo Baretta di mercoledì 25 settembre, considerata “deludente”.

Il sit-in a Roma davanti al Mef

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Per cercare di farsi ascoltare, e magari ricevere, domani 1° ottobre a Roma le associazioni nazionali di categoria Adc, Anc, Sic, Unico hanno organizzato un presidio, dalle 11 alle 14, davanti alla sede del Mef in via XX Settembre. Lo slogan scelto per l’occasione: «#aveteISAgerato».

Le forme di protesta

Ricordiamo che le forme di protesta scelte dai sindacati sono due, la prima - simbolica - riguarda l'F24 dei professionisti che decidono di aderire, che saranno pagati con due giorni di ritardo. La seconda forma di protesta riguarda l'astensione dall'attività in Commissione tributaria; questa seconda forma richiede alcuni accorgimenti.
Il processo tributario, di norma, si svolge in Camera di Consiglio, e cioè in assenza delle parti, a meno che non venga espressamente richiesta la trattazione della causa in pubblica udienza. L'astensione può, quindi, riguardare solo i processi tributari per i quali è stata chiesta la pubblica udienza per l'esame del merito della controversia o nel caso in cui sia chiesta la sospensione dell'esecuzione dell'atto originario o della sentenza. Si tratta, va detto, della stragrande maggioranza dei ricorsi pendenti.

L’astensione in Commissione tributaria

L'adesione del commercialista allo sciopero può essere comunicata in due modi, in forma orale o in forma scritta. Se si opta per la forma orale, il giorno dell'udienza ci si presenta in Commissione tributaria e si dichiara di non partecipare perché si aderisce allo sciopero. Se si sceglie la forma scritta l'atto, sottoscritto in carta libera con l'adesione del professionista allo sciopero, va depositato presso la segreteria della Commissione tributaria presso cui pende il ricorso almeno due giorni prima dell'udienza (entro il 27 settembre). In teoria, depositata nei termini la comunicazione, non sarebbe necessario presentarsi in udienza; in via cautelare, però, essendo anche il primo sciopero della categoria, si suggerisce comunque di presenziare all'udienza per verificare che sia stata regolarmente acquisita la dichiarazione di astensione. Il rischio, infatti, nell'ipotesi di mancata ricezione, è che la commissione proceda alla trattazione della causa riportando l'assenza non giustificata del commercialista-difensore e ciò potrebbe motivare il cliente, soprattutto in caso di esito negativo della controversia, a proporre un'azione di responsabilità nei confronti del professionista incaricato. Poiché la pubblica udienza è facoltativa, infatti, la causa può essere discussa anche senza la partecipazione del difensore.
In caso di dichiarazione di adesione allo sciopero, il giudice ne prende atto e può scegliere tra due tipi di rinvio: «a data fissa», e quindi stabilire un'altra data, ravvicinata, per l'udienza, oppure «a nuovo ruolo», in questo caso i tempi potrebbero essere un po' più lunghi.

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