G20 a Osaka, tutti i dossier sul tavolo (e l’incontro Trump-Xi)

5/9Asia e Oceania

Commercio, protezionismo e Wto

Un tema cruciale che sarà affrontato è quello delle sfide per l’economia globale, specialmente dal punto di vista delle difficoltà del commercio internazionale a fronte di tensioni sempre più aspre tra alcuni primattori e relative tendenze protezionistiche. Dopo che Donald Trump ha ufficializzato via twitter che cercherà di intendersi con il presidente cinese Xi Jimping – facendo riattivare trattative bilaterali in stallo – è grande l'attesa per l'esito del loro vertice a due. Nessuno più del padrone di casa, Shinzo Abe, è interessato a una schiarita tra Usa e Cina, visto che le loro schermaglie hanno già avuto un impatto significato anche sull'export nipponico. Abe coordinerà la pressione degli altri membri perché le due principali economie mondiali arrivino a una chiarificazione almeno per qualche tempo. Un qualche spiraglio, tra persistenti grandi difficoltà, è emerso al G20 dei ministri del commercio che si è tenuto a Tsukuba, dove Usa e Cina sono stati ampiamenti criticati (l’uno per il suo approccio unilaterale, l’altra per il persistente ricorso ad ampi sussidi statali e la sovracapacità produttiva nel settore dell'acciaio). Le divergenze sono state evidenziate dal fatto che il comunicato finale di Tsukuba sia stato accompagnato da uno statement della sola presidenza, che sottolinea da un lato come la grande maggioranza dei membri sia decisamente contro il protezionismo, dall’altro che occorrono ulteriori progressi nel contenimento dell'eccesso produttivo di acciaio dopo i passi avanti conseguiti dal Global Forum on Steel Excess Capacity (GFSEC). Difficile che il G20 riesumi il linguaggio sul “combattere il protezionismo” lasciato cadere al precedente summit, ma dovrebbe pronunciarsi per un commercio non solo libero ed equo ma anche stabile, trasparente, prevedibile e non discriminatorio.

Riconosciuta già a Tsukuba anche la necessità di riformare il Wto “con un senso di urgenza” e “in coerenza con le regole negoziate dai membri Wto”: ciò sembra escludere il ritorno a un sistema non vincolante per la risoluzione delle controversie, come Washington ha finora cercato di fare, mettendo a rischio il relativo meccanismo Wto con il blocco della nomina di giudici di appello. Di recente, peraltro, anche il Giappone si è infuriato per una decisione di appello in sede Wto e si è dichiarato insoddisfatto del meccanismo corrente.

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