Commercio al bivio per la crescita, il nodo cruciale è fare sistema
Il «sistema lombardo» si è dato obiettivi ambiziosi, ma per raggiungerli e per affrontare le sfide del futuro occorre che imprese, associazioni e istituzioni facciano squadra
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Si è tenuta il 5 ottobre a Bergamo la seconda tappa del roadshow voluto dall'assessore lombardo allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi e organizzato da Regione Lombardia, in collaborazione con il Gruppo 24Ore, con la collaborazione delle associazioni di categoria. Sono intervenute allo stesso tavolo le principali associazioni di categoria (Confcommercio, Confesercenti e Federdistribuzione), con l’obiettivo di parlare del futuro del commercio, lombardo e non solo, delle sfide a cui le imprese vanno incontro e degli strumenti con cui anche le istituzioni possono dare sostegno, in un’ottica di sistema. Su questi temi il «sistema lombardo» si è dato obiettivi ambiziosi, ma, come ha detto lo stesso Guidesi, anche se c'è ancora lavoro da fare per affrontare le sfide poste dall'attuale contesto economico e imprenditoria, «siamo la Lombardia, innovatori e abituati ad anticipare sempre i tempi».
«Pensiamo che sia arrivato il momento di ragionare non più sull’imminente e sulla contingenza, cosa che facciamo con gli strumenti a disposizione, ma sul futuro che vedrà coinvolto il sistema economico e produttivo lombardo nel 2050. Vogliamo continuare a essere protagonisti, quindi il tema è capire cosa fare per continuare a primeggiare nei singoli settori da qui al 2050», ha detto l'assessore, spiegando che «il confronto parte da qui, è un ragionamento a lungo termine». Secondo Guidesi, «possiamo fare sempre qualcosa in più e di meglio. Importante sarà identificare le peculiarità di ciascun territorio, anche con scelte di rigenerazione urbana per dare valore aggiunto. Non è facile, ma siamo la Lombardia e se non lo facciamo qui dove si dovrebbe farlo?».I
Distretti per il commercio: una scommessa vinta
In quest’ottica, giocano un ruolo cruciale i distretti urbani per il commercio. «Sono una bella sfida e noi l’abbiamo raccolta. Ci sono margini di miglioramento in termini di contenuti e relazioni, per esempio intervenendo nel settore dell’urbanistica e della rigenerazione. C’è poi il tema delle smart city, bisogna capire l’impatto dell’intelligenza artificiale sui consumi, guardare le cose in un orizzonte al 2050», ha detto Carlo Massoletti, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia. «Già possiamo dire di avere vinto la sfida dei distretti del commercio. Oggi, affinché tra vent'anni i progetti messi in campo ora possano essere considerati innovativi, al pari di quello che sono stati i distretti del commercio, dobbiamo continuare a investire sulle misure che possono rinvigorire il sistema in cui operano queste realtà. Costruiamo quindi insieme, a sistema, il commercio del 2050 ed è per questo che istituiamo un tavolo specifico per il mondo del commercio», ha detto l’assessore Guidesi. «In questi due anni abbiamo imparato che riusciamo a essere incisivi quando abbiamo una voce unica. Quello che possiamo fare, dobbiamo fare e c'è l'impegno a fare è avere un ruolo di connessione e aiutare le imprese del commercio a esprimere un potenziale inespresso. A volte ci concentriamo su dialoghi sulla contingenza, ma perdiamo il raggio di azione a medio e lungo termine, mentre è proprio quello che dobbiamo recuperare», ha aggiunto.
Fare sistema per sostenere la crescita del settore
E’ dunque cruciale fare sistema, anche per evitare le ricadute degli shock sanitari, economici e geopolitici che si sono susseguiti negli ultimi anni. Il settore del commercio «a livello nazionale e regionale ha vissuto shock profondi, prima con il Covid poi con la guerra in Ucraina che ha provocato un incremento dei costi. Quindi si è scatenata l’inflazione, che mostra una tendenza al ribasso ridotto, a cui si aggancia il tema del rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce. Tutto questo rischia di generare una crisi dei consumi», ha detto Gianni Rebecchi, presidente di Confesercenti Lombardia, sottolineando che «il commercio vive di consumi da parte delle famiglie, che hanno visto per esempio salire molto le rate dei mutui, cosa che pesa sui bilanci e di conseguenza può generare una crisi dei consumi. Viviamo una fase delicata che richiede strumenti adeguati per trovare soluzioni».
Ecco dunque che è urgente fare sistema, definendo strategie di lungo termine: «Il tema futuro è quello dei parchi commerciali, che danno la possibilità a piccole imprese di unirsi», ha detto. Del resto, gli shock recenti hanno portato anche a un cambiamento delle abitudini di consumo, creando «nuovi consumatori, ma anche nuove imprese», come ha sottolineato il presidente di Confesercenti Lombardia, spiegando che «il tema dei nuovi consumatori si collega a quello delle nuove imprese. Ci sono bandi che vanno a sostenere chi vuole avviare un’attività, è un principio sano che può avvicinare al commercio anche le nuove generazioni».
Anche la grande distribuzione fa squadra
Anche la grande distribuzione può giocare un ruolo importante, appunto facendo sistema. La distribuzione moderna «si sta sempre più orientando verso uno sviluppo di prossimità, anche in Lombardia, con punti di vendita di dimensioni adatte ai contesti presidiati e con molteplici effetti positivi per le comunità sul piano sociale, economico e ambientale. Uno di questi, attraverso il recupero delle aree dismesse, è la rigenerazione urbana, che consente di contenere il consumo di suolo», ha detto Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione. Del resto, il commercio e la distribuzione moderna «hanno anche un ruolo sociale, che è emerso fortemente per esempio nel periodo della pandemia e dei lockdown. Stiamo vivendo da quasi due anni un picco di inflazione che non si vedeva da quarant’anni e la possibilità di dare accesso alle persone a un consumo e un acquisto che mantenga una logica di qualità ma anche di convenienza e accessibilità è importante. Uno dei nostri must è la democratizzazione della qualità, diamo accessibilità a filiere sul territorio».
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